lunedì 29 dicembre 2008

Cittadinanza alla vedova di Borsellino. Lite tra Sgarbi e i fratelli del giudice

«Sgarbi condannato per aver definito "assassini" dei magistrati». La replica del primo cittadino: «Li querelo»
PALERMO - È polemica tra Rita e Salvatore Borsellino e Vittorio Sgarbi. I fratelli del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992 prendono le distanze dalla cognata Agnese Piraino Leto, vedova del giudice, invitandola a non accettare la cittadinanza onoraria offertale dal sindaco di Salemi. La cerimonia di consegna della cittadinanza è prevista nel marzo del 2009. «Come siciliana - ha detto qualche giorno fa Agnese Borsellino - sono felicissima della scelta di Sgarbi di fare il sindaco in una cittadina siciliana. Vedo nel suo lavoro un'azione missionaria». «Apprendiamo dalla stampa con stupore e disappunto - hanno invece scritto Rita e Salvatore Borsellino in una nota - che nostra cognata avrebbe accettato l'offerta della cittadinanza onoraria della città di Salemi da parte del sindaco Vittorio Sgarbi, personaggio dai comportamenti non certamente limpidi né eticamente corretti, condannato anche per aver definito "assassini" dei magistrati, e a cui quindi non si addice certamente il termine di "missionario". Chiediamo per questo a nostra cognata, proprio per il cognome che porta, di declinare l'offerta ricevuta».
QUERELA - Parole che non sono piaciute a Vittorio Sgarbi, il quale, dicendosi «indignatissimo», ha annunciato che querelerà Rita e Salvatore Borsellino «per le gravissime frasi diffamatorie». La loro reazione, ha spiegato il sindaco di Salemi, «dimostra che Sciascia aveva ragione: sono dei professionisti dell'antimafia che, per esistere, fanno vivere la mafia anche dove non c'è». Sgarbi, in particolare, smentisce di aver definito "assassini" i magistrati: «L'ho solo detto a Fabio De Pasquale, che ha lasciato morire in carcere Gabriele Cagliari».
Per quanto riguarda la cittadinanza ad Agnese Borsellino, il sindaco Sgarbi ribadisce che «la vedova del magistrato è venuta a Salemi per sua espressa volontà» e che «ha avuto parole di apprezzamento sincere nei miei confronti, addirittura cogliendo in me una somiglianza con Paolo Borsellino; credo - ha aggiunto Sgarbi - che più di chiunque altro abbia conosciuto bene il marito». Il sindaco del paese in provincia di Trapani puntualizza inoltre che «tutto quanto affermato dalla signora Agnese e diffuso dall'ufficio stampa è registrato. Rita e Salvatore Borsellino, offendono non solo me, ma anche la cognata, perché la ritengono incapace di intendere e di volere. Si vergognino».
LA GIUNTA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE - Sostegno al sindaco è arrivato dalla giunta comunale di Salemi, che ha deciso di costituirsi parte civile nell'eventuale processo nei confronti di Rita e Salvatore Borsellino. Intanto, l'Associazione nazionale familiari vittime di mafia, presieduta da Sonia Alfano, ha invitato «Agnese Borsellino a non prendere decisioni avventate e a riflettere sulla proposta di Sgarbi». «Noi conosciamo - si legge nella nota della Alfano - il grande rispetto che Agnese nutre nei confronti di questo Stato ed è con immenso affetto che vorremmo indurla ad una seria ed approfondita riflessione sull'opportunità di accettare quella cittadinanza proprio in virtù della grande dedizione che, nonostante tutto, Agnese continua mirabilmente a coltivare nei confronti delle Istituzioni. Vorremmo dunque metterla in guardia - prosegue la nota - dal pericolo di essere utilizzata come strumento per ripulire l'immagine e la fedina penale di un pregiudicato come Vittorio Sgarbi». Anche nei confronti della Alfano la replica del sindaco di Salemi non si è fatta attendere: «È mia intenzione querelare anche Sonia Alfano. Io non devo proprio ripulire nessuna immagine - ha detto Sgarbi -. Si vergogni. Di diffamarmi, e soprattutto della mancanza di rispetto nei confronti della vedova Borsellino».
Il Corriere della sera, 29 dicembre 2008
NELLA FOTO: La vedova Borsellino con Sgarbi

1 commento:

Adduso ha detto...

Innanzitutto Auguri a tutti, visto che oggi è il primo del 2009.

Mi sono già da diverso tempo chiesto come mai era stato “mandato” Sgarbi in Sicilia. Peraltro, non conoscevo i “vantaggi” del paese di Salemi derivanti dalla sua elezione a Sindaco, ma certo da un punto di vista sociale, era triste vedere che una collettività vota alle comunali per una persona che gli viene chiaramente calata "dall’alto".

Ma ritornando alla presenza di Sgarbi in Sicilia, poiché per la mia piccola esperienza in trincea non credo più alle coincidenze politiche ed altrettanto alle “disattenzioni” di certi magistrati (così non posso sembrare di essere fazioso) ritengo che Sgarbi in Sicilia sia stato concepito come una sorta di “elettrolisi” di ciò che ancora rimane unito nella società civile ed in quel centro-sinistra che cerca, vuole, reagire alla “prepotenza” elettorale del centro destra.

Certo, la loquacità non gli manca e neppure la teatralità mediatica e neanche (guarda caso) il sostegno di "quest'ultima", ma basterebbe accorgersi che sostanzialmente parla di diritto ed è un profano come me, si lancia in considerazioni psicologiche ed è un profano come me, ma soprattutto pretende che l’universo si identifichi solo nell’immaginazione artistica umana, come se tutto il resto della scienza fosse retorica.

Il suo grande vantaggio, come d'altronde di tutta l’attuale politica, è che dall’altro lato non sembrano esserci più “contrappesi”. E peraltro, c'è pure da aggiungere che chi "resiste" alle lusinghe, indubbiamente allettanti e provocatrici del centro destra, spesso poi si ritrova da solo e isolato.