martedì 12 febbraio 2008

Marco Venturi (Sicindustria): "Priorità la legalità e la lotta al lavoro nero"

Palermo, 11 febbraio 2008 – Legalità e lotta al lavoro nero sono in cima alle priorità della Piccola industria di Confindustria Sicilia presieduta da Marco Venturi che, al termine dell’incontro con il presidente nazionale Giuseppe Morandini e dell’elezione dei vicepresidenti Giuseppe Seminara, Alessandro Spadaro, Luigi Costanza e Davide Guastella, ha tracciato le linee programmatiche del prossimo biennio per le piccole imprese che in Sicilia rappresentano il 95% del tessuto produttivo.
“Confindustria Sicilia – ha dichiarato oggi Marco Venturi in conferenza stampa - sostiene in generale che legalità e sviluppo è un binomio imprescindibile per la crescita della nostra società. Pertanto, per affermare la legalità occorre anche contrastare il lavoro nero, sommerso e irregolare a tutti i livelli. E’ una piaga regionale che va combattuta tanto quanto racket, usura e malaffare”.
Venturi, dunque, ha annunciato una forte campagna di persuasione sull’intero sistema produttivo siciliano e ha proposto l’estensione a livello regionale del protocollo provinciale contro il lavoro nero e irregolare siglato a Caltanissetta fra istituzioni, associazioni di imprese e sindacati.
Marco Venturi si è anche soffermato sui prossimi appuntamenti elettorali, riferendo che Confindustria Sicilia sottoporrà le richieste degli industriali a tutti i candidati, nei confronti dei quali “l’organizzazione – ha detto - assumerà un atteggiamento di osservazione degli impegni inseriti nei programmi di governo e della loro successiva attuazione”.
Quattro, in questo caso, le priorità: riforme, semplificazione amministrativa e burocratica, politiche di sviluppo e impiego virtuoso dei fondi europei, infrastrutture.
“Alla politica nazionale e regionale – ha sottolineato il presidente regionale della Piccola industria – chiediamo il coraggio di varare riforme autorevoli, anche impopolari, e di sapere dire dei no, perchè non si può pensare solo a dare risposte ai precari da stabilizzare; bisogna riformare profondamente un sistema che non funziona più e che costa troppo a causa dell’eccessiva ingerenza della politica”.
Venturi ha puntato l’indice contro i tanti enti inutili, sovrapposti o ingessati, e ha fatto l’esempio dei consorzi Asi: “Per rinnovare il Consiglio generale del consorzio Asi di Caltanissetta – ha osservato Venturi - è stato elevato il numero dei componenti da 23 a 56, inserendo rappresentanti di comuni nel cui territorio non vi sono aree industriali. Così gli enti vengono ridotti solo al rango di posti di sottogoverno e di stipendifici, di assemblee pletoriche e ingessate che non decidono”. Ma vi sono anche le Camere di commercio che “da Bolzano a Reggio Calabria svolgono attività di marketing territoriale, mentre in Sicilia non hanno risorse da spendere in quanto gravate dal deficit del sistema previdenziale dei dipendenti”.
“Il nostro parametro di confronto – ha spiegato Venturi – è il resto d’Italia, ma anche l’Europa. Nel nostro Paese i consorzi Asi sono gestiti dai privati imprenditori come dei condomini, la politica ne è estranea. In Sicilia, secondo noi, i consorzi Asi o si privatizzano o è meglio sopprimerli. In Europa le pubbliche amministrazioni sono efficienti e i mercati economici sono floridi grazie ad un corretto equilibrio fra pubblico e privato, Noi crediamo che in Sicilia sia giunto il momento, una volta per tutte, di spezzare quel filo che spesso lega malapolitica, malaburocrazia e malaffare o, peggio, criminalità organizzata. E questo lo si può fare solo con coraggiose riforme”.
Di “coraggio” Venturi ha parlato anche in tema di infrastrutture: “Le merci oggi passano per il Nord Europa, dove hanno realizzato porti immensi. Gioia Tauro al confronto è un piccolo scalo e non è considerato un punto di riferimento. I prossimi governi devono avere il coraggio di realizzare in Sicilia un grande porto merci che sia riferimento per il Mediterraneo, di individuare e attrezzare un aeroporto che sia il terzo hub italiano a servizio del Nord Africa, di completare l’alta velocità fino a Reggio Calabria e di velocizzare ferrovie e strade in Sicilia, di completare gli invasi fermi dagli anni Cinquanta per offrire una corretta politica delle acque”.
Dunque, la Piccola industria di Confindustria chiede “il riordino e la sburocratizzazione delle pubbliche amministrazioni, la riduzione della spesa regionale, una politica di attrazione degli investimenti che si basi sulla fiscalità di vantaggio, un limite alla parcellizzazione della spesa dei fondi europei”.
“La sfida imminente – ha concluso Venturi – è quella di spingere la politica nazionale e regionale affinché il distretto automobilistico di Termini Imerese, che ruota attorno allo stabilimento Fiat, possa diventare un punto di svolta per la creazione di occupazione e per la crescita economica di tutta la Regione”.
Infine, in tema di export, Venturi ha comunicato che Confindustria Sicilia ha aderito all’Enterprise Europe Network, rete consortile europea per la ricerca di partner commerciali stranieri in un contesto di 23 milioni di piccole e medie imprese.
11.02.2008

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