Qualche giorno fa mi trovavo davanti ad un bar di Corleone, in cui era stata organizzata una serata di karaoke e in cui, insieme a me, vi trovavano un gruppo di ragazzi toscani dell’Arci, che cantavano, ballavano e cenavano. Insomma, si divertivano. Conoscendoli, e conoscendo anche i ragazzi corleonesi che li accompagnavano, mi sono unita a loro per cantare “i cento passi” dei Modena City Ramblers. Quando la canzone è terminata, mi sono messa da parte aspettando che ne partisse un’altra per riattaccare e non ho potuto non sentire le chiacchiere di un gruppo di persone sedute vicino a me. Uno di loro si lamentava del casino che facevamo. “Non si può mangiare tranquilli”- diceva. Qualcun altro, invece, ha espresso pensieri un po’ più pesanti ai quali non ho potuto non rispondere. Diceva che, in realtà, tutti questi toscani che vengono a lavorare nei campi confiscati alla mafia non fanno nulla, “non sanno cosa vuol dire lavorare”. Al che mi sono arrabbiata, invitando questo gentile signore ad andare anche lui sui campi per constatare di persona il lavoro di questi ragazzi, che iniziano la loro giornata lavorativa prestissimo, che si fanno il mazzo sotto il sole e lavorano perché credono nella legalità, per non ricevere nulla di materiale in cambio, nessuna ricompensa, ma solo i giudizi ignoranti dei corleonesi antichi e dalla mentalità chiusa.Io, quella sera, mi sono vergognata delle parole di quel corleonese e ho pensato, invece, alle parole di tanti toscani conosciuti durante il campo a Calenzano, lo scorso luglio. Che differenza!!Quelle, erano parole di speranza, di fiducia, pronunciate da gente che crede in noi, ci stima e si unisce a noi nell’impegno e nella lotta all’indifferenza, all’omertà, alla mafia.Noi corleonesi, invece, non sappiamo far altro che lamentarci e giudicare chi sta facendo quello che NOI avremmo il DOVERE di fare.Ok, se volete, mandiamo a casa tutti questi ragazzi, però andiamo noi a lavorare questi campi, e lì, vorrei vedere chi lo farebbe. Nessuno, perché abbiamo paura, perché siamo solo bravi a parlare.Ho conosciuto tantissimi volontari toscani, e non solo, con la voglia di venire a Corleone a lavorare e a produrre i prodotti dell’Antimafia, e sono loro che ogni giorno mi fanno svegliare con la voglia di cambiare, sono loro che stanno cambiando Corleone, che ci danno una mano. Non finirò mai di ringraziarli e mi scuso per l’ignoranza radicata con cui devono fare i conti qui a Corleone.Miei cari compaesani, come credete che le cose possano cambiare se continuate a pensarla in questo modo? O , forse, in realtà, voi non volete affatto che le cose cambino? Beh…fate come credete.Potete anche non apprezzare il nostro e il loro lavoro, ma, per favore, state con la bocca chiusa. E’ meglio per tutti. O, almeno, prima di parlare, riflettete sulle vostre parole, perché, sappiate, che possono fare male, tanto male. Grazie.
Da DIALOGOS - Corleone
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