lunedì 18 febbraio 2008

Epifani a Palermo: più potere d'acquisto ai salari

«Disagio soprattutto al Sud. Il tesoretto c'è. Non serve la detassazione degli straordinari»

Palermo. Guglielmo Epifani è accolto da una pioggia fine e insistente. Il numero uno della Cgil ha trovato una Palermo inedita dove trascorrere il primo giorno del Tax day, la raccolta di firme proposta assieme a Cisl e Uil a sostegno della piattaforma unitaria con la quale si chiede di aumentare redditi da lavoro dipendente e da pensioni puntando sulla riduzione fiscale. Un'iniziativa che sfocerà nella grande manifestazioni in programma oggi a Roma ma anche un'occasione per lanciare un segnale chiaro a chiunque uscirà vincitore dalle urne, il prossimo aprile. «In questa campagna elettorale dobbiamo essere presenti con proposte sulle quali invitiamo le forze politiche a misurarsi».
I sindacati, quindi, vogliono essere parte attiva e proprio dal capoluogo Epifani piazza delle stoccate ben calibrate all'indirizzo dei leader in corsa per Palazzo Chigi iniziando da Silvio Berlusconi del quale boccia l'idea di detessare gli straordinari, ipotesi cassate con un laconico «non ci interessa».
Quindi interviene anche sulla vicenda infinita del tesoretto la cui esistenza è messa spesso in dubbio da alcuni componenti dello stesso esecutivo di centrosinistra. «C'è sicuramente – commenta –. Non so dire, però, in che dimensioni anche perché non spetta al sindacato farlo. Certo è che il balletto all'interno del governo non va bene». All'esecutivo presieduto da Romano Prodi manda anche a dire che sui salari è possibile muoversi molto prima dell'appuntamento elettorale: «Ci sono i margini per intervenire e dare risposte immediate ai lavoratori che vivono in una situazione di estremo disagio. E se bisogna, come noi pensiamo, dare una risposta ai redditi delle famiglie dei lavoratori e degli anziani è necessario farlo adesso, perché adesso c'è bisogno di sostenere la domanda e i consumi e di far respirare quelle situazioni di grandissimo disagio economico e sociale che il paese e il soprattutto il Mezzogiorno esprimono».
Un Mezzogiorno che ancora più del resto del Paese rischia di pagare le conseguenze dell'immobilismo della politica e della recente crisi economica. Epifani non usa mezzi termini per descrivere la situazione in cui versa quella che un tempo era la classe media.
«Così non si può andare avanti. Bisogna fare di tutto per recuperare un po' di potere d'acquisto. Questo si unisce al rammarico per la crisi del governo, perché noi avremmo dovuto iniziare già in queste ultime settimane il confronto per provare a mettere un freno all'aumento di prezzi e tariffe, calmierare gli affitti, trovare queste risorse per abbassare le tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni e tutto questo fino ad oggi non si è potuto fare».
Epifani propone una ricetta semplice per fare uscire il Paese da una situazione di stallo: scendere fra la gente - l'iniziativa del Tax day ne è un esempio - proprio come fa il sindacato che del rapporto diretto con i cittadini ha fatto il suo elemento fondante «il patrimonio che non va disperso».
A margine di un convegno sui diritti dei lavoratori organizzato dalla Flai Cgil al teatro Politeama, di fronte al quale è stato allestito il gazebo per la raccolta delle firme per il Tax day, il leader sindacale dà proprio questo consiglio alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale. «I partiti ritornino di più tra la gente. Nell'ultima legislatura – conclude – il venti per cento dei parlamentari erano avvocati. Spero, invece, che nel prossimo Parlamento ci sia più spazio per operai, tecnici e quadri. Sarebbe davvero un bel segnale».
Roberto Valguarnera

La Sicilia, 16 febbraio 2008

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