lunedì 4 febbraio 2008

PER UNA STORIA DELL’ANTISEMITISMO

Il Professore Fabio Oliveri, in occasione della giornata della memoria, promossa dall’Assessorato P.I del Comune di Prizzi, in ricordo dello sterminio del popolo ebraico, ha svolto presso l’I.T.C.G.I sede di Prizzi, alla presenza dei Dirigenti Scolastici dei due ordini di Scuola, dei docenti e del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Prizzi, una erudita e magistrale relazione dal tema molto impegnativo: “Per una storia dell’antisemitismo”.
L’insigne studioso, esperto di studi ebraici ( insegna a Potsdam in Germania questa materia), è riuscito a calamitare l’attenzione anche dei ragazzi più demotivati, grazie anche alle sue abilità comunicative.
I ragazzi sono rimasti incantati dal raccapricciante racconto sapientemente rappresentato, rimanendo miracolosamente attenti per più di tre ore.
Ha esordito dicendo che nessun popolo è stato immune dall’odio verso gli Ebrei ( Rumeni, Russi, Polacchi), tutti terribili antisemiti, perfino la nostra Sicilia! Il popolo tedesco, dunque non è stato l’ unico a perseguitarli e ad ucciderli.
Da 2500 anni, gli Ebrei vengono massacrati per varie motivazioni e pretesti che variano di volta in volta e si rinnovano nel tempo.
Nel mondo antico, per esempio, vengono uccisi, perché sono coloro che fanno “tutto contrario di tutti”, perché, in fondo sono diversi. Anche adesso, di norma si ha paura, si odia o si disprezza il diverso.
Già 2500 anni fa, gli Ebrei della diaspora, lasciano le loro sedi per cercare la propria fortuna altrove, e capitava spesso che venissero uccisi.
Per quanto paradossale possa sembrare, un primo esempio di sterminio viene riportato proprio nella Bibbia.
Nel libro di Ester, si parla “della diaspora persiana” (attuale Iran, che vorrebbe distruggere l’attuale Isdraele) e di “ popolo appartato e diverso fra i popoli”, “le cui leggi sono diverse”. “Popolo che non osserva le leggi del Re e perciò non conviene che il Re li tolleri, e se così piace al Re, si scriva che venga distrutto!”
Poi il Professore sfata un mito: “quello dei Siciliani come popolo di tolleranti! ”
A tal proposito cita fonti che dicono esattamente il contrario, come “ I documenti della Camera Reale”.
Nel medioevo la Sicilia era una terra tipicamente ebrea, dove molti erano gli episodi di intolleranza.
Quel medioevo, dunque, talvolta raffigurato come l’epoca gloriosa della tolleranza siciliana, periodo di convivenza pacifica tra cristiani, musulmani ed ebrei non è esattamente così. Uno sterminio c’è stato a Modica nel 1474, in seguito a tumulto di popolo contro gli ebrei.
Anche a Noto vengono uccisi quasi 500 ebrei tra donne, uomini e bambini. Come si vede anche noi abbiamo i nostri scheletri nell’armadio! Bisogna eliminare il mito della Sicilia, terra senza crociate.
A tal proposito, cita un testo:”L’Ebraismo della Sicilia” di un certo Giovanni Di Giovanni del 1748, una ristampa anastatica. Siamo negli anni che precedono l’espulsione degli Ebrei dalla Sicilia il 1492!
Periodo storico terribile per la Sicilia, poiché segna il declino della nostra Isola.
Infatti sia la scoperta delle Americhe, che l’espulsione degli Ebrei, segnano uno spartiacque importantissimo: L’ASSE DELLA STORIA ABBANDONA IL MEDITERRANEO!
La cacciata degli ebrei per noi rappresenterà una perdita economica immensa che ne segnerà le sorti future.
Gli Ebrei, monopolizzavano i commerci, erano dei grandi lavoratori, erano abili metallurgici, bravissimi nella lavorazione del ferro. A Palermo lavoravano e vivevano nella odierna via Calderai. La grande sinagoga, era esattamente dove trovasi l’odierna chiesa di S.Nicola (via Maqueda).
A Palermo, considerata la tollerante, nel 1339, avvennero massacri di Ebrei, proprio la notte del venerdì Santo…(ricordiamo cha una delle accuse che venivano mosse agli ebrei era quella di deicidio, cioè di avere Giuda e i giudei ucciso Gesù)..e per questo erano anche odiati..
Anche a Prizzi, si è avuta la presenza di Ebrei.
Infatti , in contrada “ Pietra Ciaramitaru”, trovavasi il casale degli Ebrei. Tutt’ora persiste la toponomastica :“PORTELLA DEI GIUDEI”. Trattasi del camminamento che, dall’attuale strada statale 118 (per Corleone) portava al Casale “Pietra Ciaramitaru”, attraverso la diga, che allora non esisteva, ma era il passo, attraverso il quale, si andava, dalla strada statale, che già esisteva, in quanto costruzione di origine romana, direttamente al Casale Ebreo. Questo Casale fu poi abbandonato verso il XIII secolo. Ancora oggi, nel terreno si trovano i cocci di vasellame a testimonianza dell’insediamento. Gli ebrei a Prizzi, furono espulsi verso il 1492, stessa sorte toccata al resto degli Ebrei di Sicilia.
