Michele Russotto
Ninni Terminelli, coordinatore cittadino del Pd, rimane il più lungimirante esponente del suo partito. Continua infatti a guardare in prospettiva, sul filo dell'oltransismo anti Cammarata che le sue radici orlandiane, gli impongono. Così l'altro ieri è tornato a lanciare un categorico e anticipatore messaggio: "Il nostro impegno deve essere rivolto a costruire, nel tempo che ci separa dalle nuove elezioni, una piena alternativa al centrodestra per tornare a vincere a Palermo". Già, non è che tempo ce ne sia poi tanto. Appena due anni. Che sono parecchi per chi il parterre dei candidati a sindaco lo ha già affollato, leggi centrodestra, ma non molti per una coalizione come il centrosinistra che, al momento delle scelte decisive è storicamente incapace di sintesi finali e rischia sempre di scivolare nel candidato buono per tutte le stagioni, alias Leoluca Orlando, che non può rappresentare più una novità, avendo col tempo esaurita tutta la sua carica rivoluzionaria e che il dipietrismo non sta rinverdendo. Del resto, che i cavalli di ritorno, in politica, non sono vincenti lo sanno tutti e Orlando lo ha già sperimentato sulla sua pelle ben otto anni fa, quando fu sconfitto da Cammarata. Che da questo punto di vista il centrosinistra abbia bisogno di voltare pagina sembra ormai evidente. Bisogna capire come. Ma chi dice che non potrebbe essere l'onorevole Davide Faraone il candidato a sindaco del centrosinistra alle prossime amministrative? Chi meglio di lui, sul piano soprattutto della costante presenza, in questa lunga stagione del dopo Orlando, ha guidato l'opposizione al centro destra a Palazzo delle Aquile? Domande nient'affatto provocatorie, bensì supportate dall'esperienza vissuta in questi anni. Essa ci dice che per l'impegno quotidiano profuso, con grande professionalità da autentico stacanovista della politica, per la conoscenza diretta e capillare di tutto ciò che ruota attorno a Palazzo delle Aquile, indipendentemente dalle valutazioni positive o negative che si possono fare, non c'è dubbio che proprio Davide Faraone sarebbe il candidato naturale a sindaco del centrosinistra. Un riconoscimento che gli spetterebbe di diritto, anche se sappiamo che per certe scelte contano ben altri titoli. In politica sono i giochi interni, le alchimie delle appartenenze che hanno sempre il sopravvento rispetto alle esperienze maturate in prima linea, com'è il caso di Faraone, che neanche l'elezione a Sala d'Ercole ha distolto, più di tanto, dalle vicende comunali. E' come se egli in questi anni stesse studiando proprio per diventare sindaco. Una giusta ambizione, del resto, che ci sembra nessun politico sarebbe disposto a negare. Certo, i maligni o i non pochi guastafeste del tradizionale bizantinismo di questa città qualche insinuazione potranno anche farla su un percorso politico che, di tanto in tanto, qualche strizzatina d'occhio alla maggioranza, in diverse occasioni, l'ha pure data. Ma chi dice che tentare un dialogo con l'avversario sia un male? E' l'aberrante contrapposizione di oggi che ha fatto dimenticare che la mediazione è uno degli assi portanti della politica. E allora Davide Faraone candidato a sindaco per il centrosinistra? Chissà. Noi azzardiamo il pronostico. A due anni di distanza dalle elezioni possiamo anche rischiare di essere smentiti.
La Sicilia, 14 marzo 2010
NELLA FOTO: Davide Faraone
domenica 14 marzo 2010
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