martedì 2 ottobre 2007

Corleone, campi di lavoro. Sui luoghi della mafia e dell'antimafia

Questa notte ha piovuto di nuovo e al nostro risveglio per l’ennesima volta non siamo potuti andare a lavorare. La sveglia è comunque suonata molto presto, avevamo tutta la mattina a disposizione e l’abbiamo sfruttata per andare a vedere il posto dove è stato arrestato Bernardo Provenzano, visto che proprio la sera prima avevamo visto “Scacco al re”. Quello che è risaltato agli occhi dei volontari che dai TG sembrava un casolare sperduto, ma in realtà ci sono diverse case tutte intorno. Sul luogo abbiamo colto l’occasione di discutere dell’arresto e di come le abitazioni abbiamo sviato le indagini, perché i poliziotti non pensavano che un boss della mafia potesse stare in quella catapecchia. Dopo essersi fatti una foto ricordo tutti insieme i ragazzi della cooperativa ci hanno accompagnato in uno dei punti più alti della montagna, un bellissimo posto panoramico. Il giro della mattinata proseguiva alle cascate, ma siccome c’era un cantiere, non siamo potuti entrare. Dopo di che siamo dovuti rientrare a casa e dedicarci ai preparativi del pranzo. Ci siamo poi divisi: alcuni sono rimasti a riposare, altri invece sono andati a fare un giro in paese.
Alle ore 18 presso la sede della CGIL abbiamo avuto un incontro con il segretario della camera del Lavoro di Corleone dott. Dino Paternostro. Dino è stato molto coinvolgente è ha illustrato in modo molto appassionato il movimento delle lotte contadine in Sicilia e in particolare alle figure di Placido Rizzotto e Pio La Torre. Grazie alle numerose domande abbiamo avuto l’opportunità di scoprire la realtà lavorativa dei giovani corleonesi e la sua opinione rispetto alla mafia oggi, dopo gli arresti di Riina e Provenzano.
A casa dopo una cena veloce, abbiamo fatto tutti insieme il resoconto della giornata e andiamo a letto sperando che domani il tempo ci permetterà di lavorare nei campi.
Ci piace concludere questo nostro diario con le parole di Dino e cioè che solo la creazione di occasioni di sviluppo di lavoro potranno liberare i siciliani (e non solo) dalla mafia.
27/09/07

NELLA FOTO: I volontari al covo di Provenzano

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