lunedì 12 maggio 2008

La "pancia" della Sicilia

L´analisi

MARIO CENTORRINO

Qualcuno, per caso o su imbeccata, ha scaricato un file da un programma informatico scoprendo quello che può essere definito uno dei tanti archivi del «sistema» Lombardo: un lungo elenco di messaggi con i quali si chiedono favori al nuovo presidente della Regione.

I messaggi con le richieste di favori possono leggersi come un trattato di scienza politica. L´arco di tempo a cui si riferiscono le richieste è anteriore alle recenti elezioni nazionali e locali. E niente indica che quei favori siano stati concessi. Tuttavia dopo la pubblicazione di alcuni messaggi Lombardo ha annunciato querele.

Siamo convinti che ogni politico siciliano abbia un suo personale archivio al quale attingere nei momenti nei quali occorre richiedere consenso, senza che questo implichi necessariamente voto di scambio. Quel che interessa trascende quindi totalmente la persona e l´etica di Lombardo. Importa invece leggere l´archivio, disponibile nella sintesi delle cronache, sotto altri profili.

Primo, la sua impostazione come contributo alla scienza della politica. Poi, nomi e fatti emergenti dai messaggi sono testimonianze autentiche dal vivo delle esigenze quotidiane dell´isola fuori da ideologie, appartenenze, collocazioni di classe. La lettura dei messaggi, insomma, ci informa sulla «pancia» della Sicilia e integra bene analisi socio-economiche delle dinamiche regionali che, peraltro, crediamo, solo pochissimi consultano. Ma il profilo più importante riguarda la pervasività totale della politica attraverso la burocrazia negli interstizi della società. Pervasività che tutti a parole condannano, ma ai cui benefici tutti provano a ricorrere, convinti dell´assenza di seri meccanismi di regolazione nelle reti relazionali, assolutamente privi di fiducia nei confronti del soggetto che questi meccanismi dovrebbe elaborare, garantire, controllare. Lo Stato, cioè.

Vale la pena approfondire i tre profili. Andiamo per ordine ripercorrendo il metodo di catalogazione dei messaggi. Classificati come «richieste» e accompagnate dalle «segnalazioni». Possiamo subito ipotizzare che la richiesta con segnalazione autorevole trovi una corsia preferenziale nell´interessamento. La pratica, nella quale si trasforma il messaggio secondo il burocratese della politica, è in effetti complessa. Deve essere integrata con altre tre variabili importanti: il «riferimento», intendendo i soggetti della tecnocrazia cui deve essere girata; la «data» utile a far fede sull´efficienza del «trattamento»; e infine la «risposta», cioè l´esito positivo o negativo della pratica. A riflettere bene in questa metodologia definitoria ci sono dentro pezzi della nostra vita: un bisogno, la ricerca del soggetto disponibile, magari illudendoci, a prendersene carico. Con la speranza e l´aspettativa che ne consegue. L´individuazione all´interno degli apparati di segreterie politiche del riferimento giusto per esaudire il bisogno in tempi ragionevoli. E poi l´esito definitivo del disbrigo della pratica: la speranza che si tramuta in riconoscenza, in delusione, in stimolo per ritentare. Vorremmo davvero, senza enfasi, che i messaggi informatici dei quali parliamo avessero tutti avuto, qualora espressione di bisogni essenziali, interlocuzioni soddisfacenti.

Il secondo profilo attiene alla trasversalità dei bisogni: nei messaggi ci sono disoccupati, professionisti, imprenditori, mamme preoccupate per la carenza di asili nido, studenti angosciati per un esame forse eccessivamente severo. Pervasività della politica, infine, dicevamo, che dileggiamo nelle piazze ma che poi finiamo col riconoscere quale welfare materiale che ci può assicurare benessere. E anche qui, detto senza ironia, verrebbe quasi da essere grati a un sistema di assistenza che permette di trovar posto in una scuola materna le cui carenze, nei centri urbani, paradossalmente, dipendono proprio dalle scelte politiche.

L´archivio quindi come simbolico architrave del sistema Lombardo che fornisce, per ultimo, una lezione importante. Oggi, in Sicilia, conquista consenso chi organizza un ascolto di bisogni, non seleziona bisogni da ascoltare ma sceglie un ascolto di tipo universale. Chi riesce a tradurre l´«ascolto» in intervento pragmatico grazie all´ampiezza dei rapporti che ha saputo costruire in tutti i settori e che intrattiene con i «riferimenti» che contano. Raggiungendo una percentuale di esiti positivi maggiore di altri.

A questo punto, per le forze politiche che non condividono il governo di Lombardo e intendono recuperare spessore sul piano elettorale, si aprono due strade. Mettere in piedi un sistema analogo a quello di Lombardo ma più produttivo, con un´offerta più convincente. Entrare in concorrenza, insomma, abbassando i costi di transazione per i clienti e fornendo loro un prodotto di maggiore qualità (o quantità). Oppure, battersi per eliminare la pervasività della politica, per restituire regole alla collettività, così da persuadere una madre che il posto della scuola materna per suo figlio è un diritto da pretendere, non un favore da chiedere. Terze vie purtroppo, al momento non sembrano esisterne.

LA REPUBBLICA, SABATO, 03 MAGGIO 2008

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