Giovedì sera, per quattro ore consecutive, sia la Rai e sia Italia Uno ha trasmesso in diretta LA VERGOGNA DELA CALABRIA!
Alle 9 tutti gli occhi erano puntati sulla trasmissione “AnnoZero” sul caso De Magistris in diretta dall’Auditorium catanzarese “Casalinuovo”. Poco dopo su Italia Uno, nel programma “Le Iene” viene mandato in onda un servizio sugli stipendi dei consiglieri calabresi comparati a quelli delle altre regioni (fonte “Il Giornale”). “Almeno in questo siamo i primi”, ripeteva la Iena Giulio Golia. I nostri consiglieri guadagnano 8.500 Euro al mese, lo stipendio più alto rispetto alle medie nazionali. I consiglieri toscani guadagnano meno della metà, “solo” (ma conviene dire “giustamente”) 3.200 Euro, nonostante la Regione Toscana risulti la più produttiva, con 51 leggi approvate nel 2006. Cosa importa, allora, essere agli ultimi posti per il numero di disoccupati, nella lotta contro la criminalità e in tutte quelle situazioni che stanno facendo della Calabria un mare sporco in cui è difficile non morire annegati? Cosa sono per i 54 consiglieri calabresi 459.000,00 Euro mensili in meno dalle casse della Regione? Cosa sono più di 10 miliardi del vecchio conio spesi all’anno per pagare i consiglieri regionali?.
Sveglia Calabria: Siamo la regione dei lavoratori precari, della sanità che va a rotoli, dell’economia in ginocchio, della legalità calpestata sotto i piedi, della disoccupazione, dei morti ammazzati che restano senza giustizia, dei magistrati che vengono trasferiti se solo si avvicinano agli intoccabili.
Il solo possibile riscatto viene da noi e da noi soltanto
I consiglieri hanno parlato di “superficialità” dei dati, che quegli 8.500 Euro mensili sono soldi “benedetti”. Soldi benedetti che noi paghiamo. Ma li pagheremmo ben volentieri se dessero azioni concrete, programmi di intervento e che non servissero solo per pagare le auto blu dove chi ci sale – sempre mostrato da Le Iene – lo fa “per caso”. Possiamo davvero continuare a vivere così? Come possiamo parlare di voler creare equilibrio a livello sociale, quando sono i nostri stessi amministratori ad erigere i muri della disuguaglianza. Abbiamo diritto ad essere cittadini, ma soprattutto ad essere trattati da cittadini. Quella che è andata in onda giovedì sera dalle 21 alla 24, sulla rete nazionale e su Mediaset, è la VERGOGNA DELLA CALABRIA. In un paese democratico dove il lavoro dovrebbe nobilitare l’uomo, alla domanda: “Cosa significa per voi il lavoro?” rivolta ad una calabrese dal giornalista della Rai Santoro, la signora risponde “E’ la nostra schiavitù”. Non dobbiamo lasciarci soggiogare, ma fare di tutto per uscire da questa vergogna e mettere a tacere chi getta questa macchia nera sulla Calabria. Ragazzi, adulti, anziani, tutti noi dobbiamo organizzarci in un unico grande movimento che è quello per la giustizia non della Calabria, ma per la nostra giustizia. Noi che investiamo nel lavoro le nostre energie in maniera pulita a dispetto di chi pensa solo ad intascare ed a fare i soldi. Dobbiamo ricordarci che essere cittadini non significa solo far numero in periodi di campagna elettorale. Questa Regione è la nostra casa e, come in casa propria, dobbiamo pretendere la trasparenza, la correttezza, i rispetto delle regole e l’impegno concreto di chi entra ed esce passando per la porta del potere.
Associazione Ra-Gi / Catanzaro
sabato 6 ottobre 2007
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