martedì 24 giugno 2008

In alto a Sinistra

Care compagne, cari compagni,
tra due giorni ci ritroveremo a Chianciano per la nostra prima assemblea nazionale. Mi muove una certezza: non sarà una liturgia. Aver scelto di non definire “congresso” questo nostro appuntamento non è un vezzo ma una scelta di senso e di percorso politico. Chianciano sarà l’atto fondativo di un progetto che non riguarda solo noi ma ha bisogno di allargarsi, di includere, di ripensare le forme della partecipazione e della elaborazione. Sarà l’inizio di una ricerca, non la celebrazione di un’identità. E sarà un primo, concreto contributo per aprire un cantiere a sinistra. Cantiere è luogo di costruzione, è fatica e lavoro comune: che noi vogliamo condividere con altri affluenti della sinistra. Ma su un patto di reciproca verità, e dunque partendo da un’analisi onesta su ciò che è accaduto il 14 aprile e nel tempo che ha preceduto quel voto.
E’ di noi che siamo chiamati a parlare a Chianciano. Di una sinistra smarrita ma non rassegnata. Siamo chiamati a ragionare non sulle colpe altrui che hanno aggravato la disfatta elettorale ma sulle nostre colpe, sulle ragioni profonde e antiche che l’hanno resa inevitabile. Da qui dobbiamo ripartire. Capire la sconfitta, capire il mutamento profondo di società che l’ha resa inevitabile, capire la ritualità delle risposte che abbiamo offerto al paese e a noi stessi.

In questa ricerca vedo la cifra profonda di una Costituente di sinistra. Che immagino come una sinistra autonoma, forte, rigorosa, plurale. Una sinistra che non si organizzi per quote millesimali, che non sia somma delle storie di ciascuno di noi ma che sappia conservare la cifra di quelle storie per essere altro e per essere di più. Quali saranno forme e contenitori per la nostra Costituente? Lo decideremo insieme a chi condividerà l’urgenza di questa sfida. Con l’accortezza di non considerare la nostra storia il terreno su cui vogliamo che siano gli altri a venirci a trovare.
Ma Chianciano sarà anche l’occasione per tornare a costruire politica e per formulare un’agenda dell’opposizione che non sia octroyé dal governo di centrodestra. Dobbiamo rimettere in campo il nostro punto di vista, la nostra proposta sulle priorità politiche, la nostra capacità di mobilitazione. Occorre un’opposizione che contenga in sé un progetto di società, un’idea di paese, le coordinate di un tempo che va ritrovato e ricostruito in fretta. I tre workshop in cui si articolerà la discussione di sabato a Chianciano, la qualità dei contributi che riceveremo, le indicazioni che sapremo raccoglierne dovranno essere restituite al paese dal giorno successivo. Provando a costruire un primo forte appuntamento a sinistra che
non rinvii all’autunno ciò che dev’essere detto e fatto adesso.
Sinistra Democratica è qui per questo. Non per restare ma per diventare. In alto a sinistra è una premonizione, un viaggio dovuto. Perché questa è la ragione prima e profonda del nostro movimento: mettersi alla ricerca, tracciare una rotta, restituire alla politica e alla sinistra il senso della sfida. Cominceremo da Chianciano.
24.06.2008

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