martedì 2 ottobre 2007

L'Amministrazione comunale di Corleone vuole sfrattare il Cidma da San Ludovico!

di DINO PATERNOSTRO

Giovedì 4 ottobre sarà una giornata di fuoco per il comune di Corleone. Infatti, verrà a scadere l’ultimatum dato dal sindaco Nino Iannazzo e dai suoi assessori al Cidma (Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e sul Movimento Antimafia), presieduto dall’on. Nicolò Nicolosi, per sgombrare i locali del Complesso san Ludovico e restituirli al Comune. Con delibera n. 237 del 17.09.07, la giunta municipale ha adottato l’atto formale di revoca del contratto rep. 3364 del 15.06.06, con il quale il comune di Corleone aveva concesso in comodato gratuito al CIDMA una parte del Complesso S. Ludovico. Il contratto ha una durata novennale (scadrebbe il 5 giugno 2015), ma la giunta ha invocato l’applicazione dell’art. 12, secondo cui «se… durante il termine convenuto sopravviene un urgente ed imprevisto bisogno al comodante, questi può esigere la restituzione immediata…». L’urgente ed imprevisto bisogno sopravvenuto – secondo Iannazzo & C. – è la necessità di dare dei locali all’Ufficio Tecnico, per lasciare i locali in affitto di via Verdi, che comportano una spesa di oltre 100 mila euro l’anno.
A prima vista, sembrerebbe una motivazione ineccepibile. Ma, scavando appena in superficie, si capisce che si tratta dell’ennesimo capitolo della “guerra” Iannazzo-Nicolosi, ex amici del Polo, adesso ai ferri corti. Nella nota del Comune, datata 25 settembre 2007, viene imposto al Cidma la restituzione dei locali del Complesso San Ludovico ed il contestuale trasferimento dei beni del Centro presso la sala “Cataldo Naro” e la saletta adiacente, che resterebbero nella sua disponibilità. Ma se il Cidma dovesse ammassare le decine di faldoni del maxi-processo 1-2-3, il materiale documentaristico e la videoteca nella sala “Cataldo Naro” e nella saletta adiacente, si trasformerebbe in un magazzino di stoccaggio di materiali dell’antimafia. E il comune ricaverebbe per l’Ufficio Tecnico appena tre stanzette di 10 metri quadrati ciascuna, tenuto conto che la sala-conferenze “Carlo Alberto Dalla Chiesa” resterebbe adibita a tale fine e che l’ampia sala d’ingresso, dove sono sistemati i faldoni del maxi-processo,non è utilizzabile per uffici. Si tratta, quindi, di un puro e semplice atto di ritorsione politica contro il “nemico” Nicolosi, rispetto al quale potremmo anche sospendere il giudizio, se non fosse che si rischia di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Il Cidma, infatti, non dovrebbe essere né di Nicolosi e nemmeno di iannazzo, ma della città di Corleone, della Sicilia e dell’intera Nazione italiana. Eì stato gestito in maniera pessima, ma il lancio mediatico del dicembre 2000, quando fu inaugurato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dal vice-segretario dell’Onu e dalle maggiori cariche dello Stato, ne hanno fatto una tappa obbligata dell’antimafia internazionale. Ogni giorno, infatti, sono diverse decine i visitatori italiani e stranieri che girano per i suoi locali, vedendovi i “Segni” del riscatto di Corleone. Senza dimenticare che lo Stato italiano, attingendo ai fondi della Conferenza Onu sul Crimine organizzato, nel 2000 diede il finanziamento di un miliardo delle vecchie lire per completare San Ludovico e destinarlo a Centro antimafia.
Ridimensionarlo, metterlo in un angolo, con l’obiettivo vero di smantellarlo e chiuderlo, a chi giova? Solo alla voglia di “vendetta” di Iannazzo & C. contro l’ex amico Nicolosi. Non certo all’interesse di Corleone, della Sicilia e della Nazione italiana. Si potrebbe capire una nota di censura dell’Amministrazione comunale nei confronti di Nicolosi, che si è voluto imporre presidente del Cidma anche contro il parere del consiglio comunale,non certamente l’affossamento del Centro, che nessuno – a Corleone fuori di Corleone – capirebbe. Non sarebbe il caso, allora, di fermarsi un attimo a ragionare, nell’interesse superiore di Corleone e della lotta contro la mafia e per la legalità?
3 ottobre 2007
FOTO. Dall'alto: La lettera di "sfratto" che il comune ha inviato al Cidma; un particolare della lettera; l'ingresso del complesso S. Ludovico.

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