PALERMO - "La situazione del mandamento mafioso di Partinico è di estrema fibrillazione. Dopo l'arresto dei principali esponenti del clan Vitale sulla zona, sempre in rappresentanza dei Vitale, ha esteso il suo potere il boss e latitante di Altofonte, Domenico Raccuglia. Ma a contendergli il controllo ci sono una serie di personaggi mafiosi locali: da qui l'estrema pericolosità del contesto di Partinico". E' il commento del sostituto procuratore della Dda di Palermo Francesco Del Bene, che coordina le indagini sulla mafia nel comprensorio di Partinico, dopo l'uccisione dei due imprenditori. "Per comprendere - ha aggiunto - quanto sia convulso il momento basti pensare che questo duplice omicidio è stato preceduto negli ultimi otto mesi da due omicidi e da una scomparsa per lupara bianca: mi riferisco agli agguati in cui, rispettivamente a luglio e ad ottobre, hanno perso la vita Giuseppe Lo Baido e Antonino Giambrone e alla scomparsa di Antonino Frisella".L'uccisione di Giuseppe e Giancarlo Riina secondo gli inquirenti sarebbe collegata alle manovre tra clan mafiosi contrapposti che cercano di colmare un vuoto di potere in un territorio che neppure i boss Lo Piccolo, a sentire i pentiti, riuscivano a tenere sotto controllo. E' la prima lettura, a caldo, fatta dagli inquirenti a poche ore dal duplice omicidio degli imprenditori Riina.Il collaboratore Francesco Franzese, disegnando i nuovi organigrammi di Cosa nostra, spiegò che solo in due casi, a Partinico e nel quartiere Uditore di Palermo, i Lo Piccolo non riuscirono ad imporre un loro uomo a capo del territorio. Il "grande mandamento" che i boss di Tommaso Natale volevano creare unificando sotto il loro potere Palermo e la provincia trovò uno stop proprio alle porte di Partinico dove, a sentire i pentiti, i Lo Piccolo "non sapevano a chi rivolgersi".La fibrillazione rilevata dagli investigatori negli ultimi mesi a Partinico dipenderebbe proprio da questa assenza di leadership nella zona. In particolare, il duplice omicidio potrebbe essere legato allo scontro in atto tra un gruppo che farebbe capo al boss Domenico Raccuglia, capomafia di Altofonte, che oggi avrebbe il sostegno degli ex fedelissimi del boss Vito Vitale, e un clan rivale, un gruppo di "emergenti" che farebbe base a Borgetto (Pa) e che avrebbe deciso di approfittare della assenza di un capo riconosciuto per allargare il proprio controllo sul territorio.Nel luglio scorso, a Partinico è stato assassinato l'imprenditore Giuseppe Lo Baido definito dagli inquirenti un fedelissimo di Raccuglia. Tre mesi dopo, in ottobre, a Borgetto, è stato ucciso il meccanico Antonino Giambrone, e anche quell'omicidio venne collegato indirettamente all'escalation del boss latitante di Altofonte. Giambrone era figlio di Vito, assassinato a sua volta nel '98 a Borgetto, e considerato un fedelissimo del boss Vito Vitale, per decenni padrino incontrastato di Partinico.Dopo l'arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, avvenuto lo scorso 5 novembre, per il latitante Raccuglia, recentemente condannato a vent'anni di reclusione per un tentativo di omicidio, si sono aperti nuovi spazi egemonici nell'ambito delle famiglie mafiose, soprattutto in provincia
12/02/2008
martedì 12 febbraio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento