di Natalia Lombardo
Dal pulpito di una scaletta pieghevole nel centro di Pescara sabato Silvio Berlusconi ha dichiarato che «all’interno del Pd c’è assolutamente una questione morale». Da quale pulpito, è il caso di dire, data la lunga strada disseminata di procedimenti nei quali era ed è stato imputato, dai quali è uscito indenne in vari casi grazie alle leggi ad personam istituite nei suoi governi, fino al congelamento dei processi in corso grazie al Lodo Alfano per le quattro più alte cariche dello Stato.
Il Lodo Alfano
L’effetto Lodo al momento ha cristallizzato quattro procedimenti in corso: a Napoli quello che riguarda la corruzione di «incaricato di pubblico servizio»: le telefonate con Agostino Saccà, ex direttore di RaiFiction, al quale il proprietario di Mediaset chiedeva di far lavorare cinque attrici, in cambio di un sostegno alla cittadella della fiction, «Pegasus» che Saccà stava cercando di mettere in piedi in Calabria. A Roma, invece, la Procura ha chiesto l’archiviazione sulla compravendita di senatori del centrosinistra (il reato è istigazione alla corruzione). Il Gip ha però chiesto alla Corte Costituzionale un parere di legittimità sul Lodo Alfano. La sentenza dovrebbe essere emessa ai primi dell’anno, e non è detto che la pratica sia archiviata.
I quarantacinque del Pdl
La stessa richiesta di legittimità alla Consulta è stata avanzata dai giudici di Milano per il processo Mills: le udienze vanno avanti solo per l’avvocato imputato (il 18 dicembre ci sarà la requisitoria del pm) mentre è congelato il procedimento di corruzione giudiziaria del testimone di cui è imputato Berlusconi. L’effetto Lodo ha invece bloccato per tutti gli imputati il processo, sempre a Milano, che riguarda i fondi neri sui diritti cinematografici. Tra gli onorevoli eletti nel Pdl sono ben 45 i condannati, i prescritti, gli indagati per i reati commessi mentre ricoprivano un ruolo istituzionale. Adesso Berlusconi e il suo governo sta approfittando dei casi scoppiati a Firenze e a Napoli, che vedono coinvolti amministratori del Pd, per dare un colpo di acceleratore alla riforma della Giustizia. La guerra fra le procure di Salerno e Catanzaro offre il destro (alla destra) per tentare di imporre la modifica del Csm. «La riforma della giustizia va fatta, bisogna andare avanti», ha reclamato Silvio dalla suddetta scaletta a Pescara. E ieri la maggioranza si è lanciata nel pressing: Giulia Buongiorno, avvocato, presidente della commissione Giustizia, ritiene «urgente e necessaria» la revisione di accesso alle carriere. Ci sono poi le sparate di Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «stop ai partiti travestiti da correnti di magistrati». Nella sua battaglia contro i pm (per i quali ha anche ipotizzato una perizia psico-attitudinale), definendone molti «un cancro», l’obiettivo di Berlusconi è la separazione delle carriere tra giudici e pm. Un’ossessione, portata avanti nei fatti dai suoi avvocati, da Pecorella a Ghedini, durante i tanti procedimenti contro il cavaliere. Tredici processi conclusi, in quattro Berlusconi è stato assolto, negli altri è uscito indenne, anche se formalmente colpevole, per vari escamotage giudiziari o leggi ad hoc. Come la cancellazione del reato di falso in bilancio, uno dei primi atti del governo Silvio II, nel 2002. Grazie a questo Berlusconi fu assolto nel processo All Iberian/2 per i fondi neri su società off-shore; svanita l’accusa era di falso in bilancio per i fondi pagati dal Milan al Torino per l’acquisto del calciatore Lentini; idem per i bilanci Fininvest 1988-’92 e per i 1500 miliardi di fondi neri su 64 società off-shore.
CASO 1. Bugie sulla P2, falsa testimonianza
Nel 1990 la Corte d’appello di Venezia giudica Berlusconi colpevole di aver giurato il falso sulla sua iscrizione alla P2. Salvato dall’amnistia.
CASO 2. Tangenti alla guardia di finanza
Condannato a 2 anni e 9 mesi, in appello è assolto per una, e gli danno le attenuanti per le altre 3. Scatta dunque la prescrizione.
CASO 3. All Iberian
23 miliardi estero su estero a Bettino Craxi: condannato a 2 anni e 4 mesi. Poi in appello arrivano le attenuanti e la relativa prescrizione.
CASO 4. Bilancio consolidato Fininvest
Falso in bilancio e fondi neri per 1500 miliardi di lire nelle società off-shore. Reato prescritto dalla nuova legge ad personam sul falso in bilancio.
CASO 5. Lodo Mondadori, corruzione
Prosciolto con formula dubitativa, in appello di nuovo le attenuanti e la prescrizione. Ma Previti, Pacifico e Acampora vengono condannati.
CASO 6. Mafia, Concorso esterno
Sei le indagini archiviate a Palermo. Ma l’opacità dei finanziamenti al gruppo non hanno smentita. Silvio ha rifiutato di risponderne ai giudici.
La guerra di Silvio ai magistrati
Esplode col processo Sme-Ariosto: l’accusa era di aver corrotto i giudici nell’acquisto Sme: allora il governo irrigidì le norme sulle rogatorie internazionali. Se Silvio è uscito indenne, il suo avvocato (e fino a poco tempo fa deputato) Cesare Previti è stato condannato.
Radiografia della squadra
Marcello Dell'Utri, senatore Pdl: condanna a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosaRaffaele Fitto, ministro per le Politiche regionali: indagato per corruzione e finanziamenti illecitiMario Landolfi, deputato Pdl: indagato per corruzione e truffa per favorire i clanAltero Matteoli, ministro per le Infrastrutture: imputato per favoreggiamento su casi di abusi ediliziGiancarlo Pittelli, deputato Pdl: indagato per associazione a delinquere e calunniaUmberto Scapagnini, deputato Pdl: già condannato, è indagato per abuso d'ufficioRoberto Calderoli, ministro per la Semplificazione: indagato per ricettazione nell'inchiesta BpiRoberto Castelli, sottosegretario alle Infrastrutture: abuso d'ufficio, con l'immunità ha avuto solo una multa
L’Unità, 08 Dic 2008
lunedì 8 dicembre 2008
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