domenica 22 febbraio 2009

Pantelleria, l’isola abbandonata

di Malcom Pagani
Uno scenario apocalittico. Un deserto di speranze che piove come un temporale eterno suoi abitanti di Pantelleria. L'isola che non c'è eppure esiste. Seimila abitanti, meraviglie naturali conosciute in tutto il mondo, paesaggi lunari. In abbandono. A Pantelleria manca l'essenziale. Nel piccolo porto le navi non attraccano, l'ospedale rischia di chiudere, i beni di prima necessità di non arrivare.
E' arrabbiata la comunità pantesca. Indignata per il silenzio del governo centrale, per le promesse di quello regionale. Concessioni prima elargite e poi scomparse. Davanti un orizzonte che non promette nulla di buono. Hanno protestato gli isolani. Hanno viaggiato verso Roma, si sono incatenati davanti al ministero, urlando una solitudine oggettiva. Hanno fatto finta di ascoltarli ma in realtà nulla sta cambiando. Marco Cirinesi è un ragazzo di Milano. Va verso i quaranta e da sei, vive sull'isola. “Una scelta di vita. Piena di cose buone e lati oscuri”. Chiedergli di illuminarli è come aprire un rubinetto con la chiusura difettosa. Scorrono concetti, immagini, lamentele. La descrizione di un'esperienza surreale. Sconcertante. “Stiamo pensando di chiedere l'indipendenza”. Non scherza, Cirinesi. “Sono serissimo. La situazione è grave. La condizione dei trasporti ricorda quella di cinquanta anni fa. Le navi della Siremar, abituata ad operare in regime di sostanziale monopolio, sono vecchie. Pericolose. Sporche. Inadeguate. A dicembre, da Trapani, saranno arrivate tre volte in tutto. I vertici della compagni addebitano i mancati attracchi alle condizioni del porto ma è una scusa. La realtà è che al primo soffio di vento, per timore delle possibili conseguenze, rimangono in banchina. Tanto se viaggia o non viaggia, guadagna ugualmente. L'altra compagnia, la Cassira, con un comprensibile gap rispetto alla concorrente, fa quello che può. Però gettare le gomene in porto o meno, è una voce di bilancio. I soldi entrano solo se Cassira arriva e questa, è una differenza non di secondo piano”.
Lo sfogo è senza argini. “Quest'amministrazione (nata come lista civica di centrosinistra e poi allargatasi a contributi trasversali ndr) si sta battendo per ottenere ascolto dal Ministro Matteoli e dal governatore siciliano Lombardo. Fonti governative avevano promesso, solo per l'ordinaria amministrazione dell'anno in corso, quarantasei milioni di euro. Al momento di sbloccare i fondi però, qualcosa si è bloccato. Hanno dichiarato che gli emolumenti sono stand-by”. Formula anglofila che non promette nulla di buono. Da quarantasei a zero. “Siamo preoccupati perchè qui, giorno dopo giorno, l'esistente peggiora”. Cirinesi non è ottimista. “Siamo isolati in tutto e per tutto.La continuità territoriale non viene garantita. Se dobbiamo sottostare allo statuto speciale, dobbiamo sapere il perchè”. Il sindaco, Salvatore Gabriele, ha rimbalzato tra i dammusi e la capitale un infinità di volte. Respinto, per ora. “Il sindaco è in gamba ma non si può pensare che su una sola persona poggino contraddizioni ataviche e inevase. Solo ora, la comunità capisce che per sperare di ottenere qualcosa c'è bisogno di unione. I giovani purtroppo, senza prospettive, cercano la fuga. Gli abitanti stanno diminuendo a vista d'occhio”. Hanno invaso Facebook, cercando di piegare gli strumenti della modernità a richieste primarie. D'inverno fa freddo anche a Pantelleria. “Andiamo avanti con i condizionatori” e d'estate, la doccia è un miraggio. Presto, temono, divenga tale anche l'ospedale. “So che sembra pazzesco ma è così. La status in cui devono operare i medici è agghiacciante. Sono professionisti straordinari, innamorati del proprio mestiere ma molti macchinari sono rotti, a iniziare dalla Tac. Se ne hai bisogno, devi emigrare a Trapani”. La regalò Giorgio Armani in persona. Ora è in disuso. “Abbiamo segnalato la cosa mille volte, è fuori uso da mesi”. Ricevendo in cambio, uno stizzito silenzio. “Una certa rassegnazione è endemica. Gli anziani dicono: “Se dobbiamo morire, moriremo”. In certe circostanze è difficile anche compiere esami semplici. Analisi banali”. La questione ospedaliera accomuna Pantelleria ad altre isole italiane. “Sognamo di essere una nuova malta”. Staccarsi per non morire. Dividersi per tornare a respirare.
L'Unità, 22.2.2009
FOTO. Il porto di Pantelleria

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