domenica 15 luglio 2007

I volontari dei campi di lavoro hanno pulito l'area di Portella della Ginestra. "Anche così si coltiva la memoria"

Ieri mattina il nostro campo di lavoro ha effettuto una missione un pò particolare.
Infatti il previsto incontro pomeridiano previsto con alcuni superstiti della Strage di Portella della Ginestra è stata anticipata alla mattina. Dovevamo mantenere un impegno preso quindici giorni fa quando facendo visita a questa località avevamo preso atto del mancato taglio dell'erba e di una situazione certamente poco dignitosa per un luogo di ricordo e memoria del movimento contadino siciliano. Così io e Calogero salutando i compagni del luogo ci impegnammo a fare quanto prima una pulizia generale dell'area . Sono convinto che altri avevano questo compito in quanto è un dovere istituzionale tenere pulito e in modo decoroso i luoghi della memoria e di grande valore storico. Probabilmente il Sindaco di Piana degli Albanesi non la pensa così o forse preso dalle tante attività istituzionali si è "distratto". Potevamo fare un articolo di protesta sulla stampa o sollecitare un interrogazione in consiglio comunale. Abbiamo scelto un azione semplice e ricca di concretezza. Così i nostri 30 volontari con i frullini e altri strumenti hanno pulito tutta l'area. Portella della Ginestra può adesso essere più accogliente e ospitale .
Non ci servono ringraziamenti formali sono più che sufficienti i sorrisi e le strette di mano degli anziani compagni che quotidianamente vanno lì sul posto a raccontare quell'episodio ai turisti agli studenti che passono di lì. La memoria di questa strage che ancora oggi è oggetto di un Segreto di Stato deve vivere nel presente e nel futuro di tanti giovani. Forse , dopo tantissimi anni, è giunta l'ora di aprire questo fascicolo presente in un armadio del Ministero dell'Interno e raccontare ai giovani una verità tenuta nascosta, anzi "segregata". Chissà forse un giorno altri volontari di un campo di lavoro prenderanno la via di Roma per essere ricevuti al Ministero dell' Interno e portare su quel bellissimo altopiano siciliano il fascicolo dove è scritto una verità tenuta nasconta per oltre 60 anni. In fin dei conti i nostri campi di lavoro si chiamano "Liberarci dalle Spine " una frase che può essere letta da vari angoli della nostra cultura e della nostra attualità.
Dal mio punto di vista chi oggi governa questo paese deve trovare la forza di fare passi avanti nell'ambito della giustizia e della sete di verità che spesso il nostro paese esprime.
E' un occasione da non perdere. Speriamo in bene.
Un saluto e un ringraziamento particolare ai nostri trenta volontari che ieri mattina con semplicità e serenità hanno effettuato una bellissima iniziativa !!

Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine


NELLA FOTO: I volontari ascoltano il racconto della strage dai sopravvissuti

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