sabato 17 novembre 2007
Don Leo Pasqua: "Voglio esprimere il mio disappunto sugli atteggiamenti poco maturi a proposito del trasferimento di don Francesco..."
Ciao cari amici, sono don Leo Pasqua, corleonese doc, immamorato della mia parrocchia di origine S. Rosalia, dove sono stato educato nella fede e dove ho ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana.Incardinato nella Diocesi di Palermo, attualmente svolgo il servizio di Vice Rettore nel seminario Arcivescovile, rimanendo comunque legato a Corleone dove spesso mi ritrovo a celebrare L'Eucaristia. Volevo esprimere il mio disappunto per l'atteggiamento poco maturo, che si sta assumendo a proposito del trasferimento di don Francesco Carlino al quale mi lega una profonda e fraterna amicizia.Questa vicenda, che non mi ha lasciato certamente indifferente, bisogna leggerla con gli occhi della fede, prima di farla diventare oggetto di critica e di cortile.Credo che il Signore voglia invitare la comunità di S. Rosalia a fare un salto di qualità e a dimostrare una certa maturita nella fede come risultato di un cammino intenso e intelligente condotto grazie alla sollecitudine di Pastori saggi e prudenti quali Mons. Girolamo Liggio, don Domenico Mancuso, e per ultimo don Francesco.Pertanto sarebbe un grave errore vanificare tutto ciò che si è costruito con fatica giudicando la scelta del vescovo Di Cristina e insinuando falsità sulle motivazioni del trasferimento.Noi sacerdoti il giono dell'ordinazione abbiamo fatto una promessa di obbedienza nelle mani del nostro vescovo e don francesco in questo momento ci sta offrendo un grande esempio di umiltà e di accettazione della volontà di Dio.Per cui credo che il più bel regalo che possiamo fare a don Francesco é l'assunzione di un atteggiamnto di ascolto, di fiducia e di abbandono,che non solo dicono la maturita raggiunta da una comunità cristiana, ma costituiscono i frutti più belli di quanto don Francesco ha seminato nello svolgimento del suo ministero come parroco della nostra parrocchia.E allora bando alle critiche e con speranza e spirito di obbedienza continuiamo a lavorare nella vigna del Signore, nella consapevolezza che Dio nostro Padre non abbandona i suoi figli. don Leo Pasqua
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4 commenti:
CONDIVIDO IN PIENO L'INTERVENTO DI DON LEO PASQUA.VORREI RASSICURARE TUTTI CHE LA DECISIONE DEL VESCOVO E' STATA COMUNICATA PRIMA A DON FRANCESCO E POI A TUTTO IL CONSIGLIO PASTORALE CONVOCATO DA SUA ECCELLENZA, IL QUALE CON PATERNA SOLLECITUDINE HA INVITATO TUTTI AD ANDARE AVANTI, CON SENSO DI RESPONSABILITA',NELLA PASTORALE TRACCIATA DA DON FRANCESCO INSIEME AL CONSIGLIO PASTORALE .TENGO A PRECISARE CHE DON FRANCESCO CON SPIRITO DI UBBIDIENZA E SENSO DI RESPONSABILITA' HA DETTO SI AL NUOVO SERVIZIO CHE INTRAPRENDERA' A PRIZZI, INVITANDO TUTTI ALLA PREGHIERA E A LEGGERE TUTTO CON GLI OCCHI DELLA FEDE ,ACCETTANDO LA VOLONTA' DI DIO CHE SI MANIFESTA NELLA PERSONA DEL NOSTRO VESCOVO, PASTORE E GUIDA DELLA NOSTRA PORZIONE DI CHIESA PARROCCHIALE S ROSALIA. POI VOGLIO RINGRAZIARE IL SIGNORE PER L'ESEMPIO DI PASTORE INFATICABILE CHE DON FRANCESCO CI HA DATO IN QUESTO TEMPO TRASCORSO CON NOI. MI AUGURO CHE IL SUO ESEMPIO DI UBBIDIENZA FACCIA RIFLETTERE TUTTI. LA CHIESA HA BISOGNO DI ESEMPI POSITIVI.AUGURO A DON FRANCESCO DI ESSERE SEMPRE PIU' UBBIDIENTE ALLA VOLONTA' DI DIO E SEMPRE PIU' IN COMUNIONE CON IL PROPRIO VESCOVO ,COSI' SI COSTRUISCE LA CHIESA . INVITEREI QUANTI GRIDANO ALLO SCANDALO PER QUESTA DECISIONE IMPOPOLARE DEL VESCOVO A RIFLETTERE E AL POSTO DI STARSENE ALLE FINESTRE DI USCIRE DAL PROPRIO GUSCIO PER IMPEGNARSI DI PIU' NELLA VITA DELLA CHIESA CHE INVITA TUTTI A SVOLGERE UN SERVIZIO. C' E' POSTO PER TUTTI .SIETE I BENVENUTI.
