venerdì 21 settembre 2007

Un monumento a Garibaldi nella fredda Russia

dall’inviato Giò Barbera

Adesso si chiama Albatros, un raffinato ristorante che si affaccia sul mare.
Si mangia buon pesce e si beve vino anche italiano. Nel 1830 qui a Taganrog a 80 chilometri da Rostov, nel Caucaso, c’era un’osteria quella frequentata da Giuseppe Garibaldi. Arrivato a bordo del suo “Clorinda” incontrò i mazziniani per realizzare il suo sogno: unire l’Italia. A soli venti metri di distanza sfoggia ora la nuova stele dedicata all’Eroe dei due Mondi appena inaugurata dalla pronipote Annita Garibaldi (qui sopra), membro della commissione del bicentenario garibaldino arrivata sin qui per scoprire le origini del Garibaldi ”russo”. Qui, nella città che diventò famosa per aver dato i natali all’illustre scrittore Anton Pavlovic Chechov e che nel 2010 sarà ricordato con una grande festa, c’è spazio anche per la figura storica di Giuseppe Garibaldi. L’inaugurazione del monumento è stata accompagnata da una festosa partecipazione di alunni delle scuole locali.
Un evento reso possibile grazie a Natalia Chigridova, presidente dell’Associazione Dante Alighieri di Rostov, quindi dal ministero dei beni culturali e dell’ambiente in Italia. ”Garibaldi - ha spiegato Natalia Chigridova - vivrà per sempre nei ricordi della gente di Taganrog e di Rostov. Un personaggio molto conosciuto per aver arricchito il patrimonio storico e culturale anche del nostro paese. Ed è per questo motivo che siamo onorati e orgogliosi di aver dedicato a questo eroe un monumento in una delle zone più belle della città direttamente sul mare”.

Taganrog, fondata da Pietro I il Grande, è un porto sul Mare d’Azov, distante circa 50 chilometri dal capoluogo (Rostov) e con quasi 200.000 di abitanti. Taganrog oggi può essere considerata una delle città più ”italiane” in Russia. Gia nel 1247 negozianti genovesi esportavano dal porto di Tana (futuro Taganrog) grano saraceno, frumento, pesce salato, caviale. Nel Quattrocento, negozianti veneziani portavano dalla regione del Don frumento, pane, pesce dell’acqua dolce, cera. Il primo negoziante straniero che ha ricevuto diritto di commerciare a Taganrog fu un italiano di origine serba Savva di Ragusa, beniamino di Pietro il Grande. Nell’Ottocento attraverso i porti di Rostov, Taganrog ed Azov venivano esportati grandissimi volumi di grano nei paesi del Mediterraneo, specialmente in Italia. Una varietà di grano duro era particolarmente richiesta dagli importatori italiani ed e’ diventata cosi’ piu’ conosciuta sul mercato mondiale dei cereali.

Dato che veniva esportata principalmente dal porto di Taganrog gli italiani l’hanno chiamata ”Taganrog”. Si pensa che addirittura il grano ”Taganrog” venisse usato per la produzione delle paste dell’azienda ”Barilla”. Oggi in Italia esiste un antico vitigno, usato per fare un ottimo vino, che si chiama ”Taganrog” appunto perchè è stato portato da questa città nell’Ottocento. All’inizio del Novecento a Taganrog vivevano moltissimi italiani tanto è vero che vi era il Consolato d’Italia. Nel periodo sovietico, una via a Taganrog ha ottenuto il nome Italianskaja e un’altra il nome di Garibaldi.
A distanza di 170 anni gli italiani sono tornati a Taganrog, una bellissima cittadina sul mare dove ha ancora si possono notare sui muri delle piccole casette variopinte che tanto assomigliano alla vecchia Nizza le indicazioni stradali nella nostra lingua. Ora c’e’ la volontà da parte dell’ambasciata italiana, attraverso il dottor Giovanni Perrino, capo del dipartimento dell’educazione di lanciare un progetto: ”Coltivare tra i giovani la passione per la storia di Giuseppe che qui aveva trascorso la sua giovinezza sognando già un’Italia unita e senza oppressori. Non parlo solo di interscambi culturali tra i popoli, ma anche di rapporti ancora più proficui dal punto di vista economico.

L’Ambasciata Italiana ha aperto una porta e sta sviluppando alcune idee che potranno essere realizzate anche con l’importante collaborazione delle associazioni e enti come la Dante Alighieri o l’Istituto di cultura italiana di Mosca, e soprattutto con l’impegno delle amministrazioni locali di Rostov sul Don e di Taganrog”. Qualcosa si sta già muovendo. Non a caso alle celebrazioni per Garibaldi in questa città a 14 ore di treno da Mosca ha partecipato anche il dottor Giovanni Forelli, direttore di Italia in Russia, marchio di una società di consulenza globale alle imprese. “Ci sono già i primi contatti, le prime volontà da parte di alcune piccole e medie imprese italiane di sviluppare qui la propria attività e di altrettante aziende russe che vorrebbero avviare un’attività nel nostro Paese.
L’appoggio dell’Ambasciata e degli enti locali russi (come è già stato confermato dal presidente del consiglio comunale di Taganrog) è questo indispensabile. Noi abbiamo già aperto un sito internet http://www.italiainrussia.it/ e http://www.italiainrussia.com/ dove è già possibile avviare contatti e un monitoraggio direttamente sul territorio delle regioni caucasiche”. Tra le produzioni collegate all’Italia nella regione di Rostov si possono citare il grande stabilimento ceramico ”Strojfarfor” (Shakhtinskaja Plitka) e la fabbrica tessile ”Gloria Jeans” attrezzati con linee di produzione italiane, nonchè grandissimi esportatori di metalli ferrosi e di semi di girasoli, fabbriche e importatori delle industrie leggere e alimentari.

Nessun commento: