martedì 23 marzo 2010

L'architetto amico dei politici a capo del clan dei Lo Piccolo

di SALVO PALAZZOLO
In cella Liga, leader del Movimento cristiano lavoratori. Lo accusano quattro pentiti, fra i quali il suo ex avvocato. Altri tre arresti. Un riferimento a lui nei "pizzini" trovati ai superlatitanti. Microspie in azione per migliaia di ore
Divideva le sue intense giornate di lavoro fra lo studio di architetto (a Cardillo), i convegni cattolici (per il Movimento cristiano lavoratori, in via Cerda) e i summit di mafia (a Tommaso Natale). Giuseppe Liga, 59 anni, è stato arrestato ieri mattina dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria con l'accusa di essere il successore del boss Salvatore Lo Piccolo. Quattro pentiti lo accusano: Isidoro Cracolici, Francesco Franzese, Gaspare Pulizzi e Marcello Trapani. I primi tre, ex fidati della cosca Lo Piccolo. L'ultimo era addirittura il suo avvocato, e da mesi sta collaborando con la giustizia dopo essere finito in manette. E dopo i pentiti, sono arrivate migliaia di ore di intercettazioni, effettuate dalla sezione investigativa antiriciclaggio della polizia valutaria di Palermo. Liga, stimato architetto della città bene e fino a qualche giorno fa reggente regionale del Movimento cristiano lavoratori, deve adesso difendersi dalle accuse di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Gaetano Paci, Annamaria Picozzi e Marcello Viola nonché dall'aggiunto Antonio Ingroia, dicono che l'insospettabile professionista avrebbe continuato a gestire il tesoro di Lo Piccolo, il boss di Tommaso Natale che fra il 2006 e il 2007 aveva esteso il suo potere su tutta la città stringendo i commercianti nella morsa del racket. Liga avrebbe continuato a gestire soprattutto il racket delle estorsioni. Per questo aveva un fidato collaboratore, quel Giuseppe Provenzano, titolare di un negozio di ferramenta a Cardillo, arrestato nei mesi scorsi dalla polizia valutaria. Provenzano aveva finito per assumere il ruolo di vice capomandamento di Tommaso Natale. E con senso di gratitudine diceva all'architetto boss: "Io non vado avanti se non te le dico a te le cose, il mio angelo custode tu sei". Nel blitz della Finanza sono finite in manette altre tre persone su ordine del gip Silvana Saguto: Agostino Carollo, 45 anni, e Amedeo Sorvillo, di 57, imprenditori palermitani che avrebbero fatto da prestanome a Liga nella società "Euteco", Euro tecnica delle costruzioni. Poi Giovanni Angelo Mannino, cognato del boss Salvatore Inzerillo, ucciso nella guerra di mafia: sarebbe stato uno dei più stretti collaboratori di Liga.

Già nel dicembre 2008, durante le indagini dei carabinieri sui nuovi boss della Cupola, altre intercettazioni avevano fatto rimbalzare un riferimento all'architetto. "A Tommaso Natale chi c'è?", chiedeva Giuseppe Scaduto, padrino di Bagheria. E Sandro Capizzi rispondeva: "L'architetto". Era lo stesso riferimento trovato nei pizzini di Lo Piccolo, un anno prima: fra quei biglietti c'era traccia di alcuni passaggi di denaro con i vertici della cosca di Tommaso Natale. Il mistero dell'architetto l'hanno svelato infine i pentiti. Ma soprattutto tanti pedinamenti.

L'architetto ha continuato a fare due vite parallele. A cercarlo erano davvero in tanti, da una parte e dall'altra. Generalmente, però, i nuovi mafiosi di Tommaso Natale non lo chiamavano al telefono, e preferivano incontrarlo in luoghi aperti.
Lui, di recente, aveva ormai capito di essere sotto indagine. Qualche giorno fa aveva concesso un'intervista alla rivista "S". Sosteneva di essere una vittima del racket e rivendicava il suo antico impegno politico nella Dc più sana.
Per i magistrati, i misteri dell'architetto restano ancora tanti. I finanzieri hanno perquisito anche la sede palermitana dell'Mcl. Numerosi documenti e alcuni computer dell'architetto Liga sono stati sequestrati.


(23 marzo 2010) © Riproduzione riservata

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