Alla vigilia dello sciopero generale del 12 dicembre, il Questore di Palermo ha notificato a Pietro Milazzo, dirigente della Cgil siciliana e animatore della lotta per la casa a Palermo, il rigetto dell’istanza con la quale aveva chiesto la revoca dell’avviso orale, che potrebbe preludere al deferimento al tribunale per la comminazione delle misure di prevenzione.
Facendo riferimento agli atti relativi ad otto segnalazioni di partecipazioni a manifestazioni e sit- in, svoltisi tra il 2005 e il 2008 (in gran parte legati alla lotta per la casa, ma anche alla protesta contro le irregolarità nelle elezioni comunali di Palermo, contro la permanenza in carica dell’ex presidente Cuffaro, malgrado la sua condanna per mafia in primo grado, e contro la presenza di navi militari USA nel porto di Palermo), il questore ha respinto l’istanza di Milazzo. In particolare, la nota della Questura considera queste “svariate forme di protesta” come situazioni “nelle quali era messa in PERICOLO /sic..) LA SICUREZZA e LA TRANQUILLITA’ PUBBLICA, INCIDENDO peraltro SULLE SFERE DI LIBERTA’ COSTITUZIONALMENTE GARANTITE.( sic,sic)”.
Infine, precisa la nota della Questura, che l’applicabilità del provvedimento dell’avviso orale “non richieda la commissione di specifici reati”, essendo sufficiente che “l’autorità di Polizia SOSPETTI semplicemente della presenza di elementi tali da ritenere la configurabilità di una personalità propensa a seguire determinati comportamenti antigiuriduci.”.
«Siamo in presenza, ha dichiarato Pietro Milazzo, di un gravissimo atto liberticida che nel colpire, momentaneamente me, vuole creare un pericolosissimo precedente che metterebbe in mora lo stesso diritto di manifestazione e di dissenso politico e sociale».
«Appare incomprensibile l’ostinazione con cui la Questura di Palermo continua a mostrare il volto feroce dello Stato ad un dirigente sindacale che si batte per i diritti delle persone, in particolare per il diritto alla casa dei cittadini dei quartieri popolari di Palermo», dice Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone. «Ritengo - aggiunge Paternostro - che militanti generosi come Pietro Milazzo andrebbero sostenuti ed incoraggiati dalle istituzioni dello Stato, piuttosto che perseguitati. Sono sicuro che la Cgil siciliana, che già una prima volta si è schierata a fianco di Pietro Milazzo, svilupperà tutte le opportune iniziative affinché gli sia resa giustizia».
Facendo riferimento agli atti relativi ad otto segnalazioni di partecipazioni a manifestazioni e sit- in, svoltisi tra il 2005 e il 2008 (in gran parte legati alla lotta per la casa, ma anche alla protesta contro le irregolarità nelle elezioni comunali di Palermo, contro la permanenza in carica dell’ex presidente Cuffaro, malgrado la sua condanna per mafia in primo grado, e contro la presenza di navi militari USA nel porto di Palermo), il questore ha respinto l’istanza di Milazzo. In particolare, la nota della Questura considera queste “svariate forme di protesta” come situazioni “nelle quali era messa in PERICOLO /sic..) LA SICUREZZA e LA TRANQUILLITA’ PUBBLICA, INCIDENDO peraltro SULLE SFERE DI LIBERTA’ COSTITUZIONALMENTE GARANTITE.( sic,sic)”.
Infine, precisa la nota della Questura, che l’applicabilità del provvedimento dell’avviso orale “non richieda la commissione di specifici reati”, essendo sufficiente che “l’autorità di Polizia SOSPETTI semplicemente della presenza di elementi tali da ritenere la configurabilità di una personalità propensa a seguire determinati comportamenti antigiuriduci.”.
«Siamo in presenza, ha dichiarato Pietro Milazzo, di un gravissimo atto liberticida che nel colpire, momentaneamente me, vuole creare un pericolosissimo precedente che metterebbe in mora lo stesso diritto di manifestazione e di dissenso politico e sociale».
«Appare incomprensibile l’ostinazione con cui la Questura di Palermo continua a mostrare il volto feroce dello Stato ad un dirigente sindacale che si batte per i diritti delle persone, in particolare per il diritto alla casa dei cittadini dei quartieri popolari di Palermo», dice Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone. «Ritengo - aggiunge Paternostro - che militanti generosi come Pietro Milazzo andrebbero sostenuti ed incoraggiati dalle istituzioni dello Stato, piuttosto che perseguitati. Sono sicuro che la Cgil siciliana, che già una prima volta si è schierata a fianco di Pietro Milazzo, svilupperà tutte le opportune iniziative affinché gli sia resa giustizia».
FOTO. Pietro Milazzo.
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