Direttore egregio,
Le scrivo perché mi sento offeso, tirato in ballo ed accusato. Le scrivo perché non me l’aspettavo o, forse, non me l’aspettavo da Lei. Le scrivo perché durante la diatriba di penna che, da direttore del blog “Città Nuove”, ha incocciato con l’organizzatore degli annuali tornei estivi Antonino Madonia, ha detto quello che non avrei voluto udire. Lo dico considerando che nella polemica a cui mi sono riferito io facevo il tifo per lei sia perché credo che detenesse la ragione rispetto al suo opponente, sia perché apprezzo sempre chi riesce a far valere i suoi perché senza mettere in dubbio l’intelligenza altrui ma certificando la propria. Ma questa è un’altra storia.
Agli sgoccioli del suo duello dialettico, sfortunatamente, ho apprezzato molto meno il suo peraltro poco velato riferimento alla versione on-line di Corleone Dialogos che per prima ha pubblicato l’invettiva del Signor Madonia. Riferendosi a noi e giustificando la ritardata (o mancata) pubblicazione sul suo blog della risposta di Madonia al suo articolo “Corleone e la piazza non-piazza”, ci ha apostrofati come un giornale che disporrebbe di “persone (si chiamano "volontari"?) pagate con i contributi pubblici per stare sempre collegati al sito e apportare gli aggiornamenti in tempo reale”.
Devo ammettere che sono rimasto deluso dal suo atteggiamento. Deluso perché ne esco, assieme ai miei amici di Dialogos, come un sovvenzionato qualunque, uno stipendiato, un assistito, come uno dei tanti portaborse o portavoce o peggio “portaidee” di cui, al contrario, aborro l’esistenza.
Corleone Dialogos, è vero, ospita una (una!) pagina la cui redazione è a cura del comune tra le tante altre che compongono la sua edizione cartacea. Per quella che potremmo definire un’inserzione, Corleone Dialogos riceve un corrispettivo per la stessa ragione per cui lo riceve dall’Agenzia che vuole sponsorizzare i propri viaggi o dall’Assicurazione che vuole il suo marchio in bella vista. E’ vero, una pagina di Corleone Dialogos è stata venduta al comune e, ad oggi, costituisce l’unico modo attraverso il quale il cittadino può leggere la voce degli amministratori ma anche una boccata di ossigeno per noi giovani che non abbiamo intenzione di pagare perfino le idee che esprimiamo. La scelta può essere opinabile e di opinioni se ne sono espresse anche all’interno delle nostre riunioni. Cio che è certo è che, da quando tale partnership ha avuto vita, Corleone Dialogos non ha mai lasciato la sua posizione in primalinea, trovandosi spesso a manifestare pareri del tutto avversi da quelli dell’Amministrazione; è il caso della politica adottata nei confronti dell’ospedale cittadino, delle critiche mosse alla Consulta Giovanile… ed è il caso della lotta per l’acqua pubblica (battaglia che, Le ricordo, vedeva noi e Lei, sullo stesso lato del campo di battaglia, e le evidenti scelte del nostro sindaco su quello opposto). Infine penso che sia preciso dovere di chi amministra una comunità favorire la creazione e la diffusione all’interno di quella di voci parlanti e di teste pensanti che elevino lo stato culturale e sociale di tutto un paese. Questo vale per noi come per chiunque altro operi “volontariamente” (noi sì possiamo dirlo!) per il bene comune.
Quello che dispiace è che lei riduca il nostro impegno e la nostra passione a un mero “stare sempre collegati al sito e apportare gli aggiornamenti in tempo reale” (per giunta pagati con soldi pubblici) senza considerare invece che Corleone Dialogos è l’unica voce giovanile corleonese che abbia avuto il merito di organizzarsi e resistere all’erosione degli anni e che è espressione di un numero cospicuo di ragazzi e ragazze che, sprecando un po’ del loro tempo libero, informano ed esercitano quel valore a cui anche lei dovrebbe tenere: la libertà di pensiero. Espressione delle idee di un gruppo cospicuo di cittadini ho detto, qualità che nessun altro organo d’informazione possiede a Corleone, tantomeno il suo che, seppur storicamente attivo, oggi non è se non l’ espressione del suo personale parere.
Il suo blog, confinato com’è sugli schermi di un laptop, non può aspirare a quella che è invece la nostra priorità; raggiungere il massimo numero di gente possibile, nei bar, nei circoli… far parlare la gente ed allenarla alla cittadinanza attiva e partecipativa. Far questo senza chiedere oboli ai lettori, lo sa bene anche Lei, è difficile od impossibile e quindi gridare ai quattro venti che Corleone Dialogos riceve soldi pubblici è, da una parte una mossa sul cui stile sono obbligato a soprassedere, dall’altra la volontà di zittire un gruppo di giovani liberi, alternativi e indipendenti che ci tengono a lavorare allegramente per una Corleone più moderna e civile, valori assicurati anche (non solo, è certo) dalla presenza di un giornale.
Voglio credere fermamente che la sua frecciatina mefistofelica non sia stata altro che una voce dal sen fuggita. Ci spero di cuore perché ritengo che chi come noi non ce la fa a “farsi i fatti propri”, come invece vorrebbero coloro che vogliono che Corleone rimanga legata a un infausto passato, dovrebbero lavorare nella stessa direzione che è quella di un’informazione libera ed onesta.
Si prenda la mia stizza, quindi, e la mia delusione per quella che definisco un’azione “alla Belpietro”, sapendo quanto offensivo possa essere per Lei e per me tale epiteto. Spero non sia il segno inequivocabile di come il nostro Corleone Dialogos stia prendendo il posto del suo Città Nuove. Se così fosse (lo prenda come un mio atto di sincera stima) ne sarei fiero.
Con cordiale risentimento,
Walter Bonanno, Corleone Dialogos
lunedì 27 settembre 2010
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