D'Amore, che era sposato, era stato assolto il 19 maggio scorso dai giudici della seconda sezione della corte di assise di Palermo, che ha invece condannato all'ergastolo il padre della vittima, Carlo Giuseppe D'Amore e un fratello, Salvatore.La Corte aveva subito disposto l'immediata scarcerazione di D'Amore. Il pm Maria Forti aveva chiesto la condanna all'ergastolo per tutti e tre gli imputati. Alla lettura della sentenza, pronunciata nell'aula bunker del carcere Pagliarelli, numerosi parenti degli imputati che erano presenti in aula, hanno reagito alle due condanne con urla, proteste e insulti diretti ai familiari dell'ucciso, che si erano costituiti parte civile nel processo.Lo Forte venne assassinato a colpi di fucile e di pistola il 21 settembre 2003 nelle campagne di Lercara Friddi, nel palermitano. All'omicidio avrebbe assistito il figlio della vittima Francesco Lo Forte, che in aula ha puntato il dito contro i D'Amore, fornendo una testimonianza che è stata considerata un caposaldo per l'accusa.E' stato sempre Francesco Lo Forte a fornire un possibile movente dell'omicidio: il giovane ha spiegato che il padre era ritenuto dai D'Amore coinvolto nell'omicidio di un loro parente, Giuseppe D'Amore, facoltoso commerciante di Lercara ucciso nel 2001 senza che mai fossero scoperti gli assassini. Nell'uccisione di Salvatore Lo Forte è rimasto coinvolto anche il più piccolo dei fratelli D'Amore, che aveva 16 anni all'epoca dei fatti e per questo viene giudicato dal tribunale per i minori.
(La Sicilia, 08/07/2007)
Nessun commento:
Posta un commento