giovedì 1 gennaio 2009

L'anno che se n'è andato, l'anno che verrà...

di DINO PATERNOSTRO
Qualche considerazione sul 2008, che se n’è appena andato, e su questo 2009 appena arrivato, partendo dal nostro microcosmo corleonese. Ovviamente, Corleone e i comuni della zona non sono repubbliche indipendenti e stanno risentendo della crisi economico-finaziaria internazionale. Anche da noi molte famiglie stentano ad arrivare a fine mese; molti giovani emigrano al nord o all’estero per provare a trovare un lavoro; altri sono costretti a lavoricchiare in nero o – bene che vada - con qualche contratto part-time e a tempo determinato, elemosinandolo al “potente” di turno, che poi vuole “l’anima”. Abbiamo ancora servizi da Terzo Mondo: quartieri sporchi, raccolta differenziata dei rifiuti quasi sconosciuta, strade tutte buche, quartieri dove ancora finisce la luce (un esempio? Piazza S. Orsola, vicolo Firmatari, via Caduti in Guerra…), scuole dell’obbligo dove piove dentro, servizi agli anziani e agli handicappati “superclientelizzati”, importanti opere pubbliche bloccate (S. Agostino, Parco sul fiume…), vere e proprie “cattedrali nel deserto” inutilizzate (caseificio, mercato ortofrutticolo, centro multimediale S. Lucia), strade di collegamento da Paesi sottosviluppati (la Corleone-S.Cipirello-Partinico) o destinate ad essere l’Incompiuta del Terzo Millennio (la Corleone-Marineo-Bolognetta, di cui si sta realizzando il solo - inutile - 3° lotto).
Molti (anche a sinistra) pensavano che un’amministrazione comunale giovane, a prescindere dal colore politico, potesse avere una marcia in più nella soluzione dei problemi di Corleone. Invece, la delusione è stata cocente: Iannazzo & C. hanno perso un anno in attesa degli esiti del ricorso elettorale e, ad esito favorevole acquisito, hanno pensato solamente a crogiolarsi nel piccolo miserabile potere municipale, senza mettere in campo uno straccio di idea per la soluzione dei gravi problemi cittadini. Non progettano, non si collegano con Palermo, con Roma e con Bruxelles, non si sforzano di pensare il futuro. Smanettano fino a notte fonda su Internet (chissà che siti visitano…), fanno gli iper-presenzialisti in ogni piccola o piccolissima manifestazione laica o religiosa, a volte sgomitando tra assessori o facendo fare semplice tappezzeria al presidente del consiglio comunale. Le divisioni della campagna elettorale tra iannazziani e nicolosiani erano una finzione. O una pura guerra di potere. Lo dimostra la velocità con cui tanti ex nicolosiani si sono fiondati sul carro di Iannazzo e la grande disponibilità con cui sono stati accolti. La cultura politica (?) di fondo che li cementa è la stessa: una straordinaria e spregiudicata voglia (bramosia?) di gestione del potere.
C’è una novità nel centrodestra corleonese, che fino a qualche anno fa sarebbe stata inimmaginabile. Il sindaco Nino Iannazzo, più di tutti, sta facendo professione di fede antimafiosa. Una novità di rilievo, rispetto ai decenni precedenti, quando i sindaci Dc non vedevano la mafia, o ai primi anni ’90, quando i consiglieri di centrodestra (alcuni sono ancora in questo consiglio comunale) dissero alla presidente della Commissione nazionale antimafia, Tiziana Parenti, che ormai a Corleone non c’era più mafia e che l’allora sindaco di sinistra Pippo Cipriani faceva il “professionista” dell’antimafia. Ovviamente, praticare l’antimafia non può significare fare qualche dichiarazione (meritoria) contro Totò Riiina e i suoi rampolli, ma percorrere quotidianamente la difficile strada della giustizia e della legalità, abbandonando pratiche clientelari e atteggiamenti arroganti e prevaricatori. E qui l’attuale sindaco zoppica vistosamente, come dimostrano le vicende quotidianamente documentate da questo giornale. Non a caso, Iannazzo lo chiama “giornaletto” (il suo predecessore, Nicolò Nicolosi, di cui lui è stato vice-sindaco quattro anni, lo chiamava “foglietto locale”).
D’altra parte, al di là delle schermaglie paesane, la mafia a Corleone continua ad esistere e ad essere forte, nonostante tutto. In questi anni, gli arresti di Totò Riina, Leoluca Bagarella, Bernardo Provenzano e (ultimo) Rosario Lo Bue hanno in qualche modo creato grandi difficoltà a Cosa Nostra. Ma la sua capacità di riprodursi - attraverso i consueti canali “familistici” e attraverso cooptazioni “esterne” – resta inalterata. Basta guardarsi intorno per capirlo e per vedere gli “affari” e gli “intrecci”.
La speranza per il 2009? A Corleone, come in Italia e nel Mondo, può venire solo dai cittadini (giovani, lavoratori, donne) che non si rassegnano a vivere in un mondo (o in un micro-mondo) senz’anima. Può venire solo da persone libere o disposte a liberarsi per lottare contro il “Pensiero Unico”. Da giovani, uomini e donne, capaci – dal basso – di costruire città e mondi nuovi, fondati sulla solidarietà, sulla giustizia sociale e sulla libertà. Capaci, dal basso, di praticare antimafia sociale, come le cooperative di “Libera Terra”, e di costruire la solidarietà e la condisione etico-politica attorno ad esse, come fanno - da Nord a Sud - “Arci” e “Libera”, Legacoop e Cgil. Nel suo piccolo, “Città Nuove”, forte del crescente consenso dei lettori (a Capodanno il record delle visite in una sola giornata: 1.218!), continuerà a dare voce ai fermenti nuovi, ai “piccoli fuochi” della società civile, che cominciano ad intravedersi, con la speranza che possano crescere, fino a diventare veri e propri “incendi”.

