martedì 11 marzo 2008

L'anniversario di Rizzotto. "Necessaria una legge di sostegno per l'uso sociale dei beni confiscati alla mafia"

«IL PROSSIMO PARLAMENTO REGIONALE DOVRA’ DARSI UNA LEGGE SULLA GESTIONE DEI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, CHE PREVEDA SOSTEGNI CONCRETI AI COMUNI, ALLE COOPERATIVE SOCIALI E ALLE ASSOCIAZIONI, IMPEGNATI NEL LORO RIUTILIZZO». L’HANNO DETTO LA CGIL, I PRESIDENTI DELLE COOP ANTIMAFIA, IL SINDACO DI CORLEONE E IL VICE-PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, NELLA SECONDA GIORNATA DI INIZIATIVE DEDICATE AL 60° ANNIVERSARIO DELL’ASSASSINIO DI PLACIDO RIZZOTTO.

Nel nome di Placido Rizzotto, che nel secondo dopoguerra lottò a pugni nudi contro la mafia del feudo per dare terra e libertà ai contadini, pagando con la vita questo suo impegno, la Cgil di Corleone e di Palermo, le coop sociali “Lavoro e non Solo”, “Placido Rizzotto” e “Pio La Torre, che gestiscono i beni confiscati alla mafia, il sindaco di Corleone e il vice-presidente della commissione antimafia, on. Giuseppe Lumia, hanno auspicato che la Regione Siciliana si doti di una legge a sostegno di chi riusa i beni tolti a Cosa Nostra. «E’ importante che i comuni e le coop sociali abbiano finanziamenti certi per rendere subito efficienti e produttivi i beni confiscati, altrimenti lo strumento della confisca viene depotenziato», ha detto l’on. Giuseppe Lumia. «Un impegno in questo senso lo chiederemo a tutti i gruppi politici», ha aggiunto il sindaco Nino Iannazzo. «Grazie al sacrificio di Placido Rizzotto e di tanti altri che si sono impegnati a combattere la mafia, noi stiamo realizzando il sogno di lavorare liberi e nella legalità – hanno detto i presidenti delle coop Calogero Parisi, Gianluca Faraone e Salvo Gibiino – ma adesso è necessario fare un salto di qualità per far diventare imprese, capaci di stare sul mercato, le nostre strutture».
Un sostegno forte alle coop sociali sta venendo dalla Cgil, da Libera, dall’Arci e da alcune regioni importanti come la Toscana e l’Emilia Romagna. Non a caso, alla due-giorni in memoria di Rizzotto ha partecipato una delegazione toscana della Cgil e dell’Arci (il segretario della Cgil di Firenze, Mauro Fuso, il segretario della Cgil di Massa-Carrara Paolo Gozzani, e Maurizio Pascucci, dell’esecuitivo di Arci-Toscana). «Ma la nostra non è solidarietà di chi si sente al di sopra, bensì condivisione del progetto di liberare la Sicilia e l’intero Paese dalle “spine” della mafia», ha detto Pascucci, ricordando che da tre anni ogni estate centinaia di ragazze e ragazzi toscani sono venuti a lavorare da volontari sui campi confiscati alla mafia e gestiti dalla coop “Lavoro e non solo”.
«La Camera del lavoro di Corleone, insieme a Libera e all’Arci, s’impegnerà al massimo per rendere possibile il recupero del corpo di Placido Rizzotto – ha detto il segretario Dino Paternostro, riprendendo l’appello forte della prima giornata -. Lo dobbiamo ai suoi familiari e alla sua città, che hanno diritto di avere un luogo dove portare un fiore e versare una lacrima».

11 marzo 2008

1 commento:

m.c ha detto...

PER ME PLACIDO RIZZOTTO NON DOVEVA PROPRIO NASCERE COME TUTTI I COMUNISTI,CORLEONE E BELLA,CALDA,SOLARE,E PIENA DI BELLA GENTE BUONA,E DI BUONE MANIERE,QUINDI PERCHE' SPORCARLA CON STU COMUNISMO,PERCIO' PER ME RIZZOTTO STA BENE DOVE STA.