All'indomani del colpo di mano sugli Ato e sui termovalorizzatori Raffaele Lombardo spiega il perché. Era una situazione ingarbugliata che non si riusciva a sciogliere. Lombardo si sarà ricordato dell'inestricabile nodo gordiano che Alessandro Magno spezzò con un colpo di spada e ha fatto lo stesso: ha firmato il decreto sulla riforma degli Ato e ha risolto il contratto per i 4 termovalorizzatori. «Ieri, spirato il termine per la seconda gara dei termovalorizzatori, abbiamo rimesso all'autonoma scelta dell'Agenzia per i rifiuti il mandato di sciogliere il rapporto con le imprese, tenuto anche conto che la sentenza della Corte europea che ha annullato la prima gara può anche prevedere la nullità delle azioni compiute a valle. Non potevamo aspettare ancora e farci prendere per il naso. Chiaramente questo comporta una svolta. Quanto agli Ato non sarà sfuggito che le emergenze che stavano scoppiando alla vigilia dell'estate, soprattutto per ragioni di carattere finanziario - specie in alcuni Ato più fragili, pensate Enna, pensate quello dei paesi etnei, la Simeto - le abbiamo fronteggiate con delle anticipazioni ai Comuni. Ora gradualmente il sistema sta tornando ad organizzarsi al meglio. Come sapete abbiamo trovato una condizione di un servizio che costava più che in ogni altra Regione d'Italia, sia perché molti tributi non sono stati pagati, ma anche perché in parecchi Ato c'è stata una crescita eccessiva del costo. Questo è stato dovuto al fatto che gli enti locali attraverso il sistema vigente si erano deresponsabilizzati . Sapete che qualche sindaco alla vigilia di rinnovi elettorali non s'è fatto mancare niente, non dico incitando a non pagare, ma quasi».
In sostanza gli Ato come saranno ristrutturati per decreto?
«Abbiamo atteso inutilmente che l'Assemblea provvedesse in via legislativa. Abbiamo dovuto assistere ad atteggiamenti ostruzionistici da parte di qualcuno che certo non fa gli interessi dei siciliani, così abbiamo dovuto intervenire per via amministrativa. Ricorderete che avevo già disegnato una struttura a 9 Ato, uno per ogni provincia, e il decimo per le isole minori. Mi fu chiesto di revocare questo provvedimento e di presentare un articolato disegno di legge in Assemblea. S'è perso troppo tempo e al di là delle polemiche ieri abbiamo adottato il provvedimento che porta a 9 più uno gli Ato. Per la verità l'Ato isole dev'essere accettato dai consigli comunali: se non viene accettato le isole confluiscono nelle province di appartenenza perché è stato osservato che forse un'unica amministrazione che si occupa di Linosa e di Salina avrebbe vita complicata. E quindi: o 9 più uno, oppure solo 9. Ma poi la cosa più importante è che ad occuparsi a costo zero degli Ato siano i sindaci che provvederanno sia al sistema della raccolta che all'esazione della tariffa. Questo dovrebbe portare al riassorbimento del debito. Tamponiamo e recuperiamo».
E per i termovalorizzatori?
«Resta la nostra facoltà, finalmente, di contrattare liberamente anche con le stesse imprese. Debbo dire che i partner locali, quelli di Siracusa e Agrigento, si sono detti disponibili a garantire il funzionamento dello smaltimento, senza aggravio della spesa, questo perché non siamo più vincolati più al piano dei termovalorizzatori che per essere chiari venivano costruiti con una tecnologia superata di 7-8 anni fa e che erano pensati per 2 milioni e mezzo di tonnellate. Vuol dire che avremmo dovuto bruciare tutti i rifiuti consumati, senza un grammo di differenziata, oppure pagare vuoto per pieno, oppure dover importare rifiuti. Avremmo consolidato quell'idea di Sicilia pattumiera d'Europa. Ma siccome non vedo perché noi non dobbiamo produrre la stessa differenziata della Lombardia o del Veneto, dobbiamo lavorare sulla differenziata perché vuol dire industrie che riutilizzano il vetro come la plastica come la carta e questo vuol dire lavoro, oltre che ricchezza e riduzione dei costi. E' bene che i cittadini sappiano che questo atteggiamento non è solo virtuoso perché è bello, ma è bello anche perché produce utili e risparmi notevolissimi». Intanto il presidente dell'Agenzia regionale rifiuti, Felice Crosta, ha inviato alle imprese la notifica dello scioglimento dei contratti.
