Che giornata! Questo è stato un ferragosto decisamente impegnativo e fibrillante. Già dalla mattina l’aria che si respira è carica di “agitation”(da leggersi con accento francese). Locomotive di pizzette viaggiavano sui tavoli percorrendo immense montagne di panini, paste, pecorini e peperonate. Come api lavoratrici ognuno ha il suo compito: cibo, imballaggio, carico, scarico, allestimento, montaggio e pulizia. Alle 11 siamo tutti pronti per il grande evento. Uno sciame di magliette bianche della cooperativa lascia il “suo” alveare per invadere il cortile Colletti, luogo di inaugurazione del Laboratorio e Bottega della legalità. Inizia l’attesa. Veniamo accolti da legioni di carabinieri, poliziotti in divisa, in borghese e a cavallo, vigili urbani, finanzieri, agenti del Corpo Forestale, unità Cinofile, Artificieri antisabotatori (visti per la prima volta!), Protezione Civile, guardie del corpo (corpo che però non era ancora arrivato), agenti segreti, tecnici dell’Enel e della società idrica e l’immancabile stuolo di giornalisti. In questo quadro impressionista di colori stranamente accostati risplendono rare creature ancora umane: Maurizio in tenuta gessata bianca (che ricorda vagamente un capo mafia) e Calogero in elegante abito blu (con tanto di cravatta!). L’attesa si fa calda, assetata e affamata. I sistemi di sicurezza a difesa del buffet crollano miseramente davanti a stomaci urlanti (non solo i nostri ma anche quelli dei militari). Intanto “ordini superiori” ci impongono di occupare la parte bassa del cortile: la speranza che i nostri “onorevoli ospiti” appaiano presto all’orizzonte si infrange davanti alla figura di un intrepido operatore ecologico che, per svolgere il suo lavoro, elude ogni posto di blocco e arriva fino a pochi metri dal nastro tricolore. Mentre si diffonde ilarità tra il pubblico e panico tra gli agenti, un’ovazione accompagna la furente uscita di scena del furgoncino. Rotto il ghiaccio (e sciolto dal solleone), troviamo il modo per ingannare la lunga attesa. Le nostre ugole si cimentano in canti appassionati di chiaro stampo antimafioso sotto gli occhi incuriositi dei pochi corleonesi che con noi condividono quel momento. Il rombo di un elicottero dei carabinieri sempre più vicino annuncia l’ormai imminente arrivo della carovana di auto blu. Queste sgommano davanti ai nostri occhi scaricando il loro carico istituzionale davanti all’ingresso della casa confiscata. Circondati da un muro di agenti, il Ministro dell’Interno Maroni, quello della Giustizia (così dicono) Alfano, il sempre sorridente Sottosegretario Letta e il Procuratore Grasso incontrano don Luigi Ciotti (l’unico a farsi fotografare anche da noi), i sindaci del Corleonese e i rappresentanti delle cooperative. Ora può iniziare l’inaugurazione. I discorsi da manuale dei due ministri (Maroni dice di sentirsi siciliano, ma non ditelo ai padani!) e la benedizione del parroco danno il via al taglio del nastro tricolore. La manifestazione si sposta così all’interno della struttura dove, ovviamente, noi non possiamo neanche avvicinarci. Ma questo non ci dispiace affatto. Infatti assaltiamo in maniera definitiva il buffet. L’arrivo di Pino Maniaci ( l’eccentrico direttore di TeleJato) è coinvolgente come sempre. Convince un giornalista della Rai a filmarci mentre continuiamo a cantare le nostre canzoni. Alle 16 si ricompatta nuovamente il blocco di giornalisti per l’uscita dei ministri. Non vi descriviamo la faccia che ha fatto Maroni quando ha sentito “Bella ciao”!! Si è affrettato con quell’altro suo collega a raggiungere il furgone blindato. Defilati i pesci grossi, noi pescetti piccoli, come un “quarto stato” avanziamo verso l’acquario. “I cento passi” risuonano per i vicoli di Corleone e ci accompagnano all’interno del Laboratorio. Ora la scena è nostra. Qualcuno rilascia interviste, qualcuno visita la casa con i veri sostenitori, qualcuno segue Pino nelle sue malvagie perversioni giornalistiche e qualcuno (chi scrive) rischia la sbronza con il vino dei nostri campi: questa è l’inaugurazione che si meritano le cooperative “Lavoro e non solo” e “Placido Rizzotto”! La festa prosegue con un’affollatissima partita a calcio e una cena a base di avanzi del lauto banchetto. La giornata sembra finita ma non è così. E’ sorprendente vederci monopolizzare, sotto gli occhi vigili dei corleonesi, per oltre 4 ore la piazza principale con canti e danze sfrenate all’insegna della libertà più totale libertà di espressione! Siamo talmente bravi (fidatevi che è vero) che abbiamo conquistato la band che anima la piazza e insieme festeggiamo il compleanno di Federico (30 lunghi anni!!!!!!!). E ora, all’alba delle 4.08 mi sembra il caso di salutarci. A domani!
I Volontari del Progetto “Liberarci dalle spine”
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