di Leandro Salvia
Giuseppe Italiano |
SAN CIPIRELLO. E' morto stamattina l'ex sindaco Giuseppe Italiano, storico dirigente del Partito comunista siciliano e del movimento contadino. Aveva 83 anni, trascorsi in prima linea in difesa dei lavoratori della valle dello Jato. Nato nel 1926 da famiglia contadina, a 21 anni è fra i sopravvissuti della Strage di Portella della Ginestra, dove comincia il suo percorso politico. "Quel primo maggio del '47 - raccontò in tante interviste - ebbe inizio il mio impegno sociale e politico". In pochi anni Pino Italiano diventa uno dei "capipopolo" della Valle dello Jato. Guida l'occupazione delle terre incolte. Si fa promotore della legge per il riscatto delle enfiteusi. Diventa un riferimento per migliaia di contadini e di dirigenti regionali come Mario Ovazza, Nino Mannino, Emanuele Macaluso, Nicola Cipolla e Pio La Torre. Collabora con Danilo Dolci nelle battaglie per la costruzione della diga sul Poma. Organizza e partecipa allo sciopero della fame di Roccamena per la costruzione delle diga Garcia. Nel '68, durante il terremoto del Belice, organizza i soccorsi per le popolazioni colpite. Sempre negli Sessanta, insieme ai produttori della zona, costituisce la cooperativa vitivinicola "Valle Jato". Che poi nel 1971 diventerà la cantina sociale Alto Belice, di cui per anni fu presidente. Per diverse legislature a San Cipirello rivestì anche la carica di consigliere comunale, assessore e sindaco. Uno dei più amati. Fece realizzare strade, illuminazioni, opere pubbliche per quel paese di agricoltori di cui andava fiero. Nel 1972 fu lui, semplice sindaco-contadino, ad intuire l'importanza dei reperti archeologici ritrovati su Monte Jato. Fu grazie al suo essere impavido se in quegli anni la missione archeologica di Zurigo poté raggiungere gli scavi dell'antica Jetas, la cui strada di accesso era sbarrata dalle catene e dai lucchetti di un boss della zona. E la mafia tentò in più occasioni di intimidirlo. Nel maggio del 1994, mente era assessore, gli bruciarono l'auto. Per i boss della zona Italiano era un personaggio scomodo. Negli anni in cui regnava l'omertà, era in grado di fare "nomi e cognomi". Le sue denunce erano precise e vibranti. "Con la scomparsa di Pino Italiano se ne va un pezzo di storia siciliana", fa notare Nino Inzirillo, amico e compagno di partito. Nel 2007, in occasione del suo ottantesimo compleanno, la lega delle cooperative e la cantina Alto Belice pubblicarono un volume dedicato a Italiano, dal titolo "L'uomo delle vigne", curato da Ottavio Terranova. Un racconto corale attraverso la testimonianza di decine di vecchi e giovani compagni. Dopo la notizia delle sua scomparsa alla Casa del popolo, che Italiano contribuì a realizzare, è stato affisso uno striscione bianco con una scritta rossa come la bandiera che sventola accanto. C'è scritto: "Ciao compagno Pino".
Da: Vallejato.it, 1 settembre 2010
Da: Vallejato.it, 1 settembre 2010
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