1 commento:

unix ha detto...

Egregio Direttore, Sindacalista, Consigliere Comunale, Funzionario AUSL 6 etc. etc., il suo pensiero su quanto effettuato dai nostri amministratori, "Lei compreso" nei confronti della collettività amministrata, non fa una grinza essendo visibile e percepibile (spero) a tutti noi. E' VERO da questi Amministratori giovani e vogliosi ci aspettavamo molto di più, ma è innegabile che hanno incontrato enormi difficoltà vedi: diminuzione delle risorse finanziarie assegnate dallo Stato e dalla Regione; problema ATO Rifiuti; ripianamento dei debiti anni precedenti causati non solo dalla precedente Amministrazione Nicolosi (dove anche loro ne facevano parte), e mi riferisco alle spese sostenute per consulenze varie, affitti di vario genere, mancati introiti per gli alloggi popolari di C.da S.Marco (concessi senza la stipula del contratto di locazione dall'Amministrazione Cipriani) e per altre imposte comunali come quella per la raccolta dei rifiuti. Lei, se la memoria non mi tradisce, propendeva affinché non si pagassero sia gli arretrati (locazione alloggi popolari) sia la seconda bolletta (rifiuti). Per le due cattedrali nel deserto Caseificio e Mercato Ortofrutticolo sono state sprecate ingenti somme di denaro (che potevano essere utilizzate per scopi diversi) sapendo che mai e poi mai avrebbero funzionato. Quale imprenditore è disposto ad investire i propri soldi sapendo che le materie prime (il latte), la frutta, gli ortaggi etc. sono insufficienti e che dalle nostre parti manca la cultura del cooperativismo tutti per uno uno per tutti??? L'altro ostacolo come Lei ha menzionato nel suo articolo è un collegamento accettabile con la capitale e con le autostrade i gli scorrimenti veloci. Dove sono andati a finire i 40 miliardi finanziati dalla Provincia di Palermo nell'era dell'Amministrazione Cipriani??? Non trova molto strano che per il collegamento con lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento hanno appaltato i lavori nel tratto dove la viabilità era più scorrevole e funzionale??? La colpa che possiamo addebitare agli amministratori attuali è quella di non aver messo in atto proteste ufficiali ma ciò rientra anche nei compiti affidati dai cittadini ai consiglieri comunali. Ritornando al Caseificio e al Mercato Ortofrutticolo sarebbe auspicabile che gli stessi fossero affidati in gestione alle Associazioni che in questo momento usufruiscono dei beni confiscati alla mafia e sono sicuro che con l'aiuto da parte dello Stato, della Regione e di tutti noi e di tanti giovani che credono fortemente nella legalità potrebbero diventare una fonte di guadagno per tante famiglie. Sarebbe un avveramento di un sogno vedere sui prodotti lattiero-caseario/agro-alimentare lo stesso marchio utilizzato per i prodotti attualmente commercializzati. Per una Corleone diversa, più vivibile, più rispettosa delle regole, della legalità e delle leggi mi aspetto da parte dei giovani fatti e proposte e non solo belle parole. Anche da Lei mi aspetto delle proposte e non solo punzecchiature “scritte” con il suo stile inconfondibile nelle pagine di questo sito, ricordandoLe che non solo gli Amministratori comunali sono carenti, ma anche gli Amministratori di altri Enti compresi quelli dell'Azienda dove Lei lavora…. “carenze” che molto raramente trovano spazio e interessamento per le Sue punzecchiature...... unix