giovedì 27 novembre 2008

Mafia, clan Santapaola: 24 arresti nel catanese, anche un assessore di Forza Italia

Mafia, politica e imprenditoria. L’intreccio sommerso della Piovra siciliana è tornato ancora una volta galla, nella sua forma più tradizionale e pericolosa. Stavolta è emerso a Catania e nei paesi limitrofi, dove 200 militari, con tanto di elicotteri e unità cinofile, hanno eseguito 24 ordini di custodia cautelare. L’ordinanza, firmata dal gip Antonio Fallone, frutto di quasi tre anni di indagini e intercettazioni telefoniche e ambientali, ha duramente colpito la cupola di Cosa Nostra che comanda gli affari criminali nella Sicilia orientale. Nel mirino degli inquirenti sono finiti presunti affiliati alla cosca più potente del capoluogo eteneo, il clan Santapaola-Ercolano e le sue frange ramificate in alcune zone della provincia. A Paternò, in particolare, dove in manette sono finiti, oltre al capo cosca locale, Domenico Assinnata, anche l’assessore comunale ai Sevizi sociali, Carmelo Frisenna, eletto nelle liste di Forza Italia. Secondo quanto emerso dalle indagini, l'assessore sarebbe strutturalmente e organicamente inserito nel clan, come avamposto dell'organizzazione mafiosa all'interno dell'amministrazione comunale e, comunque, come riferimento strategico nel lucrativo settore dei pubblici impianti: un tramite con i responsabili di altri settori delle autonomie locali su cui la cosca intendeva investire.È il settore degli appalti edilizi, infatti, l’ambito dove la criminalità organizzata catanese, e i presunti affiliati indagati, avrebbero speculato coinvolgendo a vario titolo personaggi della pubblica amministrazione. E non solo: i capi d’accusa vanno dall’associazione mafiosa finalizzata a estorsioni, rapine e furti, all’acquisizione illegale di attività economiche, fino al controllo del libero esercizio del voto in occasione di competizioni elettorali. Tra gli arrestati, anche il capo clan di Bronte, Roberto Vacante, genero del defunto Salvatore Santapaola, fratello maggiore di 'Nittò, e il paternese Giuseppe Mirenna, storico appartenente della cosca dei Santapaola, specializzato nel settore degli appalti pubblici. L’operazione, denominata “padrini”, è il frutto di lunghe indagini avviate nel luglio del 2005, coordinate dal procuratore aggiunto di Catania, Giuseppe Gennaro, dal sostituto Agata Santanocito e dal magistrato della Direzione nazionale antimafia Carmelo Petralia, che hanno fatto luce anche sul movente di un agguato avvenuto a Paternò l’11 giugno del 2006, in cui vennero uccisi Roberto Faro e Giuseppe Salvia, e ferito gravemente il figlioletto di quest'ultimo, Alessio Salvia. I due sarebbero stati eliminati per avere compiuto ripetuti furti ai danni di imprese edili «tutelate» dal clan Santapaola. Per questo duplice omicidio sono già sotto processo, come esecutori materiali, Salvatore Assinnata, Alfio Scuderi, Giovanni Messina e Benedetto Beato, che vennero arrestati poco dopo il duplice omicidio e che dell’agguato non esitarono a sparare contro gli obiettivi, nonostante la presenza del figlio di Salvia, che allora aveva 7 anni.E mentre a Catania si chiude il cerchio intorno ai Santapaola-Ercolano, a Palermo la procura ha scoperto un’altra zona d’ombra della mafia siciliana, dalla quale potrebbero venire a galla nuovi intrecci tra Cosa Nostra e colletti bianchi. La polizia del capoluogo ha infatti arrestato cinque professionisti accusati di aver investito, per conto di boss palermitani, cospicue somme di denaro in borsa. Al centro delle indagini, che fanno luce sui meccanismi di riciclaggio del danaro sporco accumulato nelle casse della cupola, è finito anche il capomafia Antonio Rotolo. I cinque indagati arrestati sono accusati di associazione mafiosa, interposizione fittizia di beni e impiego di denaro o utilità di provenienza illecita. Si tratta di commercialisti e imprenditori i cui nomi erano già emersi durante le indagini che hanno portato in passato ai sequestri di beni dei boss locali.I provvedimenti cautelari, emessi dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, testimoniano, ancora una volta, l’evoluzione della realtà mafiosa verso forme sempre più sofisticate di investimento e speculazione.
L'Unità, 27 Nov 2008

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