L’onorevole Pino Apprendi, ex DS oggi PD, di mestiere vigile del fuoco, ha assunto una iniziativa inconsueta: ha chiesto al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana informazioni sui colleghi parlamentari che hanno usufruito del trattamento di missione nei loro viaggi. L’ufficio di gabinetto del Presidente dell’Assemblea regionale, secondo quanto riferisce Repubblica, ha risposto picche. Motivo: non è permesso mettere in piazza notizie di tal fatta.
Non rispetterebbe la privacy degli interessati. Apprendi non ha preteso di sapere dove si siano recati i suoi colleghi per i fatti loro nel 2008, quanti viaggi di piacere abbiano scelto di fare, né di quali mezzi si siano serviti a tale scopo, né se abbiano viaggiato da soli o in compagnia. Apprendi era mosso unicamente dall’intenzione di conoscere le buone cause che hanno richiesto il trattamento speciale che concede il rimborso delle spese fatte con una diaria giornaliera, una indennità di missione piuttosto congrua e il diritto di assentarsi dalle sedute dell’Assemblea, per le quali è prevista la perdita di una indennità in caso di assenza. In definitiva non era affatto interessato a sapere dove fosse andato il parlamentare per il weekend con i familiari o gli amici, ma i suoi movimenti ufficiali e formali, attinenti ad un incarico politico. Al fine di accertarne l’utilità, infatti, la missione viene autorizzata dal Presidente dell’Assemblea regionale e istruita dall’ufficio di gabinetto. Secondo Repubblica, l’ufficio di gabinetto avrebbe negato al deputato il diritto di sapere dove vanno i suoi colleghi con i soldi dell’Assemblea. Avrebbe voluto verificare quanti suoi colleghi utilizzano bene il denaro dell’Assemblea ed esprimere magari un punto di vista in ordine all’opportunità di svolgere le missioni. Il diniego non ammette dubbi, non so può raccontare ai quattro venti quello che i deputati fanno anche quando sono in missione e sono ben pagati per questa ragione. Apprendi, come ogni deputato, svolge un’attività di controllo oltre che di iniziativa legislativa. I parlamentari, infatti, dividono il loro lavoro – come in ogni assemblea legislativa – fra attività ispettiva e attività di proposizione legislativa. Se vuole avere notizia di qualcosa dal governo usa gli strumenti dell’attività ispettiva, interrogazioni e interpellanza. Quando l’attività di controllo del deputato prende di mira il “suo” Parlamento le cose si complicano, perché il Parlamento si è provvisto di una cintura “sanitaria". La regola è di fare sapere meno possibile, meglio niente. Quando è stato costretto – è avvenuto di recente – a darsi un regolamento dell’accesso agli atti, ne ha approfittato per redigerne uno sull’inaccessibilità piuttosto che sull’accesso. In più da qualche tempo a questa parte invece che sviluppare una tendenza alla informazione ha streto ancora di più la griglia con misure che nel medioevo avrebbero fatto gridare allo scandalo. I paletti del riserbo hanno aggiunto al tradizionale silenzio anche un atteggiamento di particolare severità sulle richieste d’informazione. Sicché accade che un deputato regionale possa pretendere risposte dal governo e ottenerle e incontrare ostacoli quando le richieste all’Assemblea. Apprendi ha annunciato una interrogazione dopo il diniego alle informazioni richieste, la qualcosa è singolare. Le interrogazioni sono dirette al Presidente della Regione, non al Presidente dell’Ars. Perché è lui il responsabile di tutto ciò che riguarda la Regione ed è lui che “passa” i quattrini al Parlamento per farlo funzionare. E allora? Il Parlamento regionale gode della cosiddetta autodichia, una totale autonomia amministrativa. Può spendere come e quando vuole e nessuno deve metterci naso. E questo nell’interesse della categoria, non dell’istituzione. Generalmente le iniziative singole, come quella di Apprendi, hanno breve durata, sono condannate ad un flop prevedibile. Perché? Chi volete che stia dalla parte di Apprendi, ammesso che Apprendi stia dalla sua parte fino alla fine? Ogni tanto capita che qualche deputato esterni la sua irritazione per il modo in cui viene speso il denaro pubblico, ma non bisogna entusiasmarsi, è fuoco di paglia, non succede assolutamente nulla. Vogliamo scommettere che anche in questa circostanza la consuetudine sia rispettata?
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