lunedì 24 dicembre 2007

Dialogos ha intervistato Dino Paternostro: "Bisogna dare speranza a questa città..."

Come valuta questi primi sei mesi dell'amministrazione Iannazzo?
La mia impressione è che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Iannazzo, non abbia un progetto, manchi di linee d’azione strategiche, per cui si muove in maniera scoordinata, inseguendo il giorno per giorno. Non sappiamo, per esempio, cosa stia facendo (e se stia facendo qualcosa) per rendere possibile il funzionamento del caseificio di contrada “Noce” e del mercato ortofrutticolo. Non sappiamo cosa stia facendo per spingere l’amministrazione provinciale ad ammodernare la strada Corleone-San Cipirello-Partinico, utilizzando sia i circa 20 milioni di euro del vecchio progetto “Corleone-mare”, sia una parte dei 500 milioni di euro che il governo Prodi ha stanziato per l’ammodernamento della viabilità provinciale in Calabria e in Sicilia. Ecco, quello che non si vede dall’azione amministrativa della giunta Iannazzo è un progetto complessivo di sviluppo per la città. Quello che si vede benissimo, invece, è la guerra con l'ex sindaco Nicolosi. Un vero e proprio regolamento di conti all’interno del Polo, di cui i cittadini non sentivano il bisogno…

L’amministrazione Iannazzo ha adottato alcuni atti sul versante della lotta alla mafia, lei che cosa ne pensa?
Penso che nella Sicilia di oggi, con la crescita delle coscienze che c’è stata in questi anni, è difficile che un’amministrazione comunale possa permettersi di non fare il minimo indispensabile per attivare percorsi di legalità. Le iniziative portate avanti dall’amministrazione Iannazzo su questo versante sono certamente meritorie, ma nulla di straordinario. In estate ha assegnato provvisoriamente un locale confiscato al boss mafioso Bernardo Provenzano alla Cooperativa “Lavoro e non solo”, per consentire loro di ospitare i giovani volontari toscani? Una scelta doverosa, un riconoscimento all’importante ruolo che questa cooperativa sta svolgendo, sia coltivando terreni confiscati alla mafia, sia animando il territorio con iniziative capaci di collegare Corleone e la Sicilia con Firenze e la Toscana. D’altra parte, un bene viene confiscato per essere riutilizzato socialmente. Se non viene riutilizzato attraverso l’assegnazione ad associazioni e a cooperative impegnate sul fronte del contrasto alla criminalità mafiosa, a chi dovrebbe essere assegnato? L’amministrazione Iannazzo ha consegnato i lavori per la realizzazione di un campo sperimentale su un terreno confiscato alla mafia, destinato alla scuola agraria? Il campo in questione era già stato assegnato alla Scuola Agraria nel lontano 2001 dall’amministrazione Cipriani. Le amministrazioni Nicolosi-Iannazzo (2002-2006) e Iannazzo-Siragusa (2007), invece, hanno fatto passare sei anni per progettare e finanziare la realizzazione di questo campo sperimentale. L’amministrazione comunale ha approvato il protocollo “Carlo Alberto Dalla Chiesa” per dire che non aggiudicherà mai lavori pubblici, servizi o forniture a ditte che pagano il pizzo? Ci mancherebbe pure che lo facesse! Anzi, sarebbe il caso che affrontasse al più presto il caso della ditta “Alizoo”, convenzionata col comune di Corleone per l’uso del mattatoio. Il titolare, Salvatore Romeo, non era quello che pagava il “pizzo” alla Cosa Nostra di Provenzano? Il Comune ha chiesto il risarcimento danni a Bagarella, Brusca ed altri? Dopo che questi personaggi sono stati condannati in tutti i gradi di giudizio, compreso la Cassazione, per gli omicidi Giammona-Saporito, è normale il Comune che ha anticipato i soldi per le spese legali chieda il risarcimento alle controparti. Il vero atto di doveroso coraggio l’ha avuto anni fa l’amministrazione Cipriani, che si è costituita parte civile contro questi stessi boss mafiosi, affiancando la signora Somellini.
Attenzione, con questo ragionamento non voglio sminuire per mera propaganda politica la portata delle azioni antimafia dell’amministrazione in carica. Voglio solo sottolineare che non c’è nulla di straordinario. Fanno bene Iannazzo e la sua giunta ad impegnarsi nelle iniziative antimafia. Hanno fatto bene e devono continuare a farlo, attivando sempre nuovi percorsi di legalità, ma senza “gridarli”, anche per non dare l’impressione di cercare a tutti i costi un ritorno di immagine. L’antimafia non si fa per l’immagine, ma perché è giusto farla, perché è giusto sia politicamente sia moralmente.