P.S
COME PERSONA SONO DISPIACIUTO DI QUESTO TRASFERIMENTO PERCHE' I LEGAMI UMANI NON POSSONO ESSERE CANCELLATI . LA FEDE COLMERA' QUESTO DISAGIO MA CI TERRA' UGUALMENTE VICINI NELLA COMUNIONE DELLA NOSTRA CHIESA UNITI NELLA PREGHIERA
CONDIVIDO IN PIENO L'INTERVENTO DI DON LEO PASQUA.VORREI RASSICURARE TUTTI CHE LA DECISIONE DEL VESCOVO E' STATA COMUNICATA PRIMA A DON FRANCESCO E POI A TUTTO IL CONSIGLIO PASTORALE CONVOCATO DA SUA ECCELLENZA, IL QUALE CON PATERNA SOLLECITUDINE HA INVITATO TUTTI AD ANDARE AVANTI, CON SENSO DI RESPONSABILITA',NELLA PASTORALE TRACCIATA DA DON FRANCESCO INSIEME AL CONSIGLIO PASTORALE .TENGO A PRECISARE CHE DON FRANCESCO CON SPIRITO DI UBBIDIENZA E SENSO DI RESPONSABILITA' HA DETTO SI AL NUOVO SERVIZIO CHE INTRAPRENDERA' A PRIZZI, INVITANDO TUTTI ALLA PREGHIERA E A LEGGERE TUTTO CON GLI OCCHI DELLA FEDE ,ACCETTANDO LA VOLONTA' DI DIO CHE SI MANIFESTA NELLA PERSONA DEL NOSTRO VESCOVO, PASTORE E GUIDA DELLA NOSTRA PORZIONE DI CHIESA PARROCCHIALE S ROSALIA. POI VOGLIO RINGRAZIARE IL SIGNORE PER L'ESEMPIO DI PASTORE INFATICABILE CHE DON FRANCESCO CI HA DATO IN QUESTO TEMPO TRASCORSO CON NOI. MI AUGURO CHE IL SUO ESEMPIO DI UBBIDIENZA FACCIA RIFLETTERE TUTTI. LA CHIESA HA BISOGNO DI ESEMPI POSITIVI.AUGURO A DON FRANCESCO DI ESSERE SEMPRE PIU' UBBIDIENTE ALLA VOLONTA' DI DIO E SEMPRE PIU' IN COMUNIONE CON IL PROPRIO VESCOVO ,COSI' SI COSTRUISCE LA CHIESA . INVITEREI QUANTI GRIDANO ALLO SCANDALO PER QUESTA DECISIONE IMPOPOLARE DEL VESCOVO A RIFLETTERE E AL POSTO DI STARSENE ALLE FINESTRE DI USCIRE DAL PROPRIO GUSCIO PER IMPEGNARSI DI PIU' NELLA VITA DELLA CHIESA CHE INVITA TUTTI A SVOLGERE UN SERVIZIO. C' E' POSTO PER TUTTI .SIETE I BENVENUTI.
P.S
COME PERSONA SONO DISPIACIUTO DI QUESTO TRASFERIMENTO PERCHE' I LEGAMI UMANI NON POSSONO ESSERE CANCELLATI . LA FEDE COLMERA' QUESTO DISAGGIO MA CI TERRA' UGUALMENTE VICINI NELLA COMUNIONE DELLA NOSTRA CHIESA UNITI NELLA PREGHIERA
TOTO' MILAZZO
Leoluca Criscione scrive:
Gentile Don Leo Pasqua,
il tono della Sua lettera, mi ricorda quello dei ‘miei’ parroci (anni sessanta), che mi indussero a lasciare la chiesa: niente critiche, anche se costruttive, ma sottomissione, obbedienza e fede in un Signore, che, apparentemente, vede le tante, tantissime, troppe ingiustizie di questo mondo, ma lascia fare…
Quel Suo ‘’E allora bando alle critiche e con speranza e spirito di obbedienza continuiamo a lavorare nella vigna del Signore”, è un messagio quasi minaccioso, che una comunità desiderosa di vivere attivamente il messaggio di umanità del vangelo (molti insegnamenti del quale sono condivisi anche da non credenti), non può accettare.
