lunedì 17 novembre 2008

Sicilia. Morti nelle liste delle Ausl, danno da 14 milioni

di SALVO PALAZZOLO
Alcuni pazienti sono morti da 32 anni, altri da 25, altri ancora da tre mesi. Ma per tutti, le Ausl siciliane hanno continuato a pagare le quote di assistenza ai rispettivi medici di famiglia. Un vero paradosso in tempi di lotta agli sprechi. A svelarlo sono state le indagini della Guardia di finanza, che negli ultimi mesi hanno stretto i controlli.
Il bilancio che adesso fornisce il generale Domenico Achille, comandante regionale delle Fiamme gialle, ha dell´incredibile: sono ben 51.287 i morti che continuavano ad avere l´assistenza sanitaria. Con un danno all´erario di circa 14 milioni di euro. E l´indagine non è conclusa. Anche perché adesso ci sono da accertare le responsabilità. I magistrati delle Procure siciliane stanno esaminando i dossier inviati dai comandi provinciali della Finanza: non sempre le Ausl siciliane si sono dimostrate attente a verificare gli elenchi degli assistiti. In fondo, gli investigatori hanno fatto quello che ogni azienda sanitaria responsabile avrebbe dovuto disporre già da tempo: incrociare i propri elenchi con quelli del Comune, accertando anche eventuali errori riguardanti nomi, data di nascita e codice fiscale. Ma nessuna azienda sanitaria è collegata all´anagrafe comunale, questo hanno accertato le indagini della Finanza. Non è una giustificazione. Periodicamente, i Comuni inviano dei floppy disk o dei Cd alle amministrazioni sanitarie, con tutti i dati di aggiornamento dell´anagrafe. C´è grande attesa per le decisioni delle varie Procure siciliane sul caos degli assistiti. E molti uffici legali delle aziende hanno già iniziato una singolare corsa ai palazzi di giustizia, per prendere le distanze da quanto scoperto dalla Finanza.Dei 14 milioni di danno erariale, cinque sono da recuperare a Trapani. Tanto è costata l´assistenza di 7.628 pazienti deceduti dal 1986. Tanto l´azienda sanitaria ha pagato a 350 medici. È quanto è stato scoperto l´anno scorso dai controlli disposti dal comando provinciale di Trapani, diretto dal colonnello Giuseppe D´Angelo. Subito dopo, il comando regionale ha sensibilizzato tutti gli altri reparti dell´isola a fare analoghe verifiche. I risultati sono arrivati presto. L´indagine della Finanza ha messo in risalto soprattutto la disorganizzazione di molte aziende sanitarie. Soprattutto, perché le anagrafi delle Ausl continuano a essere scollegate dai computer dei Comuni e del Fisco, gli unici aggiornati. Ogni azienda si organizza a modo proprio. Una norma concede al massimo un anno di ritardo per sistemare gli elenchi e cancellare deceduti e trasferiti. L´Ausl 6 di Palermo è la più solerte. Ma molte altre Ausl hanno un arretrato ben più pesante. Risultato, oggi sono gli stessi medici di base a protestare: «Siamo noi i primi danneggiati da questa situazione di caos - spiegava Saverio La Bruzzo, vice segretario nazionale della Fimmg dopo l´operazione di Trapani - il medico può anche comunicare la morte del paziente, ma spesso i servizi amministrativi dell´Ausl non cancellano. E i Comuni trasmettono gli aggiornamenti con ritardo». Dove sta la ragione? Saranno la magistratura ordinaria e quella contabile a stabilirlo. Certo, se si troveranno ricette prescritte ai morti, allora scatteranno denunce anche per i medici, perché è la prova che sapevano. Qualche caso è stato già trovato dai finanzieri. Ad Agrigento, un medico faceva anche altro: poteva prescrivere tantissimi farmaci alla stessa persona soltanto cambiando l´ultima lettera del codice fiscale. Se avesse utilizzato il computer, non sarebbe stato possibile, perché nel sistema è contenuta l´anagrafe esatta di tutti gli assistiti. Avanti caos, dunque. Indagini a parte, il primo risultato dei controlli della Finanza porterà le Ausl a chiedere ai medici i rimborsi per quanto indebitamente incassato. «Plaudiamo al lavoro della Guardia di finanza che è riuscita a sventare questa gravissima truffa», dice Mario Baccini, presidente della federazione dei Cristiano popolari. «Il danno erariale di ingente somma, però, non è l´unico punto di apprensione per quel che accade intorno al mondo della sanità: la prima preoccupazione è l´assoluta mancanza di valori e rispetto per la vita e la salute dei cittadini».
La Repubblica, 16 novembre 2008

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