martedì 2 settembre 2008

Confiscati beni al figlio del boss mafioso Benedetto Spera

La Dia di Palermo ha bloccato beni immobili, imprese e rapporti bancari per un valore di oltre tre milioni di euro a Giovanni Spera, 48 anni, accusato di mafia e figlio di Benedetto, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano
PALERMO - La Direzione investigativa antimafia di Palermo ha confiscato beni immobili, imprese e rapporti bancari per un valore di oltre tre milioni di euro, nei confronti Giovanni Spera, 48 anni, accusato di mafia e figlio del boss Benedetto Spera, detenuto, ritenuto il capomafia di Belmonte Mezzagno, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano.Il provvedimento, emesso dai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, su proposta del procuratore della Repubblica di Termini Imerese, ha interessato beni situati in due comuni della provincia di Palermo ed in altrettante cittadine della provincia dell'Aquila. I giudici hanno anche ordinato l'applicazione, a carico di Spera, della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per la durata di tre anni.La confisca dei beni eseguita dalla Dia di Palermo non ha riguardato solo l'imprenditore Giovanni Spera, figlio del capomafia di Belmonte Mezzagno, Benedetto Spera, ma anche alcuni suoi familiari e persone a lui legate. I giudici hanno confiscato quattro appezzamenti di terreno in provincia di Palermo e dell'Aquila; due appartamenti a Palermo, ed uno ad Avezzano (Aquila); l'intero capitale sociale, nonchè i beni aziendali della Calcestruzzi Santa Rita snc, con sede a Belmonte Mezzagno; vari conti correnti bancari intrattenuti presso la filiale del Banco di Sicilia di Belmonte Mezzagno ed un deposito a risparmio nominativo della filiale di Capistrello (Aquila) della Banca Popolare della Marsica.Giovanni Spera è ritenuto socialmente pericoloso in quanto inserito in Cosa nostra, nell'ambito della quale riveste un ruolo di assoluta preminenza. Nel 1994 Giovanni Spera si trasferì in Abruzzo, nella provincia dell'Aquila, allo scopo di sottrarsi ad una sanguinosa faida che, a partire dal luglio 1991, si era scatenata tra la famiglia di appartenenza e fazioni contrapposte. Nel luglio 1999, a conclusione di indagini svolte dalla Dia di Palermo, Giovanni Spera venne arrestato per associazione mafiosa. In seguito è stato condannato in Appello a cinque anni di reclusione.
02/09/2008

Nessun commento: