mercoledì 20 ottobre 2010

Giuseppe Casarrubea e Mario Cereghino: "Mai detto che il cadavere non sarebbe quello di Giuliano ma di un sosia"

Vi segnaliamo un grave errore che si trascina da vari giorni per colpa di varie agenzie di stampa, a cominciare dall'Ansa. Noi non abbiamo mai affermato che nella tomba della famiglia Giuliano a Montelepre "il cadavere non sarebbe quello di Giuliano ma di un sosia". L'Ansa, addirittura, ha scritto negli ultimi giorni che "secondo Casarrubea, il bandito in realtà sarebbe stato fatto fuggire all'estero e il cadavere esposto sarebbe di un sosia". Ieri sera, abbiamo avuto una lunga conversazione con il dott. Pecoraro, giornalista dell'Ansa di Palermo, il quale ha subito rettificato la notizia errata, diramata nel tardo pomeriggio del 19 ottobre.
Ecco il testo redatto dal giornalista Pecoraro:
BANDITO GIULIANO: STUDIOSI, DA NOSTRO ESPOSTO VIA A INDAGINE (V. 'SALMA BANDITO GIULIANO...' DELLE 18.21 CIRCA)
(ANSA) - PALERMO, 19 OTT - Secondo lo storico Giuseppe Casarrubea e il ricercatore Mario J. Cereghino, la Procura di Palermo ha riaperto il caso del bandito Salvatore Giuliano, avviando una indagine a carico di ignoti per omicidio e sostituzione di cadavere, con lo scopo di verificare ''una serie di contraddizioni che emergono dai dati ufficiali relativi alla morte del bandito'', ucciso la notte tra il 4 e 5 luglio del 1950 a Castelvetrano (Pa). Sono stati proprio Casarrubea e Cereghino a fornire alla Procura il 5 luglio gli elementi che hanno indotto i magistrati ad aprire l'inchiesta e a disporre la riesumazione del cadavere, prevista per il prossimo 28 ottobre. Per i due studiosi ''vi sono elementi tali che e' legittimato il ricorso all'esame del
 Dna per accertare l'identita' del cadavere giacente nella tomba di famiglia dei Giuliano''. Nell'esposto Casarrubea e Cereghino chiedevano ''di volere intraprendere un'indagine conoscitiva per accertare l'identita' della persona uccisa nel cortile dell'avvocato Di Maria (Castelvetrano) rispondente al nome di Salvatore Giuliano, autore di stragi e omicidi, commessi in Sicilia negli anni che vanno dal 2 settembre 1943 e fino alla data del luglio 1950''. ''Gli scriventi - si legge - ritengono che vi sono fondati motivi per ritenere che il cadavere ritratto nel suddetto cortile e nell'obitorio del cimitero di Castelvetrano non siano la medesima persona ritratta in decine di fotografie e in un filmato del dicembre 1949 come il bandito Salvatore Giuliano''. (ANSA).
Il 5 maggio 2010, infatti, nell'istanza presentata al questore di Palermo, Roberto Marangoni, abbiamo scritto: I sottoscritti [...] chiedono alla S.V. di volere intraprendere un'indagine conoscitiva per accertare l'identità della persona uccisa nel cortile dell'avvocato Di Maria (Castelvetrano), la notte tra il 04 e il 05 luglio 1950, rispondente al nome di Salvatore Giuliano, autore di stragi e omicidi, commessi in Sicilia negli anni che vanno dal 2 settembre 1943 e fino alla data del luglio 1950. Gli scriventi ritengono che vi sono fondati motivi per ritenere che il cadavere ritratto nel suddetto cortile e nell'obitorio del cimitero di Castelvetrano non siano la medesima persona ritratta in decine di fotografie e in un filmato del dicembre 1949 come il bandito Salvatore Giuliano. Questa è una precisazione doverosa, che stiamo inviando a tutti i mezzi di informazione. Le notizie non veritiere, come si può bene immaginare, non fanno altro che apportare danno e confusione a una ricerca che conduciamo, con serietà e impegno, da oltre quindici anni.
Cordiali saluti
Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino
Partinico (Palermo), 20 ottobre 2010

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