Sbaglio o si prevede un termovalorizzatore per ogni provincia così come ci sarà un Ato per ogni provincia?
«Il discorso è aperto, sarà chiuso in un tempo non lungo con una discussione aperta e trasparente. Troveremo la soluzione che costa meno: convenienza e sicurezza. Con la certezza matematica che potremo affrontare la materia in maniera efficace. Abbiamo determinato una svolta, svincolandoci da un incatenamento che purtroppo ci portava ad affrontare costi altissimi e ad avere probabilmente un sistema superato».
Tornando ai 9 Ato, chi li gestirà?
«I sindaci, che saranno i più attenti esecutori del piano. Esempio: in provincia di Catania ci sono 58 sindaci, tra di loro ne sceglieranno tre che resteranno in carica per tre anni. E tra questi tre sarà scelto il presidente» (ma al Nord ogni Ato ha anche un manager uscito dalla Bocconi, ndr). Saranno i sindaci i responsabili del servizio e del pagamento della tariffa da parte dei loro cittadini».
Chi paga il miliardo di debiti degli Ato?
«Da ora in poi noi riteniamo che questo nuovo sistema porti intanto gli Ato al pareggio da domani in poi. Se noi troviamo una copertura finanziaria - e ci sono banche che si sono dichiarate disponibili - si dovrà poi intervenire sui cittadini che non hanno pagato. Il discorso è avere 500 dipendenti e quindi tariffe insopportabili, un discorso è invece quando ci sono intere città dove non si è pagato quasi niente. Nessuno perderà il posto, vedremo come utilizzare il personale in esubero. Non abbiamo licenziato nessuno nemmeno nella Sanità o nel precariato della Forestale (piccola parentesi: mi pare che gli incendi siano diminuiti dell'80%). Una cosa però abbiamo fatto: il blocco assoluto delle assunzioni che è diventato legge. Per i rifiuti dobbiamo esportare il modello dell'Ato virtuoso come quello di Caltagirone almeno in tutta la provincia, lì c'è un sistema di compostaggio che produce utili. Stiamo dimostrando di essere la Regione più virtuosa del Mezzogiorno».
Come si fa a risarcire i 329 milioni a chi ha vinto la gara dei termovalorizzatori poi annullata? Cadranno sulla responsabilità dell'Azienda rifiuti, cioè l'Arra presieduta da Felice Crosta?
«Assolutamente no. Con qualche disappunto che si è determinato e con qualche conseguenza politica che c'è stata rispetto al nostro governo - e ribadisco il concetto - è stata una scelta precisa nell'interesse della Regione. Era previsto che se anche la seconda gara fosse andata deserta, come è andata deserta, automaticamente la Regione si sarebbe accollato questo danno di 329 milioni di euro, che poi era la somma delle presunte spese fatte per i quattro termovalorizzatori. Questo non avverrà. Noi con questo atto deliberativo abbiamo disinnescato l'automaticità del rimborso. Ha determinato delle reazioni dure, forti non tanto da parte delle società di respiro nazionale, quanto da parte di qualche partner occulto che circola dalle parti della nostra terra e che trova eco anche su qualche giornale. Certo si apre un contenzioso, ma questa volta discutiamo con le mani libere, si tratta: vuoi continuare? Quanti me ne fai? Quanto costano? Due su tre partner locali che poi fanno servizi sul territorio mi hanno dichiarato la disponibilità, si tratta di imprenditori di ottimo livello, come Catanzaro di Agrigento, che vive scortato e certamente dal punto di vista dell'integrità è di assoluta affidabilità. Nel settore fondamentale dei rifiuti siamo entrati in una nuova fase».
La Sicilia, 13.09.2009
E per i termovalorizzatori?