I DS non hanno fatto nessun apparentamento né con Iannazzo né con Nicolosi. Qual è la sua posizione all’interno del Consiglio Comunale?
Fuori e dentro il Consiglio Comunale stiamo lavorando con Salvatore Schillaci per costruire il Partito Democratico. Ci sono state le prime discussioni e al più presto, anche dal punto di vista formale, si andrà a fare il modo che a Corleone vi sia una presenza del gruppo consiliare del PD. Questo, evidentemente, comporta che si facciano tutti i necessari passaggi per la costruzione del Partito Democratico nella società corleonese e che si vada all’elezione del segretario cittadino e degli altri organismi dirigenti. La mia posizione in consiglio comunale è quella di un consigliere comunale eletto nella lista dei DS, che non sosteneva lo schieramento del Polo capeggiato da Iannazzo. Gli elettori ci hanno assegnato un ruolo di opposizione democratica, cioè di controllo e di indirizzo nei confronti dell’amministrazione in carica. E questo ci sforziamo di fare. Ci troviamo anche al fianco di altri consiglieri comunali, che non sostengono Iannazzo, che si sentono pure loro all’opposizione. E, quando è possibile, cerchiamo di concordare azioni ed iniziative per fare il modo che l’opposizione sia più unitaria, sia la più ampia possibile e quindi in condizione di ottenere dei risultati concreti.



Azzardi una previsione sul possibile segretario del neo partito democratico di Corleone.
Ma io di mestiere non faccio l’indovino. Più che azzardare una previsione, posso tracciare l’identikit di come mi piacerebbe che fosse il nuovo segretario del Pd. Per prima cosa, mi piacerebbe, sarebbe bellissimo, che segretario di questo partito fosse una ragazza o comunque un giovane. Questa è una scommessa da portare assolutamente avanti: guai a fare una battaglia di posizionamento di personaggi che da anni fanno (facciamo) politica a Corleone! Fondamentale è puntare su una ragazza o un ragazzo, elaborare un progetto attorno al quale far crescere un gruppo dirigente e dare una prospettiva a questa città. D’altra parte, questo centro-destra senza idee presente a Corleone, che vediamo amministrare senza bussola o idee-guida, mosso più dall’astio nei confronti di altre fazioni, piuttosto che da un progetto positivo di cose da fare, dimostra che effettivamente c’è bisogno di un Partito Democratico e di un centro-sinistra che riscoprano le ragioni del progetto, mettendo da parte le miopie politiche e gli scontri personalistici del passato.