Nel 1492, dei 35.000 ebrei di Sicilia, solo 9000 rimasero, si assimilarono o convertirono come Ferdinando il Cattolico aveva stabilito, gli altri 26000 andarono. Anche allora vi erano leggi raziali, ad es.un siciliano poteva avere rapporti sessuali con una ebrea, un ebreo con una siciliana no!
Il Professore si sofferma a questo punto sul più crudele degli stermini di massa mai visto nella storia: lo sterminio nazista, posto in essere dal regime nazionalsocialista con la soluzione finale del problema ebraico.
Undici milioni di ebrei in Europa, dovevano essere sterminati. Si doveva andare fino in fondo, così diceva un vecchio proverbio tedesco, non si potevano lasciare le cose a metà!
Termini quali espellere, trasferire, soluzione finale, servivano per anestetizzare i concetti di morte. Si usavano concetti asettici, un lessico speciale: soluzione finale al posto di “uccidere”. Tutto ciò per rendere lo sterminio più amministrabile e mimetizzabile. Assassini a tavolino, con concetti asettici!
La perfetta scienza dell’organizzazione del lavoro, permetteva inoltre di gestire un massacro di enorme dimensioni.
Evidentemente questi eufemismi, consentivano al singolo di sottrarsi alle sue responsabilità.
Nei campi finivano, non solo ebrei, ma tanti esseri invisi al regime: gli asociali, i sabotatori, gli zingari, gli omosessuali, i socialisti, i comunisti, i cattolici, i testimoni di Geova etc.
La liberazione del campo più triste avviene nel 1945: era un sabato, il 27 gennaio di cui si celebra la memoria. Istituito ad Auschwitz, il primo Giugno nel 1940, in quattro anni, vi sono stati massacrati più di 4 milioni di uomini, donne e bambini. Si trattò di un massacro organizzato scientificamente a tavolino.
La Germania già, Paese a civiltà industriale avanzata, che disponeva di una eccellentissima burocrazia, ligia al dovere, efficiente nel lavoro, si mise solerte al servizio del sistema. Si riusciva a bruciare nei forni crematori più di 4000 persone al giorno tra donne, uomini e bambini.
Per definire questo massacro tecnico-scientifico, fu necessario coniare un nuovo termine, un lessico specifico, che meglio evocasse il baratro di bestialità umana, mai raggiunto prima. Gli intellettuali, studiarono a lungo il termine nuovo da coniare e fu: Olocausto, Shoah! Questi termini vengono usati solo per definire lo specifico sterminio degli Ebrei. Tutti gli altri stermini, ad es, quello del popolo Armeno ad opera dell’Impero Ottomano, o altri, si dicono stermini semplicemente. Quello tedesco, invece, è una Shoah! Il male assoluto! La follia immensa, la perdita di ogni umanità.
Resta il mistero, di come un Paese, che tanto ha dato per la cultura europea, da Kant a Bach, e non solo nel campo musicale ed in filosofia, possa aver toccato questo fondo assoluto…
Il baratro della bestialità, si è toccato anche in Italia con le leggi fascistissime del 1938. Da noi si sono tolti i diritti e in qualche caso vi sono stati anche grandi massacri, ma da noi, soprattutto, partivano i vagoni pieni per l’Austria e la Germania..
Anche noi, razzisti e complici dei massacri.
Tanti i giusti, comunque che perdettero la vita per salvare vite umane.
Dopo 50 anni di quasi silenzio, ecco la Legge n.211 del 2000 che istituisce il giorno del ricordo
( come se bastasse una Legge per togliere il dolore!)
Sta a noi meditare, affinché mai più possano ripetersi simili barbarie.
Contro ogni revisionismo o negazionismo della storia, che si ricordi, per non dimenticare e per riflettere su questo momento di crisi di valori e di grande superficialità che sta attraversando l’Italia
Rosa Faragi
Assessore alla Pubblica Istruzione

del comune di Prizzi (Pa)

2 commenti:

a.c ha detto...

Brava Rosetta non sbagli un colpo da quando ti sei insediata.
Peccato non aver appreso l'iniziativa in tempo ,mi sarebbe piaciuto partecipare ,anche se le scuole superiori le ho finite giusto qualche decennio fa'.
Stai sbaragliando la concorrenza ed apportando un contributo alla causa superiore ad ogni aspettativa.
Brava.Voto 8 +

Lady Oscar ha detto...

Rosetta Faragi,sei una grande persona.....peccato però che sei di sinistra....