domenica 18 aprile 2010

Appello per un 1° maggio migrante a Cassibile

Dopo i terribili giorni di Rosarno quest’anno vogliamo costruire una campagna di rilievo nazionale a difesa dei diritti dei migranti stagionali supersfruttati nella nostra isola, perché pensiamo che la cancellazione dei diritti dei migranti abbia aperto ed aprirà di più il varco ad un attacco frontale ai diritti di tutti i lavoratori. La recente approvazione al Senato del “collegato lavoro” dimostra la reale volontà padronale di demolire ogni diritto del lavoro, facilitando i licenziamenti con l’annullamento nei fatti dell’ art.18 dello Statuto dei lavoratori.
Da anni centinaia di migranti vengono a Cassibile, soprattutto durante la stagione di raccolta delle patate (aprile/giugno), per essere sfruttati in condizioni neoschiaviste da un padronato che, grazie all’evasione contributiva, ai bassi salari ed alle condizioni disumane di lavoro, si arricchisce indistrurbato grazie all’intermediazione dei caporali ed all’inefficacia, o peggio, assenza delle istituzioni preposte e dei sindacati concertativi.
Da anni a Cassibile ci si preoccupa esclusivamente di contenere la visibilità dei migranti in paese, quando tornano dal lavoro, anche se contribuiscono alla crescita economica dell'intera zona.
Da anni si aspettano le ultime settimane per provvedere ad un’accoglienza, sempre d’emergenza, (addirittura l’anno scorso neanche quella), ma solo per 130 migranti “regolari”; una regolarità pretesa per offrire loro un posto letto, ma ignorata quando si tratta delle garanzie contrattuali e delle tutele sindacali. E’ drammatico che ciò si ripeta in una terra dove 42 anni fa ci furono eroiche lotte bracciantili, che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle gabbie salariali e del caporalato.
Negli stessi anni in questo territorio ha operato il centro Giovanni Paolo II, gestito dall’Alma Mater, che, dopo essere stato oggetto di vicende giudiziarie, è stato chiuso “a causa di gravi inadempimenti”; da un’inchiesta in corso emerge anche l’enorme truffa da parte di un’associazione di avvocati, che gestiva l’assistenza legale all’interno del Centro di detenzione a danno di centinaia di richiedenti asilo, a cui era stato fatto credere di avere un ricorso pendente in tribunale, ma che invece adesso si ritrovano irregolari ed a rischio d’espulsione. Oltre allo sfruttamento ed alla mancata accoglienza, i migranti sono anche vittime di sempre più frequenti raggiri attraverso le false regolarizzazioni, i falsi contratti di lavoro, i falsi permessi di soggiorno, pagati migliaia di euro a soggetti poi scomparsi nel nulla.
A Cassibile come a Rosarno la maggioranza dei migranti sono in regola con il permesso di soggiorno (rifugiati, richiedenti asilo, in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, da poco licenziati, alla ricerca di nuova occupazione), ma questa maggioranza con il passare del tempo viene spinta verso l’irregolarità (grazie a vergognose leggi razziali come la Bossi-Fini ed il recente “pacchetto sicurezza”), se non dimostra di aver versato i contributi. Per invertire questa micidiale tendenza rivendichiamo l’ottenimento del permesso di soggiorno per chi denuncia chi sfrutta il lavoro nero, applicando in senso estensivo i contenuti della direttiva europea n.52 del 18/6/’09, per favorire sempre più canali di regolarizzazione per tutti i migranti.
Il principio di “Uguale salario per uguale lavoro” o diventa la bussola dell’associazionismo antirazzista e del sindacalismo conflittuale o la differenziazione etnica dei salari può innescare fratricide guerre fra poveri, contrapponendo lavoratori italiani ai migranti e fra gli stessi migranti di diverse nazionalità, soprattutto in una regione come la nostra dove, in presenza di una devastante crisi economica, si sta progressivamente smantellando l’apparato produttivo (dalla Fiat di Termini alla zona industriale di Siracusa).
Vogliamo e possiamo dimostrare, in questo 1° maggio, che si può combattere il lavoro nero in agricoltura e non solo, senza criminalizzare le vittime e con la loro partecipazione vogliamo contrastare chi si arricchisce con la piaga del caporalato e la consolidata rete di complicità. La lezione di civiltà, dataci dai migranti in rivolta contro i poteri criminali a Castelvorturno ed a Rosarno, deve incoraggiare la costruzione di una nuova stagione di lotta per i diritti di tutti/e i/le lavoratori/rici, che veda i migranti come protagonisti della costruzione del proprio/nostro futuro, libero dal razzismo e dallo sfruttamento.
La storia siciliana ce l’ha insegnato: emigrare non è reato!
Mai più clandestini, ma cittadini !

Rete Antirazzista catanese, Confederazione Cobas (Sr, Ct), Arci SR-Ct- Me, Cpo Experia (Ct), Siracusa Libera, Laboratorio Zeta(Pa), Federazione della Sinistra (Prc-Pdci Sr,Ct),
padre Carlo D’Antoni, Associazione Attinkitè(Modica), Laici missionari comboniani(Pa),...
info-adesioni:alfteresa@libero.it

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