Quali sono le ricette politiche alla luce della prospettiva del Partito Democratico per recuperare appunto questo consenso e in particolar modo nei confronti dei giovani, ma anche di tutta la cittadinanza?
Bisogna definire un progetto che dia una prospettiva, una speranza a questa città, un progetto che possa parlare ai giovani, che possa parlare ai disoccupati, ai lavoratori, ma che possa parlare anche ai ceti produttivi. Abbiamo bisogno di uscire dall’isolamento, ce lo diciamo da tanto tempo, quindi occorre fare una battaglia affinché l’ammodernamento della strada Corleone-San Cipirello-Partinico si faccia davvero. Tra l’altro, lungo questa strada si sta realizzando l’area artigianale di Corleone, che potrebbe consentire di avere degli investimenti da parte di aziende in grado di creare lavoro e sviluppo. Adesso per questa strada ci sono pure i soldi, quindi bisogna solo avere una Provincia che si ricordi dell’esistenza della zona del Corleonese.
E’ necessario che si diano risposte ai ceti produttivi, attraverso il funzionamento del caseificio. Anche se non è facile, bisogna provarci a metterlo in funzione, magari con un’idea forte, con le necessarie sinergie e cercando di aprire Corleone al “mondo”. Da soli non ce la possiamo fare a rimettere in funzione questo caseificio. Bisogna cercare la collaborazione, l’aiuto dell’Italia migliore, quella che ha a cuore le sorti anche di una realtà come la nostra. Ma, per avere la fiducia del mondo, bisogno essere capaci di meritarsela. Credo che né l’amministrazione Nicolosi, né l’attuale amministrazione Iannazzo, abbiano questo “appeal”. Speriamo che le cose possano cambiare. Il mercato ortofrutticolo è anch’esso uno strumento, un’infrastruttura importante, fondamentale per lo sviluppo, che dobbiamo far funzionare. Non è più possibile continuare ad assistere ai camion dei grossisti che ogni estate vengono a “rubarci” il pomodoro…
Abbiamo, infine, l’esigenza fondamentale di sostenere le cooperative che lavorano sui terreni confiscati alla mafia, sostenerle e aiutarle a svilupparsi, ad affermare un modello di economia diverso, che deve puntare molto sul valore della cooperazione e sul messaggio importante che sui terreni dove fino a pochi anni fa scorazzavano indisturbati i boss della mafia adesso è possibile ricavare lavoro e prodotti puliti. Si sta facendo, ma bisogna fare di più. Credo che ci sia la necessità di affermare un modello di sviluppo economico, che punti molto sulla cooperazione, anche sulla cooperazione “normale”. Non bisogna rinunciare all’idea della cooperazione, oppure farla diventare soltanto una cooperazione finalizzata alla gestione dei beni confiscati alla mafia. Tanti settori economici e tanti servizi è possibile gestirli in cooperativa. Tra l’altro, regioni economicamente molto più forti e più ricche della nostra dimostrano che proprio la cooperazione può diventare la chiave di volta per fare in modo che i lavoratori - insieme - diventino imprenditori di sé stessi.
Io sono segretario della Camera del lavoro “Placido Rizzotto” di Corleone e credo che, oltre a rilanciare in maniera efficace la lotta alla mafia, trasformandola in una lotta culturale, civile ed economica, che consenta di dare una svolta e una risposta diversa alle nostre popolazioni, dobbiamo fare in modo che venga rilanciata anche la lotta per i diritti del mondo del lavoro. Dal nostro osservatorio, notiamo che c’è una violazione dei diritti dei lavoratori di una gravità eccezionale. Non è possibile che vi siano datori di lavoro che pensano di potere utilizzare manodopera giovanile a 300 euro al mese, non esiste! E’ un’offesa alla dignità delle persone. Un paese, una provincia, una regione non potranno mai dirsi moderni e sviluppati, se pensano che la forza lavoro sia un qualcosa di marginale, che costi meno dell’energia elettrica, della bolletta del telefono o di una qualsiasi attrezzatura. Ecco, la cosa che fa rabbia è appunto questo: la forza lavoro, i lavoratori, i ragazzi, le ragazze, sono la risorsa fondamentale di qualunque azienda, ma vengono trattati nel modo peggiore possibile, come se fossero la componente meno importante del processo produttivo. Questo è onestamente inaccettabile, sul piano dei diritti e sul piano della sicurezza. E’ necessario che ci sia un’attenzione particolare da parte degli organi preposti, da parte anche della stessa amministrazione comunale, con protocolli mirati. Qualche settimana fa, la morte in un cantiere di lavoro di Corleone di un operaio (l’inchiesta della magistratura chiarirà dinamiche e responsabilità) ha riproposto il dramma delle morti bianche. Un dramma rilanciato dalle ultime terribili morti di Torino. E’ terribile che la mattina un lavoratore esca di casa per andare a guadagnare un pezzo di pane per sé e per la propria famiglia e la sera ritorni a casa dentro una bara. Questo non deve accadere! Bisogna batterci tutti affinché non accada!


Da: http://www.corleonedialogos.it/

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