domenica 22 luglio 2007

Maria Patti: elogio ad una italiana fierissima

Parlare con lei era come fare un bagno nell'intelligenza. In una epoca in cui va di moda la effimera voglia di definirsi cittadini del mondo Lei ribadiva fino all'estremo che era orgogliosa di essere una italiana fierissima. Spesso si lamentava che la società odierna andava sempre più perdendo quei valori che fecero grande la cultura della nostra Patria : il supremo valore del rispetto di Dio e della Chiesa, la totale mancanza di orgoglio di appartenza alla propria Nazione, il degrado incontrollabile della famiglia come mattone fondamentale di ogni sana società. Spesso, parlando della globalizzazione galoppante, non si capacitava del perchè si doveva mettere a rischio secoli di cultura e tradizioni italiane grazie alla imperante "esterofilia" nella lingua, nelle Istituzioni nella cultura in generale. Si commuoveva quando parlava della nostra Patria: l'amore incontrollato per la sua Italia era forte, radicato, immensamente giustificato dalla enorme saggezza culturale di cui era dotata. Fu per me maestra di vita, fonte di granitico convincimento sugli ideali che andava divulgando e che sapevano tanto di apodittica genesi. Il suo sguardo dolce e a tratti indifeso nascondeva una forza intellettuale estrema che incuteva timore reverenziale con la stessa facilità con cui una lama taglia il burro. Ha voluto il Tricolore posto sulla sua bara segno fortissimo che il suo amore verso la sua Patria non avrà mai fine. Con lei se ne va l'ultimo membro della mia famiglia che ha fatto di certi ideali una ragione di vita. Addio littoriana Maria.
DINO LEVITA

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