Sabato prossimo presidio dei cronisti a Palermo: "Saremo fisicamente al suo fianco". Alla manifestazione aderisce anche "Città Nuove". Il direttore Dino Paternostro: "Capisco il suo stato d'animo, l'ho provato anch'io"
ROMA - Solidarietà di Napolitano a Lirio Abbate, il cronista dell'Ansa minacciato dalla mafia. "Il presidente - ha detto il consigliere del presidente, Cascella- è rimasto colpito dalle parole del giornalista, che ha scelto di non cedere alle minacce e alle intimidazioni della mafia". E i giornalisti siciliani sabato saranno in corteo con Abbate. Il cronista è stato fatto oggetto di un altro fallito attentato, pochi giorni dopo essere tornato da Roma. Le cosche vogliono punirlo per la pubblicazione di un libro scritto insieme a Peter Gomez: "I complici: tutti gli uomini di Provenzano da Corleone al Parlamento".
La lettera di Napolitano. Ecco il testo della lettera di Pasquale Cascella al direttore dell'Ansa, Giampiero Gramaglia: "Vorrei unire anche le mie espressioni di vicinanza ai sentimenti di solidarietà che tanti colleghi hanno espresso a Lirio Abbate, il suo cronista palermitano che ha scelto di non cedere alle minacce e alle intimidazioni della mafia. Lo stesso Presidente della Repubblica è rimasto colpito dal richiamo di Abbate del suo appello perché sia 'tenuta sempre alta la guardia, con la piu' efficace mobilitazione dello Stato e della società civile". "E' questo moto di coscienza civile che il Presidente della Repubblica vuole sostenere, anche esprimendo a Lirio Abbate i suoi sentimenti di solidarietà e di augurio".
La mobilitazione dei giornalisti. Sabato è stato organizzato un raduno in piazza Croci, a cui ha aderito anche l'Assostampa. Gli ex colleghi del Giornale di Sicilia vogliono essere "fisicamente vicini" a Lirio Abbate, che nel giornale palermitano è cresciuto. "Il messaggio che vogliamo lanciare - concludono - è che dietro Lirio e con Lirio siamo in tanti: lui non tacerà, continuerà il suo lavoro in questa città, nè taceremo noi". "Ognuno si presenti con la copia di uno o più giornali: sono queste le nostre armi, le armi di una scorta fatta di notizie, di idee e di sacrificio personale e quotidiano". Solidarietà ad Abbate è stata espressa da giornali e forze politiche.
Da Corleone, la solidarietà di "Città Nuove". Anche "Città Nuove" esprime la sua solidarietà a Lirio Abbate e parteciperà alla manifestazione di sabato prossimo a Palermo. "Purtroppo - dice il direttore Dino Paternostro - la Sicilia e Palermo non sono luoghi normali. Dalle nostre parti, fare informazione democratica viene considerato un "reato" da parte della mafia e della politica complice. Questo giornale l'ha sperimentato quando - nell'aprile del 1991 - i soliti "ignoti" bruciarono la sede della redazione, nella centralissima via Bentivegna. Ed io l'ho sperimentato direttamente la notte del 28 gennaio 2006, quando - sempre i soliti "ignoti" - incendiarono la mia macchina, dopo la pubblicazione del mio libro "I Corleonesi". Capisco, quindi, cosa prova in questo momento Lirio Abbate, a cui va tutta la mia affettuosa vicinanza. E condivido la motivazione per cui ha deciso di non buttare la spugna e di restare a Palermo. E' una questione d'onore, certo. Di quell'onore vero praticato dai siciliani veri come lui. Ed anche di dignità, di voglia di camminare a testa alta e di coraggio di continuare a guardarsi allo specchio".
(5 settembre 2007)
ROMA - Solidarietà di Napolitano a Lirio Abbate, il cronista dell'Ansa minacciato dalla mafia. "Il presidente - ha detto il consigliere del presidente, Cascella- è rimasto colpito dalle parole del giornalista, che ha scelto di non cedere alle minacce e alle intimidazioni della mafia". E i giornalisti siciliani sabato saranno in corteo con Abbate. Il cronista è stato fatto oggetto di un altro fallito attentato, pochi giorni dopo essere tornato da Roma. Le cosche vogliono punirlo per la pubblicazione di un libro scritto insieme a Peter Gomez: "I complici: tutti gli uomini di Provenzano da Corleone al Parlamento".
La lettera di Napolitano. Ecco il testo della lettera di Pasquale Cascella al direttore dell'Ansa, Giampiero Gramaglia: "Vorrei unire anche le mie espressioni di vicinanza ai sentimenti di solidarietà che tanti colleghi hanno espresso a Lirio Abbate, il suo cronista palermitano che ha scelto di non cedere alle minacce e alle intimidazioni della mafia. Lo stesso Presidente della Repubblica è rimasto colpito dal richiamo di Abbate del suo appello perché sia 'tenuta sempre alta la guardia, con la piu' efficace mobilitazione dello Stato e della società civile". "E' questo moto di coscienza civile che il Presidente della Repubblica vuole sostenere, anche esprimendo a Lirio Abbate i suoi sentimenti di solidarietà e di augurio".
La mobilitazione dei giornalisti. Sabato è stato organizzato un raduno in piazza Croci, a cui ha aderito anche l'Assostampa. Gli ex colleghi del Giornale di Sicilia vogliono essere "fisicamente vicini" a Lirio Abbate, che nel giornale palermitano è cresciuto. "Il messaggio che vogliamo lanciare - concludono - è che dietro Lirio e con Lirio siamo in tanti: lui non tacerà, continuerà il suo lavoro in questa città, nè taceremo noi". "Ognuno si presenti con la copia di uno o più giornali: sono queste le nostre armi, le armi di una scorta fatta di notizie, di idee e di sacrificio personale e quotidiano". Solidarietà ad Abbate è stata espressa da giornali e forze politiche.
Da Corleone, la solidarietà di "Città Nuove". Anche "Città Nuove" esprime la sua solidarietà a Lirio Abbate e parteciperà alla manifestazione di sabato prossimo a Palermo. "Purtroppo - dice il direttore Dino Paternostro - la Sicilia e Palermo non sono luoghi normali. Dalle nostre parti, fare informazione democratica viene considerato un "reato" da parte della mafia e della politica complice. Questo giornale l'ha sperimentato quando - nell'aprile del 1991 - i soliti "ignoti" bruciarono la sede della redazione, nella centralissima via Bentivegna. Ed io l'ho sperimentato direttamente la notte del 28 gennaio 2006, quando - sempre i soliti "ignoti" - incendiarono la mia macchina, dopo la pubblicazione del mio libro "I Corleonesi". Capisco, quindi, cosa prova in questo momento Lirio Abbate, a cui va tutta la mia affettuosa vicinanza. E condivido la motivazione per cui ha deciso di non buttare la spugna e di restare a Palermo. E' una questione d'onore, certo. Di quell'onore vero praticato dai siciliani veri come lui. Ed anche di dignità, di voglia di camminare a testa alta e di coraggio di continuare a guardarsi allo specchio".
(5 settembre 2007)
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