CORLEONE – Un’iniziativa originale, che ha consolidato il “ponte ideale” Sicilia-Toscana, rafforzando il percorso di quell’antimafia sociale, che sta dando lavoro “pulito” e prodotti con una vitamina in più, la vitamina “L” della Legalità. E’ successo stamattina a Corleone, con l’aperitivo servito nella casa di cortile Colletti, confiscata a Bernardo Provenzano, e il pranzo consumato nella casa di via Crispi, confiscata ai nipoti di Totò Riina, organizzati dalla cooperativa “Lavoro e non solo” a cui le due strutture sono state assegnate. Una “trovata” dell’Arci e della Cgil della Sicilia e della Toscana, in collaborazione con Libera, Legacoop e Banca Etica. Alla domanda “Cosa volete a pranzo?”, hanno risposto “Pane Olio e …Legalità”, Alessio Gramolati, segretario generale della Cgil -Toscana, Italo Tripi, segretario generale della Cgil-Sicilia, Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci, Manuele Marigolli, della Cgil di Prato, Mario Batistini, della Cgil di Firenze, e Valter Bartolini, della Cgil Pistoia. Con loro, l’ospite d’eccezione: Fabio Picchi, Chef del Ristorante “Cibreo” e del Circolo “Teatro del Sale” di Firenze, che ha scelto il menù. A bere il vino bianco “Placido” (in onore di Placido Rizzotto), e ad assaggiare la pasta, lo sfincione corleonese, la ricotta, la caponata, i ceci cotti, c’erano i giovani volontari provenienti dalla Toscana e da altre regioni d’Italia, i soci lavoratori della cooperativa, il loro presidente Calogero Parisi, il coordinatore del progetto “Liberarci dalle spine” Maurizio Pascucci, il presidente di Arci-Sicilia Anna Bucca, il vice-sindaco Pio Siragusa, il presidente del consiglio comunale Mario Lanza e i rappresentanti delle forze dell’ordine. L’iniziativa è servita a sottolineare la bontà etica e gastronomica dei prodotti biologici delle terre confiscate alla mafia, che già vengono commercializzati in Italia col marchio di “Libera Terra”. Ed è stata un’anticipazione delle grandi potenzialità che future attività agrituristiche potranno avere in questo territorio. “Quattro anni fa – ha detto Alessio Gramolati – abbiamo iniziato quest’avventura per dare qualcosa alla Sicilia. Abbiamo capito subito che sono molto di più gli insegnamenti che abbiamo ricevuto”. “A Corleone c’è l’esempio di cosa sia l’antimafia concreta, quella dei fatti e non delle parate, e di come l’idea di una società costruita sulla legalità e sulla solidarietà non sia una sogno ma un obiettivo praticabile”, ha detto Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana.
Dino Paternostro
21 luglio 2008
FOTO. Dall'alto: Lucio Guarino, direttore del consorzio "Sviluppo e Legalità", Alessio Gramolati, segretario generale Cgil-Toscana, Calogero Parisi, presidente della coop "Lavoro e non solo", Anna Bucca, presidente Arci-Sicilia, lo chef Fabio Picchi;
Gli ospiti al balcone della casa confiscata ai nipoti di Riina, in via Crispi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento