Il vice-premier firma l'accordo per la restituzione dei pezzi conservati nel museo californiano, che, in cambio, potrà contare sulla collaborazione culturale del nostro Paese
Sul filo di lana e senza il Lisippo, per il quale si aspetteranno le conclusioni del procedimento penale aperto a Pesaro. Ma alla fine l'accordo con il Getty è stato trovato. In Italia torneranno quaranta opere, annunciano soddisfatti il ministro della cultura Rutelli e il direttore del museo californiano Brand. E tra queste ci sarà la la splendida Venere di Morgantina, che sarà restituita nel 2010.
In piedi da oltre due anni, con i negoziati aperti fino all'ultimo minuto utile dopo l'ultimatum lanciato da Rutelli al 31 luglio, l'estenuante braccio di ferro con il museo californiano trova finalmente una conclusione. E il risultato non è da poco, visto che fino a qualche mese fa, il Getty era intenzionato a restituire non più di 26 opere rispetto alle 52 richieste inizialmente dai tecnici italiani. Per il Lisippo o 'Getty Bronzè come lo chiamano a Los Angeles, di fatto il vero pomo della discordia, i giochi restano aperti: le parti, scrivono Rutelli e Brand in una nota congiunta, «concordano di rinviare ulteriori discussioni sulla Statua di un giovane atleta vittorioso alle risultanze del procedimento legale in corso a Pesaro».
Proprio sul bellissimo bronzo le posizioni sono apparse lontane fino all'ultimo. Con l'Italia che ne rivendica la proprietà, sostenuta anche da un parere dell'avvocatura di stato che il ministro ha definito «definitivo, incontrovertibile», e sottolinea anche la "responsabilità morale". Mentre dall'altra parte dell'oceano il direttore del museo californiano è sempre rimasto fermo sul no, continuando a sostenere che la statua fu pescata in acque internazionali e che l'Italia non ha diritto a reclamarla. Il procedimento della procura di Pesaro, avviato con l'esposto di un avvocato che per la prima volta mette in campo anche il reato di contrabbando, potrebbe dare all'Italia la carta definitiva.
Per il momento è pace fatta, scongiurato il pericolo di una rottura tra l'Italia e il Getty. I tecnici, scrivono insieme Rutelli e Brand, dovranno incontrarsi ancora per stabilire il calendario per il rientro dei 40 pezzi. Ma già si sa che la Venere di Morgantina, che gli americani chiamano più prudentemente Statua di Culto di una Dea, resterà esposta nelle sale del museo californiano fino al 2010. La collaborazione riprende: l'Italia e il Getty, fanno sapere Rutelli e Brand, «concordano su un'ampia collaborazione culturale che includerà prestiti di opere d arte significative, mostre congiunte, ricerca e progetti di conservazione e restauro». La polemica si chiude, con soddisfazione di tutti.
Mentre su un altro fronte, quello del carro etrusco di Monteleone di Spoleto, esposto da oltre un secolo al Met di New York e reclamato a gran voce dal 2004 dagli abitanti del paesino umbro, arriva a sorpresa il parere di un esperto: la biga etrusca, scrive in un lungo articolo pubblicato da Archeo di agosto Jerome M. Eisenberg, è bella ma potrebbe essere in parte falsa.
L'Unità, 01.08.07
Sul filo di lana e senza il Lisippo, per il quale si aspetteranno le conclusioni del procedimento penale aperto a Pesaro. Ma alla fine l'accordo con il Getty è stato trovato. In Italia torneranno quaranta opere, annunciano soddisfatti il ministro della cultura Rutelli e il direttore del museo californiano Brand. E tra queste ci sarà la la splendida Venere di Morgantina, che sarà restituita nel 2010.
In piedi da oltre due anni, con i negoziati aperti fino all'ultimo minuto utile dopo l'ultimatum lanciato da Rutelli al 31 luglio, l'estenuante braccio di ferro con il museo californiano trova finalmente una conclusione. E il risultato non è da poco, visto che fino a qualche mese fa, il Getty era intenzionato a restituire non più di 26 opere rispetto alle 52 richieste inizialmente dai tecnici italiani. Per il Lisippo o 'Getty Bronzè come lo chiamano a Los Angeles, di fatto il vero pomo della discordia, i giochi restano aperti: le parti, scrivono Rutelli e Brand in una nota congiunta, «concordano di rinviare ulteriori discussioni sulla Statua di un giovane atleta vittorioso alle risultanze del procedimento legale in corso a Pesaro».
Proprio sul bellissimo bronzo le posizioni sono apparse lontane fino all'ultimo. Con l'Italia che ne rivendica la proprietà, sostenuta anche da un parere dell'avvocatura di stato che il ministro ha definito «definitivo, incontrovertibile», e sottolinea anche la "responsabilità morale". Mentre dall'altra parte dell'oceano il direttore del museo californiano è sempre rimasto fermo sul no, continuando a sostenere che la statua fu pescata in acque internazionali e che l'Italia non ha diritto a reclamarla. Il procedimento della procura di Pesaro, avviato con l'esposto di un avvocato che per la prima volta mette in campo anche il reato di contrabbando, potrebbe dare all'Italia la carta definitiva.
Per il momento è pace fatta, scongiurato il pericolo di una rottura tra l'Italia e il Getty. I tecnici, scrivono insieme Rutelli e Brand, dovranno incontrarsi ancora per stabilire il calendario per il rientro dei 40 pezzi. Ma già si sa che la Venere di Morgantina, che gli americani chiamano più prudentemente Statua di Culto di una Dea, resterà esposta nelle sale del museo californiano fino al 2010. La collaborazione riprende: l'Italia e il Getty, fanno sapere Rutelli e Brand, «concordano su un'ampia collaborazione culturale che includerà prestiti di opere d arte significative, mostre congiunte, ricerca e progetti di conservazione e restauro». La polemica si chiude, con soddisfazione di tutti.
Mentre su un altro fronte, quello del carro etrusco di Monteleone di Spoleto, esposto da oltre un secolo al Met di New York e reclamato a gran voce dal 2004 dagli abitanti del paesino umbro, arriva a sorpresa il parere di un esperto: la biga etrusca, scrive in un lungo articolo pubblicato da Archeo di agosto Jerome M. Eisenberg, è bella ma potrebbe essere in parte falsa.
L'Unità, 01.08.07
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