Attendiamo da 18 anni la verità sull’assassinio di nostro figlio, Antonino Agostino, agente della polizia di Stato, e di nostra nuora, Ida Castelluccio, che portava in grembo un bimbo. Quel 5 agosto 1989 sono stati trucidati dal piombo di sicari ancora senza nome e senza volto: ogni giorno, da allora, continuano ad essere uccisi dal silenzio di chi – all’interno delle istituzioni – sa e non parla, per chissà quale ragione.
Antonino Agostino era un fedele servitore dello Stato, ma lo Stato ancora non onora il suo sacrificio: uomini dello Stato hanno fatto scomparire gli appunti di un poliziotto onesto dalla sua abitazione, la notte del delitto. Non sappiamo il perché. A quegli uomini rivolgiamo un appello accorato, perché un sussulto di coscienza li spinga a rompere il muro di un’assurda e incomprensibile ragion di Stato, che ancora rende lontana la meta della verità. Un appello rivolgiamo a chi ha letto quegli appunti, a chi oggi li conserva nella sua memoria.
Un padre e una madre tornano a chiedere a chi sa di parlare, perché finalmente sia fatta giustizia vera. Un padre e una madre tornano a chiedere a tutta la comunità civile e alle istituzioni di unirsi in questa richiesta di giustizia: purtroppo, oggi, continuano a restare in libertà gli assassini e i complici. Per quanto tempo ancora avverrà? Per quanto tempo ancora dovremo chiedere giustizia?
Per questo motivo, torniamo a lanciare un accorato appello al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica, perché possa finalmente cadere il segreto di Stato sulle notizie che sono fondamentali ai magistrati della Procura di Palermo per proseguire le delicate indagini sull’omicidio.
Domenica 5 agosto, alle 9.30, abbiamo ricordato i nostri cari con una messa solenne, nella cappella del cimitero di Santa Maria di Gesù.
Vincenzo e Augusta Agostino
Antonino Agostino era un fedele servitore dello Stato, ma lo Stato ancora non onora il suo sacrificio: uomini dello Stato hanno fatto scomparire gli appunti di un poliziotto onesto dalla sua abitazione, la notte del delitto. Non sappiamo il perché. A quegli uomini rivolgiamo un appello accorato, perché un sussulto di coscienza li spinga a rompere il muro di un’assurda e incomprensibile ragion di Stato, che ancora rende lontana la meta della verità. Un appello rivolgiamo a chi ha letto quegli appunti, a chi oggi li conserva nella sua memoria.
Un padre e una madre tornano a chiedere a chi sa di parlare, perché finalmente sia fatta giustizia vera. Un padre e una madre tornano a chiedere a tutta la comunità civile e alle istituzioni di unirsi in questa richiesta di giustizia: purtroppo, oggi, continuano a restare in libertà gli assassini e i complici. Per quanto tempo ancora avverrà? Per quanto tempo ancora dovremo chiedere giustizia?
Per questo motivo, torniamo a lanciare un accorato appello al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica, perché possa finalmente cadere il segreto di Stato sulle notizie che sono fondamentali ai magistrati della Procura di Palermo per proseguire le delicate indagini sull’omicidio.
Domenica 5 agosto, alle 9.30, abbiamo ricordato i nostri cari con una messa solenne, nella cappella del cimitero di Santa Maria di Gesù.
Vincenzo e Augusta Agostino
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