giovedì 18 marzo 2010

Corleone. La frana di contrada Caputo. Marcus Salemi, uno degli sfrattati: "Aiutatemi!"

MARCUS SALEMI
Mi chiamo Marcus Salemi, abito a Corleone, ho 40 anni, una splendida moglie e due figli eccezionali, Simone e Gabriele. Da un mese circa vivo la stessa situazione dei terremotati dell’Aquila o dei conterranei della frazione di Messina.
La mia casa giorno dopo giorno sta venendo giù a causa di una frana e di un compluvio di acque fuori controllo. Dal 3 marzo ci è stata notificata l’ordinanza sindacale di sgombero, che in un primo momento ho ignorato, ma dopo l’ennesima pioggia torrenziale (che sta di fatto piegando l’edificio su un lato) ho dovuto accettare alzando mestamente bandiera bianca. Anche se con un grosso nodo in gola, riconosco che lo sgombero, piaccia o meno, e un atto di tutela della nostra incolumità, e devo pur riconoscere che l’amministrazione comunale non è rimasta insensibile alla nostra vicenda, anzi. Ci ha subito trovato una sistemazione in albergo nell’attesa di trovare una soluzione magari con la stipula di un contratto d’affitto per un nuovo appartamento. La mia disperazione nasce dal fatto che a tutt’oggi non c’è una soluzione definitiva al problema e per questo mi sto ritrovando materialmente con un pugno di mosche in mano perché nel giro di un paio di settimane quello che per me era una certezza di un tetto sopra la testa, è svanito nel giro di pochi giorni. In famiglia lavoro solo io, per di più facendo il pendolare da Palermo, e dopo circa 20 anni di sacrifici si stava realizzando l’agognato sogno, la casa. La disperazione ed il senso di impotenza stanno avendo la meglio su tutto, sulla voglia di ricominciare, anche perché non sai nemmeno da dove ricominciare. I nostri figli che hanno 13 e 14 anni nel loro piccolo stanno vivendo lo stesso dramma e non capiscono perché ci stia capitando tutto ciò.
Mi sento deluso, sconfitto, impotente è anche arrabbiato, costretto ad accettare una situazione a cui non posso porre rimedio mio malgrado. Tanta è la disperazione che sarei disposto a vendere anche un RENE, se questo potesse servire a qualcosa. Mi sento sconfitto come uomo, come marito e come padre e non sono disposto ad accettare passivamente un evento che sta sconvolgendo la mia vita, nessuno parla di questa vicenda, che non trova spazi da nessuna parte, forse perché non è suffragata dai grandi numeri di una catastrofe. Ecco perché fiducioso nella vostra sensibilità vi chiedo un piccolo aiuto, ovvero pubblicare questa mia missiva nei vostri organi d’informazione sia per mettere a conoscenza i vostri lettori dei problemi che anche Corleone ed il suo comprensorio stanno vivendo, sia per mantenere viva l’attenzione sulla drammaticità dei fatti al fine di non vederla pian piano morire insieme ai miei sogni ed alla felicità della mia famiglia.
FOTO: La frana in contrada Caputo (Ph. Gino Di Leo - da "Corleone-Dialogos")

Speriamo che qualcuno nei "Palazzi" ascolti la voce disperata di questo giovane padre di famiglia. Speriamo che qualcuno, dopo avere ascoltato, si faccia carico di casi come questo, che sono drammatici anche se interessano poche persone. Il sindaco, intanto, se non l'ha fatto, farebbe bene a chiedere l'intervento della Regione anche per ridare una casa a chi la sta perdendo. (d.p.)

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