giovedì 30 agosto 2007

Cartoline in carcere a Riina e Provenzano: "La pace è finita". E a Palermo è allarme

La missiva è stata intercettata dalla polizia penitenziaria. La busta indirizzata al carcere di Opera di Milano in "via Borsellino"

PALERMO - Poche parole scritte sul retro di due cartoline recapitate in carcere dentro a una busta bianca. Poche parole che hanno destato molta preoccupazione alla procura di Palermo. I destinatari sono Toto' Riina e Bernardo Provenzano. Il testo dice: "La pace è finita". Potrebbe trattarsi dell'avvertimento di un'imminente ripresa della strategia stragista. La missiva è stata intercettata dalla polizia penitenziaria che ritiene la vicenda molto allarmante. La procura di Palermo ha ora aperto un'inchiesta sulla lettera. I dettagli della vicenda sono ancora più inquietanti. La busta era indirizzata al carcere di Opera di Milano l'indirizzo indicato era "via Borsellino". La strada, secondo gli investigatori, è intenzionalmente sbagliata con una chiara allusione alla tragica strage di via d'Amelio in cui, nel 1992, venne ucciso il magistrato Paolo Borsellino. C'è poi il giorno di spedizione. La lettera è stata infatti spedita dal capoluogo lombardo il 20 luglio, ovvero un giorno dopo l'anniversario dell'eccidio. E infine la scelta dello stadio di san Siro. Secondo gli inquirenti non sarebbe casuale e rimanderebbe all'attentato mafioso sfumato, nel 1993, allo stadio Olimpico di Roma. Nel frattempo i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno avviato accertamenti in seguito all'ipotesi che potrebbe esserci un nuovo asse mafioso fra i boss detenuti Leoluca Bagarella e Nitto Santapaola. I due capimafia, in occasione del trasferimento che prevedeva che uno andasse ad occupare la cella dell'altro, hanno entrambi lasciato sul tavolo la propria fede nuziale. L'episodio è stato segnalato alle procure di Catania e Palermo dal Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) che ha scoperto lo strano "scambio di anelli". Il gesto potrebbe essere il segnale di un "matrimonio" fra due correnti mafiose fino adesso rimaste distanti.
(La Repubblica, 29 agosto 2007)

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