LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, signor Ministro, una pesante emergenza abitativa nei grandi centri urbani è diffusamente testimoniata dalla nascita di decine di comitati spontanei di «senza-casa» e dalle sempre più sollecite e pressanti richieste ai prefetti che intervengono, nella carenza di intervento da parte delle autorità locali. Dobbiamo registrare, dopo oltre quindici anni di assenze in materia di politiche abitative pubbliche, che da parte del Ministero delle infrastrutture è stato predisposto un piano pluriennale di intervento nel settore abitativo pubblico e sociale.
Ma dobbiamo al tempo stesso rilevare che l'emergenza è tale da imporre interventi molto più urgenti di quelli consentiti dal piano pluriennale predisposto dal Ministero delle infrastrutture. Per tale motivo chiediamo la posizione del Governo rispetto all'utilizzo dell'ingente patrimonio confiscato alla mafia che comprende un numero elevatissimo di appartamenti di civile abitazione.
Devo dire che proprio in questo momento la Commissione antimafia sta trattando il tema dell'utilizzo, proprio a fini abitativi, dell'ingente patrimonio confiscato alla mafia.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Orlando per l'interrogazione, perché permette di sollevare un problema molto consistente. Di fronte alla situazione di drammatica emergenza che si verifica in particolare nelle aree metropolitane, il Governo si è attivato dapprima varando un disegno di legge che ha bloccato gli sfratti per le categorie più svantaggiate, anziani ultrasessantacinquenni, famiglie con membri portatori di handicap e quant'altro. A seguito di tale provvedimento, divenuto legge 8 febbraio 2007 n. 9, con il Ministro Di Pietro abbiamo costruito un piano di intervento, sull'emergenza. Il problema che abbiamo ora aperto è il seguente: il piano è stato fatto, prevede in particolare il recupero degli alloggi pubblici non attualmente utilizzabili perché in condizioni non sufficientemente adeguate per essere locati; purtroppo sinora non abbiamo trovato una fonte di finanziamento di quel piano e quindi speriamo e ci impegniamo a lavorare affinché nella prossima legge finanziaria sia previsto un finanziamento congruo per poter affrontare l'emergenza. Per quanto riguarda l'utilizzo dei beni confiscati, condivido con lei la necessità di utilizzare tali beni. Ciò è previsto nel piano più generale sulla casa. Per quanto riguarda lo specifico mi sono attivato presso la dirigente dell'Agenzia del demanio in modo da realizzare, in tutte le situazioni ove è possibile, il passaggio degli immobili dal demanio statale ai comuni per consentire l'assegnazione dei beni già utilizzabili. Tale passaggio è già avvenuto adesso per alcuni comuni, negli anni scorsi è avvenuto nel comune di Palermo e in altri comuni. Ora il problema è di aumentare la disponibilità, dal momento che i beni confiscati sono parecchi. Mi sono dunque attivato con la responsabile dell'Agenzia del demanio e ho chiesto al Presidente del Consiglio di rendere più rapidi i tempi per la costruzione di un'agenzia specifica sulla gestione dei beni confiscati alle mafie, in modo da rendere questi beni più facilmente fruibili. Infatti, il problema che abbiamo oggi consiste nel fatto che tra l'atto di sequestro del bene e il momento in cui tali beni sono disponibili per la collettività trascorrono troppi anni. Due sono le azioni necessarie: lavorare con l'Agenzia del demanio per rendere immediatamente disponibili le unità abitative e chiedere al Presidente del Consiglio di costituire l'agenzia in modo che ciò venga fatto e possa diventare strutturale tale utilizzo dei beni a fini abitativi.
PRESIDENTE. Il deputato Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.
LEOLUCA ORLANDO. Signor ministro, desidero dichiararmi soddisfatto per la risposta ottenuta e per l'impegno organico ad affrontare, dopo un silenzio che dura dal 1990, il problema della edilizia abitativa pubblica nel nostro Paese. Devo nel contempo sollecitare il Governo perché presti attenzione ad alcune particolari condizioni, ad alcune città, ai grandi centri urbani nel nostro Paese. In questo momento è previsto che decine e decine di famiglie possano essere, ad esempio, sistemate in container nella città di Palermo; si tratta di container che risalgono al terremoto del 1968 - non avete ascoltato male: 1968! - assolutamente insalubri e inadeguati il cui costo di attivazione è forse superiore al costo dei normali affitti in appartamenti a prezzi di mercato. Devo ricordare che decine di famiglie sono ospitate in cosiddetti alberghi per alcune migliaia di euro al mese, che vengono pagate per ogni unità abitativa. C'è uno spreco di risorse enorme e, di fronte a ciò, si rende urgente utilizzare il patrimonio confiscato alla mafia. Risultano, peraltro, in corso di consegna al comune di Palermo ingenti quantità di tale patrimonio (500 appartamenti confiscati alla mafia), che potrebbero da subito dare una risposta all'emergenza abitativa, senza il ricorso a procedure mortificanti, in termini civili, e costose come quelle che ho appena elencato. Ritengo, altresì, opportuno che presso le prefetture si istituisca un tavolo di monitoraggio e controllo, affinché la confisca dei beni alla mafia, alla fine, non diventi una irrisione, rispetto all'operazione che si è compiuta. Troppi beni confiscati alla mafia sono non utilizzati o, addirittura, utilizzati da amici e parenti di coloro che ne erano proprietari e che erano i mafiosi oggetto di confisca. Ritengo sia opportuno fare chiarezza su ciò e forse occorre riattivare un tavolo tecnico presso ogni prefettura interessata, per un monitoraggio e un controllo sull'uso corretto dei beni confiscati (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
Ma dobbiamo al tempo stesso rilevare che l'emergenza è tale da imporre interventi molto più urgenti di quelli consentiti dal piano pluriennale predisposto dal Ministero delle infrastrutture. Per tale motivo chiediamo la posizione del Governo rispetto all'utilizzo dell'ingente patrimonio confiscato alla mafia che comprende un numero elevatissimo di appartamenti di civile abitazione.