«Resta la nostra facoltà, finalmente, di contrattare liberamente anche con le stesse imprese. Debbo dire che i partner locali, quelli di Siracusa e Agrigento, si sono detti disponibili a garantire il funzionamento dello smaltimento, senza aggravio della spesa, questo perché non siamo più vincolati più al piano dei termovalorizzatori che per essere chiari venivano costruiti con una tecnologia superata di 7-8 anni fa e che erano pensati per 2 milioni e mezzo di tonnellate. Vuol dire che avremmo dovuto bruciare tutti i rifiuti consumati, senza un grammo di differenziata, oppure pagare vuoto per pieno, oppure dover importare rifiuti. Avremmo consolidato quell'idea di Sicilia pattumiera d'Europa. Ma siccome non vedo perché noi non dobbiamo produrre la stessa differenziata della Lombardia o del Veneto, dobbiamo lavorare sulla differenziata perché vuol dire industrie che riutilizzano il vetro come la plastica come la carta e questo vuol dire lavoro, oltre che ricchezza e riduzione dei costi. E' bene che i cittadini sappiano che questo atteggiamento non è solo virtuoso perché è bello, ma è bello anche perché produce utili e risparmi notevolissimi». Intanto il presidente dell'Agenzia regionale rifiuti, Felice Crosta, ha inviato alle imprese la notifica dello scioglimento dei contratti.
Sbaglio o si prevede un termovalorizzatore per ogni provincia così come ci sarà un Ato per ogni provincia?
«Il discorso è aperto, sarà chiuso in un tempo non lungo con una discussione aperta e trasparente. Troveremo la soluzione che costa meno: convenienza e sicurezza. Con la certezza matematica che potremo affrontare la materia in maniera efficace. Abbiamo determinato una svolta, svincolandoci da un incatenamento che purtroppo ci portava ad affrontare costi altissimi e ad avere probabilmente un sistema superato».
Tornando ai 9 Ato, chi li gestirà?
«I sindaci, che saranno i più attenti esecutori del piano. Esempio: in provincia di Catania ci sono 58 sindaci, tra di loro ne sceglieranno tre che resteranno in carica per tre anni. E tra questi tre sarà scelto il presidente» (ma al Nord ogni Ato ha anche un manager uscito dalla Bocconi, ndr). Saranno i sindaci i responsabili del servizio e del pagamento della tariffa da parte dei loro cittadini».
Chi paga il miliardo di debiti degli Ato?
«Da ora in poi noi riteniamo che questo nuovo sistema porti intanto gli Ato al pareggio da domani in poi. Se noi troviamo una copertura finanziaria - e ci sono banche che si sono dichiarate disponibili - si dovrà poi intervenire sui cittadini che non hanno pagato. Il discorso è avere 500 dipendenti e quindi tariffe insopportabili, un discorso è invece quando ci sono intere città dove non si è pagato quasi niente. Nessuno perderà il posto, vedremo come utilizzare il personale in esubero. Non abbiamo licenziato nessuno nemmeno nella Sanità o nel precariato della Forestale (piccola parentesi: mi pare che gli incendi siano diminuiti dell'80%). Una cosa però abbiamo fatto: il blocco assoluto delle assunzioni che è diventato legge. Per i rifiuti dobbiamo esportare il modello dell'Ato virtuoso come quello di Caltagirone almeno in tutta la provincia, lì c'è un sistema di compostaggio che produce utili. Stiamo dimostrando di essere la Regione più virtuosa del Mezzogiorno».
Come si fa a risarcire i 329 milioni a chi ha vinto la gara dei termovalorizzatori poi annullata? Cadranno sulla responsabilità dell'Azienda rifiuti, cioè l'Arra presieduta da Felice Crosta?
«Assolutamente no. Con qualche disappunto che si è determinato e con qualche conseguenza politica che c'è stata rispetto al nostro governo - e ribadisco il concetto - è stata una scelta precisa nell'interesse della Regione. Era previsto che se anche la seconda gara fosse andata deserta, come è andata deserta, automaticamente la Regione si sarebbe accollato questo danno di 329 milioni di euro, che poi era la somma delle presunte spese fatte per i quattro termovalorizzatori. Questo non avverrà. Noi con questo atto deliberativo abbiamo disinnescato l'automaticità del rimborso. Ha determinato delle reazioni dure, forti non tanto da parte delle società di respiro nazionale, quanto da parte di qualche partner occulto che circola dalle parti della nostra terra e che trova eco anche su qualche giornale. Certo si apre un contenzioso, ma questa volta discutiamo con le mani libere, si tratta: vuoi continuare? Quanti me ne fai? Quanto costano? Due su tre partner locali che poi fanno servizi sul territorio mi hanno dichiarato la disponibilità, si tratta di imprenditori di ottimo livello, come Catanzaro di Agrigento, che vive scortato e certamente dal punto di vista dell'integrità è di assoluta affidabilità. Nel settore fondamentale dei rifiuti siamo entrati in una nuova fase».
La Sicilia, 13.09.2009
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