lunedì 12 novembre 2007

Il Consorzio "Sviluppo e Legalità" scrive alla Direzione Distrettuale Antimafia per conoscere le imprese che pagano il "pizzo"

CONSORZIO SVILUPPO E LEGALITA’

Alla Procura della Repubblica di Palermo
Direzione distrettuale antimafia
presso il Tribunale di Palermo
Palermo

E p.c. Al Prefetto di Palermo
Palermo


Oggetto: Appalti pubblici di lavori. Clausole di salvaguardia. Richiesta di notizie.

Il Consorzio Sviluppo e Legalità è destinatario di finanziamenti pubblici da parte del Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza gestore dei Fondi del Programma operativo nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” cofinanziato dalla Comunità Europea per il recupero, per finalità produttive, di beni confiscati alla mafia entrati a far parte, ex L.575/65 e successive modifiche ed integrazioni, nel patrimonio dell’Ente.
Ormai da tempo purtroppo si assiste a fenomeni patologici di assoluta gravità, destinati a suscitare allarme sociale particolarmente intenso ed a pregiudicare il corretto svolgimento dell'attività amministrativa, quali i tentativi da parte della criminalità organizzata di infiltrarsi nel sistema degli appalti, sia in sede di aggiudicazione sia in sede di esecuzione dei lavori.
Tale penetrazione della criminalità organizzata nel settore imprenditoriale si è realizzata attraverso l’assunzione diretta di iniziative imprenditoriali da parte delle associazioni mafiose ovvero mediante la strumentalizzazione, attraverso diverse modalità operative, di imprese originariamente non contigue alle stesse.
Allo scopo di garantire l’affidabilità dell’impresa contraente in relazione all’utilizzo di risorse della collettività e al fine di prevenire o reprimere eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata, questa Amministrazione ha inserito nei propri bandi di gara apposite clausole a salvaguardia, tra l’altro, dell'ordine e della sicurezza pubblica e a tutela di quelle imprese che operano sul mercato in condizioni di assoluta trasparenza.
Il fenomeno, tanto noto quanto esteso e preoccupante, del pagamento del “pizzo” da parte di imprese impegnate nell’esecuzione di lavori pubblici a favore della criminalità organizzata ha stimolato questa Amministrazione ad adottare una serie d'iniziative normative di contrasto tra le quali la previsione nei bandi di gara per l’affidamento dei lavori pubblici dello specifico obbligo a carico delle ditte aggiudicatarie dei lavori di segnalare all’Ente qualsiasi tentativo di turbativa, irregolarità o distorsione nelle fasi di svolgimento della gara e/o durante l'esecuzione del contratto, o di denunciare alle forze di polizia ogni tentativo di estorsione, intimidazione o condizionamento di natura criminale (richieste di tangenti, pressioni per indirizzare l'assunzione di personale o l'affidamento di subappalti a determinate imprese, danneggiamenti/furti di beni personali o in cantiere, etc.).
L’inosservanza dei suddetti obblighi determina la revoca dell’appalto da parte dell’Amministrazione.
Considerato che da notizie diramate dagli organi di stampa si apprende che nel corso delle operazioni che hanno condotto all’arresto di Lo Piccolo Salvatore e altri, sarebbero stati ritrovati “libri mastro” contenenti indicazioni su ditte impegnate nell’esecuzione di lavori pubblici che avrebbero versato indebitamente somme a favore dell’organizzazione criminale denominata “Cosa Nostra”, con la presente anche al fine di dare effettività alle superiori previsioni si chiede a codesta spettabile Procura, nel momento in cui verrà meno il segreto istruttorio, di comunicare a questo Ente, se a carico di taluna delle imprese di cui all’allegato elenco sussistano elementi che inducano a ritenere che le stesse abbiano subito tentativi di estorsione da parte della criminalità organizzata e non abbiano formalmente denunciato i fatti.
Cordiali saluti.
San Giuseppe Jato 7.11.2007

Il Direttore
F.to Avv. Lucio Guarino

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