giovedì 24 gennaio 2008

DIETROFRONT. Messina Denaro a un passo dal blitz










di Francesco Viviano
Quel giorno, il 5 novembre scorso, quando la polizia fece irruzione nel covo dello Zucco arrestando i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, bloccati insieme a Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo, stava per giungere un altro boss eccellente per partecipare ad un summit di mafia.
Quell´ospite era probabilmente il capomafia di Trapani Matteo Messina Denaro, giunto a poche centinaia di metri dal covo dello Zucco a bordo di una Fiat Panda guidata da un suo fedelissimo. Il retroscena è emerso dopo l´arresto dei due Lo Piccolo perché si è scoperto che quel giorno, in un´attività autonoma dei carabinieri del Ros di Trapani, i militari seguivano con molta discrezione quell´automobile partita dal capoluogo trapanese diretta a Palermo. Appena imboccata la strada per Montelepre che portava allo Zucco la Panda fece precipitosamente marcia indietro tornando verso Trapani facendo perdere le sue tracce. «È molto probabile - confida un investigatore - che su quell´automobile ci fosse Matteo Messina Denaro e che sia tornato indietro apprendendo dalla radio che la polizia aveva arrestato i boss Lo Piccolo».
Che potesse trattarsi di Matteo Messina Denaro gli investigatori lo hanno ipotizzato perché l´uomo che era alla guida della utilitaria era uno degli uomini più fidati del boss trapanese identificato sulla base del numero di targa della Fiat Panda. Matteo Messina Denaro dunque è ancora nascosto nel trapanese e dopo gli arresti a catena seguiti al blitz che ha portato alla cattura dei Lo Piccolo, ha difficoltà a muoversi. Molti "postini" dei due clan mafiosi sono stati individuati sulla base delle indicazioni fornite dai tre nuovi pentiti, Franzese, Nuccio e Pulizzi.
Ma altri uomini del clan dei Lo Piccolo avrebbero saltato il fosso decidendo di collaborare con la giustizia. Uno è stato costretto perché era ormai "bruciato", perché era stato fotografato dai carabinieri mentre s´incontrava con un poliziotto della Catturandi della squadra mobile che dava la caccia a Lo Piccolo. Il suo ruolo di spia è stato documentato ed ha preferito collaborare subito con la giustizia. Anche lui è di Carini come Gaspare Pulizzi il cui padre, Giovanbattista Pulizzi, è stato arrestato per tentato omicidio sabato pomeriggio.
Pulizzi senior è stato arrestato nelle concitate fasi in cui la polizia era andata a prelevare la moglie e i figlioletti del neo pentito che aveva cominciato a collaborare da alcuni giorni. E quando i poliziotti sono andati a prendere la nuora ed i suoi due nipotini Giovanbattista Pulizzi, ha investito con il proprio camion l´auto della polizia per impedire che portassero via i suoi parenti. L´uomo è stato arrestato con l´accusa di tentato omicidio e si trova attualmente in carcere. Pulizzi padre, che risulta intestatario della carta d´identità trovata a Salvatore Lo Piccolo, ha voluto dimostrare col gesto clamoroso la propria plateale dissociazione dalla scelta del figlio di collaborare con la giustizia. Nel corso dell´operazione della polizia si sono verificati anche altri disordini, sedati dagli agenti. I poliziotti che si trovavano all´interno dell´auto investita sono rimasti tutti feriti e uno ha riportato una prognosi di 20 giorni.
da la Repubblica

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