Sotto accusa il sindaco di Palerrmo, reo di non aver partecipato alle celebrazioni del Festino di Santa Rosalia per non alimentare le proteste dei senza casa. Unanime il coro: "Un'assenza storica, si dimetta"
PALERMO - "Se il sindaco di Palermo non riesce nemmeno a partecipare al Festino di Santa Rosalia e fugge dalla Cattedrale perchè è incapace di affrontare le giuste proteste dei senza casa o le manifestazioni contro le tasse inventate per fare cassa vuol dire che è delegittimato anche dal popolo che lo ha eletto. Cammarata farebbe bene a trarne le ovvie conseguenze e a dimettersi".Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione Comunista si scaglia contro Cammarata, reo, secondo tutta la sinistar cittadina, di non aver onorato Palermo e i palermitani."È davvero imbarazzante - continua l'esponente del Prc - che il primo cittadino si sia dileguato durante i festeggiamenti in onore della patrona cittadina. Evidentemente il sindaco si rende conto del diffuso e insopportabile disagio sociale che vivono i palermitani solo il 14 luglio"."A mia memoria questa è la prima volta in cui il sindaco di Palermo non partecipa al Festino. La fuga di Cammarata è segno della sua inadeguatezza e autodenuncia sulle dissennatezze propinate alla città" sostiene la deputata del Pd Alessandra Siragusa, commentando l'assenza ieri sera in piazza del sindaco, Diego Cammarata, che ha preferito disertare la festa per non alimentare polemiche dopo le proteste di un gruppo di senzatetto, allontanato dalla polizia durante la celebrazione davanti alla cattedrale."È ora che il sindaco prenda atto dei suoi troppi fallimenti e si dimetta", conclude Siragusa."L'assenza storica di Diego Cammarata dalla nottata del Festino, rappresenta un chiaro comportamento da ex sindaco", tuona il consigliere comunale e coordinatore cittadino del Pd, Ninni Terminelli."Non è, infatti, in alcun modo comprensibile nè giustificabile che un sindaco possa tenere le contestazioni e i fischi di gruppi di manifestanti, eventi di fronte ai quali qualsiasi uomo politico e delle istituzioni è, in democrazia, preparato a ricevere"."Siamo ormai all'epilogo di una sindacatura - aggiunge - che ha visto protagonista un centrodestra forte nei consensi e debole nell'azione di governo, che ha deluso ogni aspettativa dei palermitani. Cammarata, imbarazzante sindaco da cui liberare la città, ha di fatto annunciato, ieri, la sua resa scegliendo un'assenza che offende pesantemente Palermo"."Questo Festino, inoltre, - conclude Terminelli - è il frutto di una delibera palesemente ricca di irregolarità e imperfezioni a cominciare dalla mancanza di un atto di nomina del direttore artistico Alfio Scuderi, di un obbligatorio parere di congruità e di un indice analitico dei costi che costituiscono un trionfo dell'approssimazione e del pressapochismo amministrativo. Un atto deliberativo, per sua stessa ammissione, che l'assessore alla Cultura Milone non ha mai conosciuto e letto"."Il Festino di Santa Rosalia deve ritornare a essere festa popolare che unisce e non che divide. Un momento di comunanza dove la politica non può e non deve 'inquinarè quell'atmosfera pagana e religiosa, che l'evento tradizionale rappresenta per la città e per i palermitani" afferma il capogruppo in Consiglio comunale e deputato regionale del Pd, Davide Faraone."Credo che sia opportuno - continua Faraone - che i politici e il sindaco partecipino alla passeggiata sul Cassaro, ma come semplici cittadini e lancio la proposta a Cammarata, che trova gradimento nel sentire comune, di non salire, sin dalla prossima edizione, sul carro trionfale per gridare la tradizionale frase liberatoria: viva Palermo e Santa Rosalia"."È necessario fare un passo indietro - conclude Faraone - per far sì che Palermo nel giorno di devozione alla sua Santa, sia veramente libera e non più prigioniera di accadimenti che, con lo spirito del Festino, non hanno niente a che vedere".
La Sicilia, 15/07/2008
mercoledì 16 luglio 2008
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