Aldo Altese, vicepresidente regionale ANISAP, ci ha inviato questa "lettera aperta", che pubblichiamo.
Ci pare che il “pianeta sanità siciliano” affondi sempre più nel caos, e ciò anche in riferimento alla tipologia e ai contenuti della comunicazione mediatica che la stampa quotidianamente diffonde.
Partiamo dal dato di fondo: la Sicilia è la terza regione in ordine all’entità del “buco” della sanità. E non è difficile identificarne le ben note cause che, in una allegra (per non dire dissoluta) gestione che si è protratta per troppo tempo senza che alcuno abbia voluto intervenire, hanno prodotto il deficit che oggi fa tanto scalpore.
In tutto questo una cosa è certa e incontrovertibile: i Convenzionati, erogando prestazioni a basso costo e praticamente senza liste d’attesa, non hanno mai superato la spesa prevista dalla regione, dunque con il deficit non hanno nulla a che spartire.
Di contro, chissà perché, sono stati designati quale capro espiatorio dei mali della sanità per pagare il fio delle malefatte altrui.
Ma la politica di questa regione ha fatto una scelta da cui non recede: i Convenzionati, per quanto virtuosi, devono pagare il conto. Non è dunque tanto peregrino il sospetto che la “pulizia etnica“ di un comparto debba essere la premessa per lasciare spazio a nuovi “gestori” di un ipotetico business della salute.
Ci preoccupa poi il regime inquisitorio che traspare da alcune notizie giornalistiche. Si dice che l’Assessore voglia “controllare la spesa” delle strutture convenzionate. Onestamente non capiamo. Perché se esistono truffatori è chiaro che questi vanno comunque perseguiti, ma posto che ogni specialista utilizzerà il proprio budget erogando le relative prestazioni richieste, è altrettanto ovvio che, esaurito tale budget, non potrà che far pagare anche i soggetti esenti che lo sceglieranno.
In questa incresciosa realtà i Cittadini esenti, per non pagare, dovranno ricorrere alle strutture pubbliche, peraltro neanche verificate ai fini dell’accreditamento e quindi probabilmente non in possesso dei relativi requisiti, col risultato che da un lato è stato calpestato il diritto alla libera scelta del Cittadino e dall’altro la Regione spenderà molto di più. Per non parlare delle bibliche liste d’attesa. Dove è dunque il tanto pubblicizzato contenimento della spesa?
Ricordiamo poi, per inciso, che gli ospedali istituzionalmente non sono nemmeno legittimati ad erogare prestazioni specialistiche (che attengono alla medicina del territorio) se non ai degenti.
Ma tutto quanto detto è una scelta della politica che non può certamente essere scaricata sui Convenzionati.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte all’opinione pubblica e alla propria coscienza.
Grazie per l’ospitalità.
Aldo Altese
Vicepresidente regionale ANISAP
mercoledì 3 settembre 2008
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