Devo dire che proprio in questo momento la Commissione antimafia sta trattando il tema dell'utilizzo, proprio a fini abitativi, dell'ingente patrimonio confiscato alla mafia.
PRESIDENTE. Il Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere.
PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Orlando per l'interrogazione, perché permette di sollevare un problema molto consistente. Di fronte alla situazione di drammatica emergenza che si verifica in particolare nelle aree metropolitane, il Governo si è attivato dapprima varando un disegno di legge che ha bloccato gli sfratti per le categorie più svantaggiate, anziani ultrasessantacinquenni, famiglie con membri portatori di handicap e quant'altro. A seguito di tale provvedimento, divenuto legge 8 febbraio 2007 n. 9, con il Ministro Di Pietro abbiamo costruito un piano di intervento, sull'emergenza. Il problema che abbiamo ora aperto è il seguente: il piano è stato fatto, prevede in particolare il recupero degli alloggi pubblici non attualmente utilizzabili perché in condizioni non sufficientemente adeguate per essere locati; purtroppo sinora non abbiamo trovato una fonte di finanziamento di quel piano e quindi speriamo e ci impegniamo a lavorare affinché nella prossima legge finanziaria sia previsto un finanziamento congruo per poter affrontare l'emergenza. Per quanto riguarda l'utilizzo dei beni confiscati, condivido con lei la necessità di utilizzare tali beni. Ciò è previsto nel piano più generale sulla casa. Per quanto riguarda lo specifico mi sono attivato presso la dirigente dell'Agenzia del demanio in modo da realizzare, in tutte le situazioni ove è possibile, il passaggio degli immobili dal demanio statale ai comuni per consentire l'assegnazione dei beni già utilizzabili. Tale passaggio è già avvenuto adesso per alcuni comuni, negli anni scorsi è avvenuto nel comune di Palermo e in altri comuni. Ora il problema è di aumentare la disponibilità, dal momento che i beni confiscati sono parecchi. Mi sono dunque attivato con la responsabile dell'Agenzia del demanio e ho chiesto al Presidente del Consiglio di rendere più rapidi i tempi per la costruzione di un'agenzia specifica sulla gestione dei beni confiscati alle mafie, in modo da rendere questi beni più facilmente fruibili. Infatti, il problema che abbiamo oggi consiste nel fatto che tra l'atto di sequestro del bene e il momento in cui tali beni sono disponibili per la collettività trascorrono troppi anni. Due sono le azioni necessarie: lavorare con l'Agenzia del demanio per rendere immediatamente disponibili le unità abitative e chiedere al Presidente del Consiglio di costituire l'agenzia in modo che ciò venga fatto e possa diventare strutturale tale utilizzo dei beni a fini abitativi.
PRESIDENTE. Il deputato Leoluca Orlando ha facoltà di replicare.
LEOLUCA ORLANDO. Signor ministro, desidero dichiararmi soddisfatto per la risposta ottenuta e per l'impegno organico ad affrontare, dopo un silenzio che dura dal 1990, il problema della edilizia abitativa pubblica nel nostro Paese. Devo nel contempo sollecitare il Governo perché presti attenzione ad alcune particolari condizioni, ad alcune città, ai grandi centri urbani nel nostro Paese. In questo momento è previsto che decine e decine di famiglie possano essere, ad esempio, sistemate in container nella città di Palermo; si tratta di container che risalgono al terremoto del 1968 - non avete ascoltato male: 1968! - assolutamente insalubri e inadeguati il cui costo di attivazione è forse superiore al costo dei normali affitti in appartamenti a prezzi di mercato. Devo ricordare che decine di famiglie sono ospitate in cosiddetti alberghi per alcune migliaia di euro al mese, che vengono pagate per ogni unità abitativa. C'è uno spreco di risorse enorme e, di fronte a ciò, si rende urgente utilizzare il patrimonio confiscato alla mafia. Risultano, peraltro, in corso di consegna al comune di Palermo ingenti quantità di tale patrimonio (500 appartamenti confiscati alla mafia), che potrebbero da subito dare una risposta all'emergenza abitativa, senza il ricorso a procedure mortificanti, in termini civili, e costose come quelle che ho appena elencato. Ritengo, altresì, opportuno che presso le prefetture si istituisca un tavolo di monitoraggio e controllo, affinché la confisca dei beni alla mafia, alla fine, non diventi una irrisione, rispetto all'operazione che si è compiuta. Troppi beni confiscati alla mafia sono non utilizzati o, addirittura, utilizzati da amici e parenti di coloro che ne erano proprietari e che erano i mafiosi oggetto di confisca. Ritengo sia opportuno fare chiarezza su ciò e forse occorre riattivare un tavolo tecnico presso ogni prefettura interessata, per un monitoraggio e un controllo sull'uso corretto dei beni confiscati (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Verdi).
NELLA FOTO: Leoluca Orlando
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