venerdì 23 gennaio 2009

Obama taglia gli stipendi dei collaboratori. In Sicilia invece...

di Salvatore Parlagreco
Galileo Galilei scrutava le stelle e vide l’universo come mai prima di allora era stato visto; Beethoven è stato uno dei più grandi compositori della storia dell’umanità. Quando sento “per Elisa” mi commuovo sempre, specie se a suonare è mio figlio Federico.
Galileo era quasi cieco, Beethoven completamente sordo. La cecità e la sordità più gravi non sono quelle di natura fisica, ma mentale. Da questa cecità e da questa sordità si guarisce più difficilmente, perché a differenza dell’handicap fisico, di essa non si ha coscienza. Il cieco che non vede, sa di non vedere. L’uomo che non vede, nonostante abbia occhi per vedere, non saprà ciò che ha sotto il naso.
Queste considerazioni ho fatto quando ho ascoltato qualche brano del discorso di Barack Obama in occasione del suo primo giorno da Presidente degli USA. Ha preso di petto questione vitali per il destino dell’umanità – i rapporti con il mondo arabo, la pace in Medio Oriente, i diritti umani, la crisi economica – e dato segnali straordinariamente efficaci, come la decisione di congelare gli stipendi del suo staff per chi guadagna più di centomila dollari l’anno (ottantamila euro circa). Un segnale inequivocabile e una lezione salutare: per chiedere sacrifici al popolo, quelli che hanno il potere devono dimostrare di saperli fare per primi. Non è umano pretendere che chi sbarca il lunario si privi dell’indispensabile se quelli che hanno di che vivere senza badare a spese, possono migliorare ancora la qualità della loro esistenza. Ingiusto, diseducativo, dannoso. Il risparmio di misure siffatte non è mai significativo, ma l’esempio lo è eccome. Se facciamo sacrifici tutti quanti, possiamo chiederne aanche a chi deve fare rinunce. Questo esempio non è mai venuto nel nostro Paese dalla politica. Mai. Si tratta di cecità politica. I nostri governanti non sanno rinunciare a niente e credono che questo loro limite sia ininfluente. Non è così, la loro credibilità, autorevolezza si riduce enormemente, insieme alla “governabilità” del Paese. Che non è solo il risultato di politiche condivise e di efficienza istituzionale, ma di carisma. Credibilità ed autorevolezza, per l’appunto (…).
Siciliainformazioni.com, 22 gennaio 2009

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