sabato 10 gennaio 2009

Palermo. Sui pass il Comune annuncia la retromarcia. "Nessun permesso verrà rinnovato"

di Antonio Fraschilla
Il dirigente Di Matteo: "Attendo delle direttive per rilasciare nuovi tagliandi"
«Nessun permesso verrà rinnovato. Attendo direttive dal sindaco sul rilascio dei pass per il 2009». Dopo la bufera sull´elenco dei pass per circolare liberamente in città e parcheggiare gratis sulle strisce blu rilasciati dal Comune di Palermo e intestati ad auto di parenti di politici, avvocati, medici, sindacalisti e imprenditori, il neo-dirigente dell´ufficio Traffico, Renato Di Matteo, ha deciso di fermare le procedure di rinnovo. «Attendo direttive chiare e precise dal sindaco Diego Cammarata prima di rinnovare anche un solo lasciapassare», annuncia Di Matteo. Dietro la decisione del dirigente c´è il malumore dello stesso primo cittadino che è rimasto molto colpito dall´elenco dei pass rilasciati fino ad oggi da Palazzo delle Aquile e che Repubblica ha pubblicato integralmente. «Il sindaco non conosceva questa situazione - spiega il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo - alla luce dello spaccato che è emerso, ha chiesto che ci sia una riflessione e che vengano ridefiniti i criteri di assegnazione dei permessi». E intanto dall´esame delle targhe che hanno ottenuto il permesso del Comune, continuano a venire fuori sorprese, con assessori che hanno fatto intestare un pass all´auto di proprietà dalla moglie, onorevoli a quella della suocera, perfino il difensore civico che ne ha uno da utilizzare anche sull´automobile della figlia. Spulciando l´elenco dei pass, insomma, la parentopoli continua. Perché se la moglie del ministro Angelino Alfano, Tiziana Miceli, ha un pass personale rilasciato suo nome (l´auto a lei intestata sarebbe stata l´unica della famiglia), altri politici e amministratori hanno invece chiesto a proprio nome permessi intestati all´auto della moglie, della figlia e perfino della suocera. Come l´ex capogruppo all´Ars dell´Udc, Nino Dina, che ha un lasciapassare per la berlina del partito e un secondo permesso, invece, intestato a un´auto di proprietà di sua suocera: «Non vedo dove starebbe lo scandalo - dice Dina - Io non ho un´auto personale intestate a me, in famiglia abbiamo solo questa macchina di proprietà di mia suocera, che a volte utilizzo io stesso, esponendo il contrassegno del Comune».

Permessi in famiglia anche per Lorenzo Ceraulo. Che mentre da assessore al Traffico l´anno scorso varava le Ztl e circolava in auto blu, si faceva rilasciare dall´ufficio Mobilità un pass per imboccare le corsie preferenziali anche con la sua auto privata, e un secondo permesso per concedere lo stesso privilegio all´auto intestata a sua moglie.Un salvacondotto per l´auto di proprietà della moglie ha chiesto e ottenuto pure l´assessore al Personale Roberto Clemente, che spiega: «Anche io non ho un´auto di mia proprietà, l´unica macchina che abbiamo in garage è quella di mia moglie», dice Clemente, che però di pass ne ha già altri tre, tutti intestati a suoi collaboratori. «Per un lungo periodo sono stato senza auto e mi muovevo con macchine diverse, avevo chiesto un pass in bianco come quello rilasciato ai consiglieri, ma non è stato possibile - aggiunge - Ecco perché ho quattro tagliandi».Scivola sui permessi dell´ufficio Traffico anche il difensore civico Antonio Tito: possiede un solo pass, ma che può essere utilizzato su due macchine. Una intestata a lui, l´altra alla figlia Sabrina. Tito assicura però che con il salvacondotto ha sempre circolato solo lui, utilizzando alternativamente entrambe le automobili. Dall´elenco dei permessi rilasciati dal Comune risulta che il vice comandante dei vigili urbani, Serafino Di Peri, ne ha quattro. Due sono intestati all´auto della moglie e della figlia: «D´altronde io non ho un auto personale e quando non utilizzo quella di servizio guido quelle di famiglia - dice Di Peri - Io stesso ho chiesto al Comune di avere la lista dei permessi per migliorare i controlli, perché il pass lo può utilizzare solo chi ne è titolare, a prescindere dalla targa».Pass rilasciati a chi li utilizza su macchine di parenti e collaboratori. Uno spaccato che fin dal primo momento ha insospettito il neo dirigente Renato DI Matteo, che, arrivato in via Dogali, ha trovato un permesso su ogni scrivania dei suoi dipendenti.
«Quando ho chiesto di vedere l´elenco - racconta - ho trovato tutti i nomi in ordine sparso. Così era impossibile capire quanti tagliandi ciascuno possedesse. Su oltre mille nomi ci si perdeva. Così, come prima cosa, ho chiesto di rimetterli tutti in ordine alfabetico. Poi ho deciso di attendere con i rinnovi. Già a fine novembre mi sono arrivate le prime richieste per il 2009, ma ho preferito aspettare per capire meglio la situazione». Di Matteo, quindi, annuncia che ci sarà una stretta: «I criteri vanno assolutamente rivisti - conclude - per i dipendenti a esempio deve valere la regola del tutti o nessuno. Non è giusto che ci siano queste disparità. I permessi su segnalazione? Chi me li richiede mi dovrà portare una richiesta scritta con il suo nome e cognome e con quello del destinatario. Le regole cambieranno». E tra chi si trova nell´elenco, c´è anche chi si giustifica. Tra gli ex assessori comunali oggi deputati regionali che hanno ottenuto due pass per le due cariche, molti assicurano di averne restituito. Come Alessandro Aricò, Pdl, che dice: «Uno dei tagliandi è intestato a un auto di un mio collaboratore, l´altro era per una macchina in leasing. Permesso che ho restituito». Esattamente come l´ex vice sindaco, oggi all´Ars con l´Udc, Toto Cordaro.
(La Repubblica-Palermo, 10 gennaio 2009)

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