martedì 6 novembre 2007

Mafia. Individuato il covo dei Lo Piccolo. Adesso è cominciata l'analisi dei "pizzini"

PALERMO - È durata tutta la notte la catalogazione dei pizzini e dei documenti trovati ieri nella villetta di Giardinello in cui sono stati arrestati i quattro latitanti mafiosi Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi. I boss sono stati ieri sera rinchiusi in quattro istituti di pena differenti, che si trovano fuori dalla Sicilia e che non sono stati resi noti. Per Salvatore Lo Piccolo, ricercato da 25 anni, è stata dunque la prima notte trascorsa in cella. Il boss negli ultimi mesi, dopo l'arresto di Provenzano, era diventato il suo erede naturale alla guida di Cosa nostra a Palermo, e aveva iniziato a imporre il pizzo a commercianti e imprenditori.

I "PIZZINI" - Gli agenti della Squadra mobile hanno proseguito per tutta la notte l'analisi dei foglietti di carta e degli appunti trovati in possesso dei latitanti, tutti ritenuti importanti e che sono adesso al vaglio dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Un lungo elenco di nomi di imprenditori che pagano il pizzo a Cosa nostra, una serie di attività commerciali accanto alle quali è segnata una cifra. Le indicazioni sono riportate su alcuni fogli trovati ieri nella valigetta in cuoio del boss Salvatore Lo Piccolo. Sono centinaia i documenti sequestrati, pieni di particolari e di riferimenti ad attività illecite e di contatti con tutte le famiglie mafiose di Palermo. Nei pizzini vi sono riferimenti a persone incensurate che però sarebbero affiliate o contigue alle cosche mafiose. È su di loro che ora sono concentrate le indagini.


INDIVIDUATO IL COVO - Gli investigatori della Squadra mobile hanno individuato la villa in cui viveva il boss Salvatore Lo Piccolo insieme al figlio Sandro. Gli agenti sono arrivati al covo attraverso una serie di accertamenti effettuati nei giorni scorsi. I poliziotti sono sul posto e stanno effettuando una serie di rilievi.


NUOVO ARRESTO - La polizia di Stato ha arrestato un terzo favoreggiatore dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, bloccati ieri mattina in una villetta a Giardinello. L'uomo finito in manette è Giuseppe Di Bella, 50 anni, allevatore di Montelepre, che ieri è stato visto arrivare alla guida di una Bmw. L'arresto è avvenuto ieri sera, dopo che la polizia lo ha identificato e bloccato nei pressi della sua abitazione nel paesino del Palermitano. Gli altri due favoreggiatori arrestati ieri erano il proprietario della villetta, Filippo Piffero, e Vito Palazzolo, titolare di un Bed e Breakfast nel vicino paese di Terrasini, entrambi incensurati.


INCONTRO AL VIMINALE - Per rinnovare il ringraziamento alle forze dell'ordine e alla magistratura per l'impegno che stanno dimostrando nella lotta alla mafia e fare il punto sul contrasto alla criminalità organizzata, il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, con il vice ministro Minniti, incontreranno questa mattina al Viminale i responsabili dell'operazione che ha permesso l'arresto dei boss mafiosi oggi a Palermo tra i quali Salvatore Lo Piccolo. All'incontro parteciperanno il capo della Polizia Antonio Manganelli, il comandante dell'Arma dei Carabinieri Gianfrancesco Siazzu, il comandante della Guardia di Finanza Cosimo D'Arrigo, il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e una rappresentanza degli uomini della polizia di Palermo che hanno preso parte all'operazione.


La Sicilia, 06/11/2007



Il pentito Franzese fa tremare la Cupola




PALERMO - L' uomo-Rolex, Francesco Franzese, 43 anni, il sicario che gestiva le estorsioni per conto di Salvatore Lo Piccolo, mafioso del quartiere palermitano di Partanna-Mondello, per ora dichiarante e forse presto collaboratore a tutti gli effetti si affaccia all'orizzonte e i boss tremano considerato che le sue prima ammissioni hanno contribuito all'arresto del gotha di Cosa nostra palermitana.Lo spessore criminale di Franzese, nome conosciuto come "Franco di Partanna" nell'ambiente criminale ma non molto noto alla cronaca, è stato evidenziato subito dagli investigatori della squadra mobile che dopo l'arresto, nell'agosto scorso, trovarono nella villetta (ufficialmente di due coniugi, arrestati per favoreggiamento) bigliettini di Salvatore Lo Piccolo, appunti sulle estorsioni, contabilità interna delle cosche, dal quale emergevano gli stipendi dei boss e degli uomini d'onore, e altri documenti importanti per le indagini.Nella casa in cui Franzese venne arrestato, dopo il lungo pedinamento di un ras della droga, Antonino Nuccio, che lavorava alle dipendenze del mafioso, furono trovati anche 15 orologi Rolex, oltre centomila euro il valore. Franzese, al momento dell'arresto, avevano detto gli inquirenti gestiva le estorsioni per conto di Lo Piccolo e stava preparando un omicidio. Condannato per mafia e poi latitante dopo una nuova condanna per mafia e omicidio inflittagli dalla corte d' assise di Messina, Franzese per un periodo aveva lavorato in un' impresa edile a Palermo come capocantiere.


La Sicilia, 05/11/2007

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