mercoledì 8 agosto 2007

Buccinasco (MI) - Revocato il progetto della pizzeria sociale nell’immobile confiscato alla ‘ndrangheta

L'ASSOCIAZIONE "LIBERA": “Preoccupante segnale per quel territorio”. Vanificata la richiesta di un tavolo istituzionale presso la Prefettura di Milano

“Prendiamo atto che la nostra richiesta di un tavolo di concertazione presso la Prefettura di Milano a settembre viene vanificata nei fatti con la decisione presa il 2 agosto u.s. dall’amministrazione comunale di Buccinasco. Ci preoccupa molto questo segnale sia per il contesto che per il periodo in cui viene dato. Per il contesto, in quanto si tratta di un territorio – quello a sud di Milano – da tempo luogo di infiltrazioni mafiose e il mancato utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle cosche è oggettivamente un segnale negativo. Dall’altro il periodo, in quanto una decisione così importante non può essere presa, secondo noi, in un momento come quello delle ferie estive, dove l’attenzione della pubblica opinione, di cittadini e associazioni e finanche delle stesse Istituzioni viene normalmente meno. Con un colpo di spugna si cancella così la possibilità di avviare già nel 2008 le attività previste, attività non solo di carattere economico, ma anche di ordine culturale e sociale. Riparte così da capo l’iter di destinazione e si perdono anni preziosi per dimostrare la capacità dello Stato di colpire le ricchezze mafiose in tempi rapidi”.

Con queste parole Lorenzo Frigerio, referente di Libera per la Lombardia, commenta la scelta del Comune di Buccinasco di annullare la delibera assunta dalla precedente Giunta, con la quale si assegnava l’immobile di via Bramante, un tempo della ‘ndrangheta, alla Cooperativa Sociale Spazio Aperto per la realizzazione di una pizzeria sociale aperta ad attività di educazione alla legalità.

Un tempo la pizzeria di via Bramante era ritrovo per le cosche calabresi della zona; successivamente confiscata dallo Stato, questo luogo, oltre alle finalità di ordine economico – un esercizio di attività commerciale, che prevedeva l’utilizzo di personale con problemi di inserimento lavorativo – ne aveva sicuramente di ordine evocativo: la pizzeria, un tempo di proprietà della mafia, sarebbe diventata un simbolo dell’antimafia, utilizzando i prodotti delle cooperative di Libera Terra che lavorano su beni confiscati (olio, farina, passata di pomodoro, vino e altro); sarebbe stata anche un luogo di ritrovo per cittadini e associazioni; uno spazio per la diffusione della cultura della legalità, con l’organizzazione di incontri e dibattiti aperti alle scuole e al territorio.

A nulla sono valsi gli appelli di cittadini, associazioni nazionali e locali a ragionare con calma e insieme alle diverse realtà interessate sulla destinazione del bene e le forti perplessità della nuova amministrazione comunale sul progetto in questione sono venute alla luce nella seduta del Consiglio Comunale del 19 luglio, quando il sindaco ha comunicato la volontà di annullare la delibera, senza però contemporaneamente proporre destinazioni diverse. Una seduta consiliare poi chiusasi all’una di notte, con un minuto di silenzio in ricordo di Paolo Borsellino e delle altre vittime di mafia, a quindici anni dalla strage di via D’Amelio.

“A settembre – conclude Frigerio di Libera – chiederemo ancora una volta a tutti i soggetti coinvolti (Prefettura, Agenzia del Demanio, Comune, Provincia, associazioni e cooperative sociali) un chiaro e inequivocabile impegno affinché si possa arrivare al più presto ad un effettivo utilizzo dei beni presenti in quel territorio che sono della comunità di Buccinasco e di nessuna maggioranza politica”.

Milano, 8 agosto 2007
NELLA FOTO AL CENTRO: Il sindaco di Buccinasco Loris Cereda

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