martedì 7 agosto 2007

Dalla Toscana parte un appello sulla legalità per il Partito Democratico

L’impegno che abbiamo profuso nel campo della legalità e della lotta alla mafia deve continuare nel nuovo soggetto che stiamo costruendo. Il nuovo partito di massa che sta nascendo, avrà più vigore nell’affrontare queste tematiche, essendo un partito più forte degli attuali Margherita e Ds.
La strada da percorre su questo frangente presenta due momenti da non trascurare, da una parte il ruolo di sensibilizzazione, per l’affermazione di una cultura della legalità, dall’altra la proposta politica. Per quanto riguarda il primo momento il Partito Democratico si pone l’obiettivo di promuovere una cultura della legalità nella nostra regione, ma anche nel resto del paese. Questo significa affermare i valori di antimafia, di democrazia, di giustizia ed equità. Di qui la necessità di elaborare all’interno delle scuole e delle università percorsi specifici su queste tematiche finalizzati a promuovere una cultura della legalità. I giovani che hanno mostrato, soprattutto in Toscana, un forte interesse a queste tematiche devono avere gli strumenti e le conoscenze per sviluppare questa sensibilità.
Sosteniamo i soggetti che operano per questi obiettivi, dal mondo dell’associazionismo che quotidianamente promuovere un’antimafia sociale, ai magistrati e le forze dell’ordine che operano per garantire la giustizia e la sicurezza sulle nostre strade e nelle nostre città, dalla politica e dagli amministratori che ogni giorno elaborano idee e metodi per contrastare la criminalità.
Tutti questi soggetti dovranno trovare nel Partito Democratico una sponda politica per il potenziamento delle funzioni e degli strumenti per combattere l’illegalità.
Il Partito che stiamo costruendo dovrà fare sua la battaglia per la modernizzazione dell’amministrazione giudiziaria e per dotarsi di nuovi strumenti internazionali e interstatali per la lotta alla criminalità organizzata, che ha ormai raggiunto dimensioni che debordano dai confini nazionali.
Poniamo l’attenzione sulla condizione dei testimoni di giustizia (legge 45 del 2001), che rischiano di rimanere soli, esposti alla mercè della criminalità organizzata.
Riteniamo necessario inserire nel codice penale i delitti contro l’ambiente con sanzioni adeguate alla gravità del reato, e rendere più spedite e certe le procedure in materia di repressione degli abusi edilizi e del riciclaggio di rifiuti.
In questo senso vediamo di buon auspicio la nuove legge regionale in ambito di appalti, che costituisce una proposta avanzata tesa a combattere gli accordi malavitosi nei bandi di concorso. Auspichiamo che anche il governo nazionale adotti una misura analoga per completare il lavoro che la nostra regione ha profuso.
E’ necessario, inoltre, procedere ad una seria revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia, per colpire più efficacemente i reati tra mafia e politica nei contesti locali, unitariamente all’estensione della confisca dei beni a chi viene condannato per corruzione. Per ridurre i tempi di indagine e garantire il sostegno delle vittime di usura e racket, chiediamo l’istituzione di un’authority indipendente. Per combattere la riduzione in schiavitù, anche e soprattutto nel campo dello sfruttamento della prostituzione, e la piaga del caporalato che colpisce soprattutto gli extracomunitari irregolari. In questo senso è fondamentale procedere ad una nuova legislazione sui temi dell’immigrazione, che ha già iniziato positivamente il suo percorso, partendo da una più assidua affermazione dei diritti di cittadinanza di chi denuncia i propri sfruttatori, riconoscendo loro la condizione di vittima. Siamo soddisfatti per l’istituzione dell’Agenzia Nazionale di gestione dei beni confiscati alle mafie. Pensiamo che questo strumento può essere un sostegno reale alle cooperative e alle associazioni che gestiscono i beni confiscati. Esso deve partire dall’incentivazione istituzionale nei confronti dell’Abi di un sistema creditizio solidaristico. Auspichiamo che questo strumento abbia la forza per rendere migliore la legislazione relativa ai beni confiscati. Sosteniamo la battaglia per l’abbattimento dei tempi che passano dal sequestro, alla confisca alla assegnazione dei beni confiscati per rendere più agevole, il già difficile compito delle cooperative e gli altri soggetti che ricevono questi beni. Maggiore è il periodo di inattività, maggiore è lo stato di degrado del bene confiscato. In questo senso sollecitiamo gli enti pubblici toscani che possiedono beni confiscati ad utilizzarli per restituirli alla legalità.
Il nuovo partito deve dotarsi di un codice etico di autoregolamentazione, che allontani, soprattutto nelle competizioni elettorali, candidati con a carico procedimenti penali relativi a reati estremamente gravi come associazione mafiosa, corruzione, ma anche altri. Sarebbe un segnale molto importante, mostrerebbe come il potere politico non si sottrae alle regole, bensì ne pone altre. Il Partito Democratico che si candida ad assumere un ruolo cruciale nel futuro del nostro paese non può prescindere da questi presupposti.

Firmatari:

Marco Pingitore, Sinistra Giovanile Toscana
Giuseppe Lumia, Vicepresidente Commissione Antimafia
Vanna Van Straten, Presidente Libera Toscana
Salvatore Calleri, Presidente Fondazione Caponnetto

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