A mio parere, il Vescovo dovrebbe intervenire di persona e chiarire pubblicamente i veri motivi di questo trasferimento, che apparentemente sta facendo riscaldare gli animi dell’una e dell’altra ‘’tifoseria’’. Il silenzio non è sempre d’oro!
Un CORdiaLEONESE saluto DOC dalla Svizzera,
Leoluca Criscione
Salve a tutti!
Sono don Salvatore Ruffino, originario di Corleone, sacerdote incardinato nell’Eparchia di Piana degli Albanesi, vicario parrocchiale presso la parrocchia «Maria SS.ma Annunziata» in Mezzojuso (PA). Saluto di cuore quanti sono intervenuti in questo blog, a vario titolo, alla discussione sul trasferimento di don Francesco Carlino; in particolar modo ringrazio don Leo Pasqua, amico carissimo e fratello nel sacerdozio, per le edificanti parole di uomo di fede che ha saputo esprimere nei confronti di tutta questa dolorosa vicenda. Mi associo a quanti hanno voluto esternare affetto, amicizia e solidarietà a don Francesco, ma continuo a rimanere molto perplesso sull’utilità di farlo in un blog come questo dove, purtroppo, accanto ai sentimenti più vivi e più veri, il rischio della strumentalizzazione rimane in agguato, e la manipolazione dell’informazione non rende affatto onore alla verità: mi riferisco a quanti, “sedicenti” amici, vuoi per ignoranza dei fatti, vuoi per incolpevole confusione (riconosciamo a tutti - comunque - la buona fede!), fanno girare notizie davvero accessorie e, allo stato attuale della situazione, non fondate, come per esempio quella che riguarderebbe la chiusura o l’eventuale accorpamento della Parrocchia «S. Rosalia» alla Chiesa Madre di Corleone.
Essendomi informato con i rappresentanti del Consiglio Pastorale della Parrocchia stessa (cosa che consiglio a quanti volessero saperne di più prima di esprimere alcun tipo di giudizio in merito!), risulta che la comunicazione di Sua Ecc.za Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo di Monreale, su tale argomento sia stata molto eloquente e chiara: la Parrocchia non viene chiusa e rimane, momentaneamente, affidata ad un Amministratore Parrocchiale (don Vincenzo Pizzitola, Decano di Corleone) in attesa di un nuovo parroco. L’Amministratore è, infatti, una figura suppletiva e ausiliaria, in periodo di sede vacante, che già in se stessa ricorda l’attesa di un nuovo arrivo, di una nuova nomina, e dice della non definitività o risoluzione della questione in atto, che rimane aperta e all’attenzione di chi di competenza; altrimenti, lo stesso Padre Decano, o un altro sacerdote disponibile, sarebbe già stato nominato parroco di «S. Rosalia»!
Dopo questo primo commento, che spero possa essere di chiarimento, mi permetto di esprimere alcune mie considerazione personali, nella certezza che non mancheranno di rispetto a nessuno, tantomeno a don Francesco Carlino, col quale ho avuto possibilità di parlare a lungo, data la profonda amicizia che da sempre ci lega, e che so condividere in pieno le riflessioni che seguono.
Accettare la proposta di un trasferimento ad altro luogo, o servizio, o parrocchia, rientra nell’ordinario della vita e del ministero di un sacerdote, nella normalità spontanea di chi si sa e si comprende come fedele collaboratore del Vescovo in una Chiesa locale che, per andare avanti e crescere nella fede, necessita della disponibilità generosa, anche offerta in sacrificio, di coloro che a questa collaborazione sono chiamati direttamente da Dio e a questa missione hanno consacrato tutta la loro esistenza: quindi, niente di strano se, in spirito di ‘filiale rispetto e obbedienza’ – come promettiamo nelle mani del Vescovo ordinante, un sacerdote, don Francesco Carlino nello specifico, accetti serenamente e con slancio pastorale la proposta di trasferimento ad altra destinazione. Spesso mi sono ritrovato ad affermare, insieme a don Francesco che ’l’obbedienza è una cosa seria’, e lo è realmente, e so quanto a questo creda profondamente don Francesco stesso. Non si dice ‘obbedisco’ tanto per dire, come se si avesse davanti un generale dell’esercito: non è su questo piano che può essere compresa una virtù di fede tanto potente e importante, la stessa che Gesù Cristo ci ha insegnato con la sua stessa vita e la sua morte in croce, in obbedienza alla volontà del Padre. Nessuno di noi sacerdoti si trova in un luogo o in un altro per fare la propria volontà, neanche sotto l’egida o la giustificazione del tanto bene che si potrebbe fare rimanendo in quel luogo piuttosto che in un altro, in quella parrocchia piuttosto che in un’altra, ma la volontà di Dio, costi quel che costi: il vero bene è lì dove il Signore ti vuole e ti manda. Dire ‘obbedisco’ è per noi ripetere quell’ ‘Eccomi’ che un giorno abbiamo pronunciato davanti a tutta la comunità ecclesiale e che ci ha impegnati per la vita ad una fedeltà senza limiti e senza riserve, senza ricerca alcuna di comodi personali né di facili compromessi: abbiamo giurato davanti a Dio e alla Chiesa che avremmo sempre anteposto il bene divino e quello ecclesiale a qualsiasi considerazione personale.
In questo crediamo, in questo crede fermamente don Francesco: rifiutare o accennare un diniego sarebbe adesso come tradire quella promessa che lo ha fatto sacerdote, sarebbe adulterare il senso di una vocazione e di una missione, sarebbe tradire la stessa Parrocchia di «S. Rosalia» e la fiducia di tanti parrocchiani che lo hanno seguito come guida e pastore amorevole di quella comunità, sconfermando adesso quanto testimoniato in questi anni di instancabile servizio nell’obbedienza. E’ certamente un discorso duro all’affetto umano, ma bisognerà pur sempre ricordare, che solo nell’obbedienza e nella comunione di fede al Vescovo, un sacerdote è pienamente sacerdote, guida e pastore di una parrocchia; bisognerà ancora ricordare che anche quando don Francesco venne a Corleone fu per un trasferimento accolto nell’obbedienza!
Quando a un sacerdote viene fatta una proposta di trasferimento, è a un sacerdote che la proposta viene fatta! Mi spiego: la proposta di trasferimento viene fatta ad una persona, un uomo, che l’accoglie e risponde sulla base del suo essere sacerdote, di un linguaggio di fede condiviso da lui e dal Vescovo, nella comune ansia pastorale che fa dell’uno e dell’altro veri cooperatori per il Regno dei Cieli. Nessuna umana considerazione può e deve prendere il sopravvento. Il sacerdote sa che quello che si ritrova davanti non è, in prima istanza, l’eccellenza dell’autorità istituzionalizzata, né semplicemente un superiore dello Stato Vaticano, né un politico che pianifica la carriera dei suoi uomini di fiducia, né un giocoliere del circo che muove i fili di impersonali marionette da spettacolo, né un campione di dama che muove le sue pedine per vincere chissà quale ennesima partita… Il sacerdote sa che davanti a sé ha prima di tutto un apostolo di Cristo, un padre e un pastore della Chiesa che ha giurato di servire; è uno strumento dallo Spirito Santo scelto per una missione di cui egli, il Vescovo, avverte tutta la pesantezza e la responsabilità davanti a Dio e agli uomini, ben lungi dal giocare o dal concertare a tavolino orchestrazioni di chissà quale natura!
Il sacerdote sa che il padre ha bisogno di fidarsi dei suoi figli per aiutare, lavorando nella vigna del Signore, tutti quelli che sono affidati alle sue cure pastorali, tutti i fedeli della Chiesa che serve, senza particolarità o parzialità nelle decisioni da prendere; lo stesso atteggiamento di imparzialità è richiesto ad ogni sacerdote che serve la Chiesa.
Il sacerdote sa che quando un Vescovo chiede, è perché davvero si fida di lui per affidargli una missione, per condividere il cammino, per ottenere collaborazione, collaborazione che ogni sacerdote prontamente non farà mancare mai! E’ la stessa volontà di Dio in gioco per chi sa, come lo sa don Francesco, che nella persona e nel ministero del Vescovo di Monreale è Dio Padre stesso che si rivela per attestare ancora la sua fedeltà e la sua provvidenza per questa Chiesa. Come dire di no?! Perché dire di no?! Può un figlio non dare fiducia al proprio Vescovo?!
Certamente alla mente di don Francesco, alla richiesta del Vescovo, non saranno affiorate altre considerazioni, se non quelle che ogni buon sacerdote – nella fede e nell’amore al proprio Vescovo - è chiamato ad avere e a testimoniare con la vita. È facile, ora, comprendere come si sia molto lontani da tutte quelle riflessioni, legittime, ma umane, che da giorni affollano le vie di Corleone, e che se avessero voluto sortire l’effetto della tentazione nella mente di don Francesco, non solo non vi sono riuscite, ma hanno causato ancor più divisione, scompiglio, confusione, in quanti prestano l’orecchio a semplice dicerie senza fondamento, senza prendersi la briga di porre a verifica seria il ‘sentito dire’: carrierismo da parte del Decano, giochi sporchi della Curia, meriti personali, punizioni, promozioni, ingiustizie varie da parte del Vescovo, insensibilità, mancanza di chiarezza sui reali motivi (quali?!), e quant’altro la fantasia possa produrre!
Ma come è possibile che la decisione di un Vescovo possa essere intesa come ingiustizia? A che pro? Potrebbe mai un padre prendersi gioco dei suoi figli, dei suoi collaboratori primi? Potrebbe mai un pastore di Dio non pensare al reale bisogno di una sacerdote per la Parrocchia «S. Rosalia» in Corleone, sapendola viva e attiva e speranzosa nell’attesa? Potrebbe mai un Vescovo non preoccuparsi prontamente per la comunità parrocchiale di «S. Rosalia» in Prizzi, data la situazione di urgenza nella quale versa?
Questa sarebbe ingiustizia, ma di ingiustizie, per fortuna, non penso ne siano state affatto commesse.
Se don Francesco non avesse accettato la preghiera del Vescovo sarebbe stata davvero un’ingiustizia grave, ma neanche questa, per parte sua, per fortuna, si è avuta.
Se la Parrocchia «S. Rosalia» avesse osteggiato il piano pastorale del Vescovo e la sua decisione, che reputiamo fatta con attento discernimento, sarebbe stata un’ingiustizia davvero scandalosa, ma neanche questa è stata mai perpetrata, nonostante il dolore e lo sconforto di tutti.
Se si mancasse di speranza e di ottimismo sarebbe un peccato grave contro l’opera di Dio e l’azione consolatrice dello Spirito Santo, ma per grazia divina, tutti si rimane nell’attesa, nella preghiera e nella fiduciosa speranza che il Signore verrà presto a visitare di nuovo «S. Rosalia» e a consolarla come solo Lui sa fare!
A Mons. Di Cristina va, dunque, tutta la nostra fiducia e il nostro sostegno nella preghiera e nell’obbedienza filiale, perché come buon Pastore, come Cristo in mezzo ai suoi, possa sempre annunciare il Vangelo di salvezza con franchezza e con coraggio, anche quando possa ricevere, purtroppo, incomprensione e ostilità.
Anche se non appartengo di diritto al presbiterio di Monreale, sento di potere rivolgermi al Vescovo di Monreale come figlio nella fede nell’unica Chiesa che amiamo, per dirgli grazie per come ha saputo guidare e sostenere don Francesco in questo momento così delicato, con carità e vera umanità, con delicatezza di tratto e paterna sollecitudine.
A don Francesco Carlino diciamo insieme grazie per la sua indefettibile obbedienza al Padre Vescovo; per la sua profonda e radicata capacità di sapere e di volere leggere le cose di Dio con i soli occhi della fede; per il suo coraggio di mettersi sempre in discussione e di lasciarsi scuotere e guidare dallo Spirito Santo lungo i sentieri dell’amore che si dona instancabilmente; per la sua tenace testimonianza di fede e di coerenza sacerdotale; per la sua capacità di non tirarsi indietro nonostante tutto; per il dono del suo sacrificio per la santificazione della Chiesa tutta, di «S. Rosalia» in particolare; personalmente, poi, lo ringrazio perché ancora una volta, con la sua stessa vita, mi è da esempio e da sprone per continuare a credere negli alti valori delle virtù cristiane che insieme professiamo e ricerchiamo…
Alla Parrocchia «S. Rosalia», a tutti i parrocchiani e in particolar modo ai rappresentanti del Consiglio Pastorale Parrocchiale diciamo grazie per la grande capacità di ascolto, di accoglienza che hanno avuto nei confronti di una notizia, per loro, non certo attesa né bella; per il grande sforzo che tutti stanno comunque compiendo per comprendere e non chiudersi alle esigenze della carità missionaria nell’unica Chiesa di Monreale; per la fiducia accordata da subito al Vescovo; per la loro voglia di fare e di continuare, mettendo a frutto quanto hanno imparato dello spirito di servizio dal loro parroco don Francesco; per la grande maturità spirituale dimostrata nella capacità di dire ancora, e non solo per dire, “Fiat Voluntas Dei”!
Comunità come questa rendono bello e significativo ogni sacrificio che un parroco possa fare!!!
Auguri a don Francesco per il nuovo incarico.
Auguri alla comunità parrocchiale «S. Rosalia» in Prizzi, ma auguri ancor di più alla Parrocchia «S. Rosalia» in Corleone, perché siete stati voi la forza di don Francesco nell’affrontare anche questa scelta… Continuate ancora ad esserlo e… non temete: è il regno di Dio che conta e che viene!!!
AUGURI A TUTTI
Don Salvatore Ruffino
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